Italia-12/02/2016:TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUL SESSO (ED ALTRO)

- Solitudine - di Marc Chagall 1933
– Solitudine – di Marc Chagall 1933

TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUL SESSO (ED ALTRO)

 

Cari lettori, ora esporrò tutto quello che si sarebbe voluto sapere sul sesso, ed altro che Woody Allen non ha trattato.

Il sesso gode (verbo molto appropriato) del maggior numero di scuole di pensiero (e di azione). Più della religione, o dell’alimentazione. Molti sono gli studiosi di sesso, forse superati di numero soltanto dai poeti (soprattutto sgrammaticati). Ecco una sommaria elencazione.

  1. La scuola naturalistica. Per intenderci quella che recita: “Non lo fò per piacer mio, ma per dare un figlio a Dio.”. Capostipite di questa filosofia di pensiero è stata la Madonna. Ora, visti i risultati dell’esplosione demografica mondiale, sembrerebbe quella col maggior numero di adepti.
  2. La scuola degli astensionisti. Pensano che il sesso allontani dalla perfezione e dalla santità e quindi decidono di astenersi dal praticarlo.
  3. La scuola del piacere. I suoi seguaci perseguono l’opposta finalità della prima precedente: evitare la procreazione (onanismo, preservativo, pillola ecc.) e spassarsela liberamente.
  4. La scuola omosessuale. Fa un ulteriore passo avanti nella negazione della procreazione scegliendo partner dello stesso sesso.
  5. La scuola economica. Persone che affrontano la questione sessuale sotto il profilo economico: si fanno pagare la soddisfazione dell’altro.
  6. La scuola autarchica. Si procurano il piacere da soli. Del resto, come già espresso da Woody Allen: “È il solo modo di fare l’amore con una persona che si stima veramente.”.
  7. La scuola telematica. Fenomeno attuale praticato a distanza sulle reciproche, succinte, riprese televisive.
  8. La scuola pedofila. Composta da persone in grado di scorgere, chissà come, elementi di attrattiva sessuale nei bambini.

Naturalmente esistono numerose sottocategorie composte da sadici, masochisti, cornificanti ed i cosiddetti “Mater semper certa est (et pater)” riconoscibili per la dichiarata convinzione che “Tutte le donne, esclusa la mia mamma, sono mignotte” ecc. che non sto ad elencare.

Alcune di queste scuole rivendicano diritti civili (o una semplice loro accettazione nella normalità). Spesso usando un basilare concetto religioso: se Dio mi ha creato con queste tendenze sessuali significa che esse sono da lui stesso accettate.

In realtà, su come la pensi Dio sull’argomento è materia ancora molto oscura: basti notare che non si è arrivati a convergere nemmeno sul sesso degli angeli.

Ricevo molte lettere sull’argomento da lettori che cercano di contribuire ad affermare l’una o l’altra delle scuole di pensiero.

Ne ho ricevuta una che mi ha fatto molto pensare e che porgo al vostro illuminato parere.

Un pastore di capre, forse errante dell’Asia, mi ha scritto per descrivere la sua visione sessuale. Dunque capita che questo lettore debba vagare per deserti pascoli infinitamente. Capirete la sua impossibilità ad avere incontri di qualsiasi tipo di scuola. In realtà ne introduce un’altra (di scuola). Si è innamorato (ricambiato) di una delle sue capre, e descrive con grande tenerezza la bestiola. Esprime anche il suo sgomento nel non poter godere (verbo sempre appropriato su questi argomenti di scuola) degli stessi diritti civili, goduti (idem) da tutti gli altri cittadini. A sostegno del suo diritto ad unirsi civilmente con la sua capretta porta molti degli argomenti utilizzati da altre scuole di pensiero.

C’è da dire che l’Associazione Caproni Asiatici si oppone fermamente a questa ipotesi, da loro definita aberrante.

Insomma, io ho le idee confuse. voi, miei saggi lettori, cosa ne pensate?

Leopardi sfiorò il dilemma: “Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi che fai/ Silenziosa luna?/ Sorgi la sera, e vai,/ Contemplando i deserti;/…Somiglia la tua vita/ La vita del pastore./ Sorge in sul primo albore/ Move la greggia oltre pel campo, e vede/ Greggi, fontane ed erbe;/ Poi stanco si riposa in su la sera:/ Altro mai non ispera…

Un caro saluto.

Maurizio Silenzi Viselli