Calabria-14/04/2016: Il Prc regionale invita a votare SI al Referendum del 17 Aprile

Nei giorni scorsi Renzi ci invitava ad andare al mare e non andare a votare, diamo a lui ed al governo dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale, che il premier indegnamente rappresenta ed in evidente conflitto d’interessi, un segnale forte, facciamogli capire che, proprio perché vogliamo continuare ad andare al mare, noi il 17 aprile p.v. andiamo a votare in massa e voteremo Si per dire No alle trivelle nei mari italiani e nello Jonio. Com’è ormai noto a tutti, perché ribadito recentemente dalla stampa regionale, la Regione Calabria, che è espressione del PD e che a livello territoriale incarna il Renzi pensiero, non è tra le Regioni che confermarono formalmente la loro adesione ai Referendum. Le preoccupazioni, quindi, che la Regione si stesse disimpegnando sul referendum contro il prolungamento a tempo indeterminato, dell’attività estrattiva di idrocarburi su tutto il territorio Nazionale e nello Jonio, più volte espresse da noi di Rifondazione Comunista, che alle scorse elezioni Regionali, lo ricordiamo solo a scanso di equivoci, abbiamo sostenuto il Prof. Domenico Gattuso, da sempre impegnato in battaglie di civiltà, quali quelle per il diritto alla mobilità dei cittadini calabresi, solo per citarne una, e dalle associazioni No Triv Area Urbana Corigliano Rossano, Magna Graecia, R.A.S.P.A. e da altri movimenti impegnati per la tutela ambientale e per le politiche dei territori (ora riuniti nel Comitato Regionale Calabrese “Vota Si per fermare le Trivelle”, erano fondate. Ci preme qui rammentare, infatti, che delle 10 regioni pro-referendum, solo 6 (Marche, Basilicata, Veneto, Puglia, Liguria e Sardegna) accolsero l’iniziativa No Triv, di sollevare il conflitto di attribuzione presso la Corte Costituzionale contro il Parlamento, che,  con la legge di stabilità, aveva abrogato la previsione di un piano delle aree che definisse dove era possibile estrarre idrocarburi e dove no, invadendo così la sfera di competenza delle regioni. La Calabria, ahinoi, non era tra quelle regioni che ribadirono formalmente la loro adesione al referendum. Già questo rappresentava un segnale evidente di disimpegno, da parte della Regione Calabria, abbandonando la campagna referendaria ancor prima che iniziasse. Questo disimpegno della Regione, è stato infine confermato dalla totale assenza del Presidente Oliverio e dei suoi assessori, da ogni forma di dibattito sulle trivellazioni, che si sono succeduti nei territori dell’Alto Jonio nei giorni scorsi, come quelli organizzati pregevolmente dall’Associazione R.A.S.P.A., a Trebisacce ed a Roseto Capo Spulico, pur essendo stati invitati più volte ad argomentare, tradendo così anche il mandato affidato loro dai cittadini di questa parte di Calabria. Mentre un plauso, mi sento di farlo all’esimio Vescovo di Cassano allo Jonio, Monsignor Francesco Savino, prete di strada, come lui ama definirsi, che citando l’enciclica di Papa Bergoglio, ribadiva in un incontro tenutosi a Trebisacce qualche giorno fa, uno dei tanti organizzati dall’Associazione R.A.S.P.A., con forza il diritto di difendere e custodire il Pianeta, l’ambiente e la natura che ci circonda, perché non ci è dato averne uno di riserva. Respinge al mittente l’invito del premier Renzi di disertare le urne, perché ritiene un dovere civico andare a votare e possibilmente votare per il Si. Noi di Rifondazione Comunista, invece, riteniamo un atto di legittima difesa votare Si per dire No al governo Renzi, delle lobbies del petrolio e delle cricche di famiglia, di prolungare senza limiti di tempo l’estrazione di idrocarburi, su tutto il territorio Nazionale e nel Mare Jonio, in particolare, soprattutto dopo aver visto gli effetti nefasti prodotti nella vicina Basilicata. Ci teniamo a ribadire, tuttavia, che lo stop non sarebbe immediato come falsamente argomentano i sostenitori del No, ma arriverebbe solo alla scadenza dei contratti già attivi, e che la vittoria dei Si non impedisce la ricerca e l’estrazione oltre le dodici miglia. Non dimentichiamo, inoltre, che quando si parla di trivelle offshore, nessuno può escludere un incidente, e, in un mare circoscritto come il Mediterraneo un disastro petrolifero causerebbe danni irreversibili. Per estrarre esigue quantità di petrolio e di scarsa qualità, perché, come ammette anche il governo, le riserve certe di petrolio nei mari italiani equivalgono a 7-8 settimane di consumi nazionali, e potremmo estrarre gas per soddisfare i consumi di 6 mesi, non possiamo mettere a repentaglio tutte le attività ecosostenibili legate al mare, che le popolazioni costiere praticano da tempi immemorabili ed in alcuni casi sono l’unica fonte di sostentamento familiare, quali quelle legate al turismo e alla pesca. Nell’accordo sul clima di Parigi, la cui firma di ratifica è prevista per il 22 aprile p.v., 195 paesi, tra cui l’Italia, si sono impegnati a ridurre di 2° C il surriscaldamento del Pianeta, noi di Rifondazione Comunista, dunque, chiediamo con forza al governo di tenere fede agli impegni presi e suggeriamo di uscire al più presto dalla dipendenza dalle vecchie fonti fossili, e di intraprendere con decisione la strada che ci porterà verso un sistema di energie rinnovabili ed ecosostenibili, che modernizzi il nostro sistema produttivo, che combatta con coerenza l’inquinamento e la febbre del Pianeta. Dunque, il 17 aprile p.v., sta a noi cittadini scegliere se lasciare alle lobbies del petrolio la facoltà di continuare ad estrarre idrocarburi, insozzando e contaminando i nostri mari, sine die, lasciandoli liberi di incrementare i loro conti in banca, senza un limite di tempo, oppure, far capire a questo governo ed a quelli che verranno, che noi che abitiamo questa parte di Calabria, culla della cultura italiana ed europea, il nostro petrolio lo abbiamo già ed è costituito dalla bellezze naturali dei nostri luoghi, dalla bellezza del nostro mare e dalla grandezza della nostra storia e della nostra cultura.

Antonio Gorgoglione (Direzione Regionale PRC)