COMUNICATO STAMPA
Oggetto: RICHIESTA ADESIONE AL CLUB “I BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA”
Con delibera di consiglio comunale n°3 del 3/2/16 è stata approvata all’unanimità la proposta di richiesta di adesione al club “i borghi più belli d’Italia”;
la richiesta, corredata da tutta la specifica documentazione è stata inoltrata in attesa che vengano espletate le procedure necessarie alla classificazione di qualità da istruire in loco da parte del
Comitato Tecnico Scientifico, i quali verificheranno la corrispondenza del patrimonio storico e monumentale locale con i rigidi requisiti previsti per l’ammissione.
Questa maggioranza dal primo giorno ha iniziato un percorso di valorizzazione delle risorse di Oriolo;
fra queste, senza ombra di dubbio, le più importanti sono le risorse storico, monumentali che devono essere il vero motore dell’economia.
Uno stimolo incoraggiante in questo senso ci è arrivato dall’importante riconoscimento ottenuto con l’inserimento nella guida “i borghi più belli del Mediterraneo” promossa da “I Borghi più belli d’Italia”, nata da una idea della “Consulta per il Turismo dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani” ed in collaborazione con la “Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo” che ha preso in considerazione 15 Nazioni e solo 6 dei 35 borghi italiani selezionati sono calabresi.
Un sentito ringraziamento va all’avv. Rinaldo Chidichimo della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo che ha contribuito a far conoscere le meraviglie di Oriolo.
Abbiamo intrapreso un percorso con grandi difficoltà ma che comincia a dare i suoi frutti; proprio sul centro storico abbiamo avviato un confronto con alcuni dipartimenti dell’UNICAL per un progetto di recupero, valorizzazione e rilancio, ed iniziato un ragionamento anche con personalità varie ed associazioni.
Un ringraziamento per la preziosa collaborazione va al prof. Toscani per le notizie storiche ed all’arch. Delia il quale ha messo a disposizione il suo lavoro di tesi di laurea avente ad oggetto Oriolo e le cui informazioni sono state preziose.
Per quanto concerne il patrimonio storico,
- Il Rione Terra, considerato da sempre il borgo antico di Oriolo (di cui il primo insediamento risale al periodo delle invasioni saracene e di conseguenza prima dell’anno 1000), ha un tessuto urbano completamente conservato e risalente al 1400.
Il Rione Terra, è impreziosito da edifici storici, fra cui:
Palazzo del governatore Giorgio Toscano oggi denominato Palazzo Tarsia (anno 1400)
Palazzo Giannettasio, costruito sulle vecchie mura di cinta della cittadella, oggi sede del museo della civiltà contadina (anno 1700)
Nel Rione Terra insistono monumenti nazionali quali:
il Castello fortezza di cui il primo impianto risale al periodo normanno;
la Chiesa Madre “S. Giorgio Martire” ricostruita a fine 1700 su una vecchia Chiesa presumibilmente di epoca medioevale a due navate.
L’ attenzione delle varie amministrazioni che si sono succedute, si è concentrata in un ottica sia di recupero, sia di valorizzazione e certificazioni, quasi esclusivamente su questa avendo caratteristiche urbanistico-architettoniche uniche e di elevato pregio storico.
- Il rione Carfizi che sorge ai piedi della città fortificata, è costituito da modeste casette che furono edificate per i contadini alle dipendenze del Marchese di Oriolo; il quartiere vicino al contesto urbano di nuova costruzione e più agibile con mezzi e servizi presenta una maggiore densità abitativa. Detto rione ha in qualche modo incentivato forme di ristrutturazione ed ammodernamenti degli stabili, che comunque, non hanno inficiato la tipicità dei luoghi.
Il rione Carfizi, anche se è storicamente accertato da un manoscritto del 1695, riguardante la diffusione della peste in Oriolo nell’anno 1656.
- I rioni Piedarmi, Pedace e S. Pietro (zona Fontanella), come per il rione Carfizi, grazie alla loro vicinanza al nuovo contesto urbano e ad una migliore fruibilità di mezzi e servizi, che hanno favorito una maggiore densità abitativa, presentano abitazioni ammodernate. Nelle aree dove è stato possibile, sono sorti edifici di nuova costruzione. Nonostante tutto, la tipicità, i vicoli ed alcune strutture non sono stati snaturati.
Il rione Piedarmi ha come riferimento l’assedio dei francesi del 1528;
una leggenda narra che San Giorgio, protettore di Oriolo, diede alle truppe francesi il “PIEDARM”, diventando poi il nome dell’attuale rione.
rione S. Pietro (zona Fontanella), riferendoci ad atti di residenza di molti cittadini del 1800, era già una zona con un buon insediamento abitativo a partire dalla fine del 1700.
Da atti privati, si evince che nel 1702, nella parte centrale di detto rione, era ubicata l’Abbazia dell’Incoronata da cui il nome dell’attuale piazza antistante.
Da come si evince, Oriolo ha un patrimonio unico che abbiamo il dovere di salvaguardare e valorizzare e che può rappresentare il vero elemento di riscatto sociale ed economico.
La tutela e la salvaguardia di questa complessa eredità, pertanto, rappresentano premesse irrinunciabili non solo per indicare una nuova via di fruizione più attenta e raffinata, ma per custodire e consegnare questo patrimonio alle future generazioni.
Quello dell’inserimento nella prestigiosa guida è un traguardo importante e prestigioso ma che dobbiamo saper cogliere con i giusti spunti di riflessione, mettendo in campo politiche che sappiano guardare in una unica direzione, cioè la valorizzazione di Oriolo.
Se, come siamo certi, riusciremo a raggiungere il prestigioso traguardo, questo non dovrà essere il punto di arrivo ma necessariamente un punto da cui partire per costruire un processo di crescita virtuoso che sappia guardare al futuro con intelligenza e lungimiranza.
Dobbiamo saper coniugare politiche di sviluppo e difesa del territorio, valorizzazione delle risorse e politiche ambientali sempre più attente.
Oriolo che si trova fra la piana di Sibari e quella di Metaponto, ai piedi del Pollino fra i parchi naturali più importanti, nel 2015 è divenuto patrimonio dell’UNESCO (non Oriolo), deve saper sfruttare le risorse dell’intero territorio mettendo in campo politiche di recupero di tradizioni, cultura ed enogastronomia locali, incentivando il recupero delle attività artigianali e promuovendo i prodotti locali.
Le De.Co. rappresentano un passo in avanti in questa direzione.
Un lavoro complesso quindi, ma che siamo certi porterà a risultati importanti, basta volerlo, crederci e lavorare con determinazione.
Come scriveva un famoso scrittore gallese:
Tutti gli uomini sognano. Non però allo stesso modo. Quelli che sognano di notte nei polverosi recessi della mente si svegliano al mattino per scoprire che il sogno è vano. Ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi, giacché ad essi è dato vivere i sogni ad occhi aperti e far sì che essi si avverino.
Il nostro compito è provarci e lo faremo fino in fondo.
Vincenzo Brancaccio
Urbanistica,
commercio, artigianato, att. produttive