Trebisacce-14/12/2015: Trebisacce Futuro:”All’inopportunità politica si aggiunge anche l’approssimazione, un mix perfetto”.

Chi è stato investito di una carica pubblica, come quella di Sindaco, anche in un paese piccolo come Trebisacce, deve perseguire gli interessi del Comune amministrato e, quindi, della collettività.

Come oramai di dominio pubblico, nella metà degli anni 80, l’amministrazione dell’epoca effettuò una serie di espropri, molti dei quali dichiarati illegittimi, per i quali gli interessati hanno ottenuto dei cospicui risarcimenti dei danni, in virtù di diverse sentenze di condanna a carico del Comune di Trebisacce e, quindi, dei cittadini.

In conseguenza del danno erariale cagionato, la Corte dei Conti ha più volte condannato gli amministratori dell’epoca, alla restituzione delle somme che il Comune di Trebisacce è stato costretto a pagare.

In uno di questi giudizi, in particolare quello recente conclusosi con la sentenza della Corte dei Conti n. 42/2015, gli amministratori dell’epoca sono stati condannati nuovamente al rimborso, in favore del Comune di Trebisacce, di circa 80.000 euro.

Ebbene, in detto giudizio, uno degli amministratori è stato difeso da un componente dello studio legale dell’attuale primo cittadino, evenienza che già da sola può ritenersi abbondantemente inopportuna.

Ma vi è di più, all’udienza, presente in sostituzione del componente dello studio, vi era l’attuale primo cittadino in persona che, nell’esercizio del suo mandato professionale, ha ovviamente tentato di convincere i giudici del fatto che il suo cliente (ex amministratore), non avesse provocato alcun danno al Comune di Trebisacce, di cui attualmente lo stesso è Sindaco.

Nella vicenda in questione non sappiamo se si può parlare di conflitto di interessi o incompatibilità tra il mandato difensivo assunto e la carica di Sindaco rivestita, anche se probabilmente sì, ma per certo possiamo dire che la condotta del primo cittadino appare chiaramente inopportuna politicamente.

In una situazione di crisi dilagante, con il Comune di Trebisacce sull’orlo del dissesto finanziario, con le tasse (IMU, TASI, TARI, ecc.) al massimo consentito dalla legge, sicuramente non è opportuno che il Sindaco si adoperi, nello svolgimento del mandato difensivo conferito, per cercare di non far condannare il proprio assistito e, gioco forza, impedire che il Comune di Trebisacce recuperi i soldi spesi per colpe altrui.

Probabilmente, il buon senso oltre che evidenti questioni di opportunità, avrebbero voluto che il Sindaco si astenesse di partecipare a quel giudizio, proprio perché gli interessi del proprio assistito erano assolutamente contrapposti e confliggenti con quelli del Comune di Trebisacce e, quindi, dell’intera comunità che, al contrario, aveva tutto l’interesse a recuperare la cospicua somma che, magari, avrebbe potuto consentire un risparmio sulle tasse da pagare.

Il primo cittadino, in simili situazioni, ha il dovere morale, non fosse altro per il mandato elettorale ricevuto, di tutelare esclusivamente gli interessi del Comune e di tutti i cittadini trebisaccesi.

Ora, visto che la Corte dei Conti ha comunque condannato gli amministratori dell’epoca a risarcire il danno erariale provocato alle casse comunali, siamo sicuri che il primo cittadino, con lo stesso entusiasmo e rigore con cui ha perorato detta causa, provvederà anche a recuperare per il Comune di Trebisacce quello somme, a prescindere da chi fossero gli amministratori dell’epoca e da chi ha concretamente causato l’enorme debito del Comune.

Ora Sindaco faccia la scelta giusta, quella politicamente più opportuna.

A tanto va aggiunta anche l’approssimazione che l’amministrazione riserva a questioni di particolare rilievo, come l’alienazione dei beni pubblici.

E’ di questi giorni, infatti, la notizia che il TAR Calabria, in data 19.11.2015, ha sospeso cautelativamente il verbale di aggiudicazione del Comune di Trebisacce, in relazione alla vendita di un terreno per l’importo di Euro 149.535,23.

Nonostante l’obbligo di attivare la procedura di evidenza pubblica, come richiesto per l’alienazione dei beni comunali, l’amministrazione con evidente eccesso di potere, oltre che con faciloneria, ha ritenuto legittimo vendere il terreno con una sorta di trattativa privata, suscitando le legittime proteste di un cittadino interessato alla vendita.

Morale della favola la vendita è stata sospesa dalla Magistratura e nelle casse comunali non entreranno quei 150.000,00 euro che, in questo momento, potevano risultare una vera e propria manna dal cielo.

All’inopportunità politica si aggiunge anche l’approssimazione, un mix perfetto.

Trebisacce Futuro