Italia-21/05/2016:MARCO PANNELLA: QUANDO SI MUORE, SI MUORE IN COMPAGNIA

Pannella e Bonino
Pannella e Bonino

MARCO PANNELLA: QUANDO SI MUORE, SI MUORE IN COMPAGNIA

 

Marco Pannella se n’è andato. Certo, 86 anni non sono pochi. Grande fumatore (fumare fa bene?).

Fabrizio De André cantava: “…questo ricordo non vi consoli, quando si muore si muore soliii…”. Soli?! Un accidente! I massimi assembramenti intorno alla nostra persona si realizzano al funerale. I maggiori meriti ci vengono riconosciuti nei giorni immediatamente successivi con i cosiddetti “coccodrilli”. Sarebbe meglio cantare: “…quando si vive si vive soliii…”.

Lo conoscevo da quando avevo 6 anni (lui 21). Sua madre, Andrée, veniva a casa mia per insegnarmi il francese (suonavo anche, al pianoforte, Chopin). A volte andavo io, mi accompagnavano nel loro appartamento al quartiere africano a Roma. Lei, Andrée, bella donna, alta, elegante, gran signora, si lamentava di quello scavezzacollo di Marco con mia madre.

Per i suoi pregi potete seguire le universali note di questi giorni, alle quali mi associo.

Poche ombre. Fece, di fatto, involontariamente, identificare il Partito Radicale con il consumo della droga. Errore.

Affossò, per protagonismo sfrenato, la Bonino, allontanando per sempre una vera politica di pari opportunità in Italia.

Esaltò i suoi amanti, infliggendo alla nazione personaggi efficaci in ambiti poco politici.

Prolisso fino alla nausea, non possedeva il dono della sintesi.

Ma grande idealista. Quando, lui Consigliere Comunale a Roma, gli chiesi aiuto per salvare la Domus di Agrippina dalle grinfie di Rutelli (altra sua creatura politica), si rivolse al suo amico D’Alema (allora Presidente del Consiglio). Invano. Al Consiglio dei Ministri sull’argomento, D’Alema si sottrasse con un viaggio all’estero. Solo la Melandri, allora Ministro dei Beni Culturali, votò contro lo scempio.

Sempre tenuto a bada da quelle istituzioni che ora sfilano davanti alla salma.

Requiescat in pace.

Maurizio Silenzi Viselli