Alto Jonio-19/12/2015:Olio extravergine d’oliva, una specialità tutta da valorizzare

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Olio extravergine d’oliva, una specialità tutta da valorizzare

SABATO 19 DICEMBRE

SCRITTO DA PINO LA ROCCA

 

Alto Jonio – Campagna olivicola 2015: un prodotto abbondante e d’eccellenza che però non ha mercato, mentre la cronaca racconta che i nostri supermercati sono pieni di olio adulterato. E’ anche questa l’amara realtà di un territorio come l’Alto Jonio, ma più in generale la Calabria, che continua a piangersi addosso ma che non sa fare sintesi e mettere in rete le sue grandi risorse, siano esse ambientali e archeologiche che agro-alimentari.

Eppure gran parte del territorio dell’Alto Jonio è coperto di uliveti e, specie quest’anno, a ragione di eventi climatici favorevoli, c’è una produzione abbondante e di ottima qualità che però non è in grado di arrivare sui mercati nazionali ed europei per carenza di una decente organizzazione commerciale. Altri territori, soprattutto nel centro-nord del Paese, stanno invece a dimostrare che attraverso la cultura dell’associazionismo e del marketing, si riesce ad arrivare sui mercati nazionali, europei e anche americani dove il “made in Italy” ha un binario preferenziale perché sinonimo di qualità. Succede così che l’olio d’oliva della campagna 2015 è abbondante e di qualità eccellente, ma non ha mercato perché i singoli produttori non sanno a chi venderlo e si finisce per immagazzinarlo e comprometterne così la qualità. Certo anche da noi non mancano gli esempi virtuosi di iniziative imprenditoriali nuove, attivate e gestite soprattutto dai giovani, che provano a fare impresa valorizzando le provvidenze comunitarie e affidandosi a nuovi sistemi di marketing, ma sono ancora pochi. Un esempio virtuoso di associazionismo è il Consorzio del Limone di Rocca Imperiale che ha permesso al rinomato “Oro di Rocca Imperiale” di sfondare sul mercato. Un esempio in negativo è invece il “biondo” di Trebisacce, la caratteristica e rinomata arancia tardiva che rimane una specialità sempre più di nicchia perché i nuovi proprietari non sanno fare rete ed anche le istituzioni locali si limitano ad episodici momenti celebrativi del prodotto e però si fermano lì, senza incentivare l’associazionismo tra i produttori.

 

Pino La Rocca