Trebisacce-26/05/2016: Serafino Zangaro difende l’Assopec

Biondo tardivo di Trebisacce
Biondo tardivo di Trebisacce
Una vetrina col Biondo
Una vetrina col Biondo
Serafino Zangaro
Serafino Zangaro

TREBISACCE «L’Assopec (l’associazione dei commercianti e degli operatori economici), ha “inventato” la Festa del Biondo Tardivo (l’arancia tipica di Trebisacce), per vivacizzare, almeno per qualche giorno, il commercio nella cittadina jonica, ma il compito di fare marketing a favore del prodotto spetta alle istituzioni preposte e non certo all’Assopec». Lo ha sostenuto in una nota il presidente dell’Assopec Serafino Zangaro per respingere le aspre critiche circolate sul web circa l’omessa campagna di promozione di una qualità di arancia che, pur essendo di qualità eccellente, rimane un prodotto di nicchia che oggi non ha più mercato. Il “Biondo” è in realtà una specie autoctona di arancia dalle spiccate qualità organolettiche, definita tardiva perché grazie al particolare micro-clima della zona, riesce a stare sull’albero fino a giugno inoltrato ma che oggi, per via della spietata concorrenza del commercio globalizzato, oltre che per il mancato marketing del prodotto, non ha più mercato, tanto che molti “vignaruli” si rifiutano di venderla per pochi centesimi al chilo e la fanno marcire sopra e sotto gli alberi. Oltre alla riuscita, più o meno discutibile, della festa, coincisa peraltro con una giornata di cattivo tempo, le critiche hanno riguardato soprattutto la presunzione di organizzare una festa per due giorni all’anno per poi dimenticarsi di quella che può tornare ad essere, come in passato, una vera risorsa per l’economia locale. A chi spetta il compito di riportare il “Biondo” sul mercato attraverso i circuiti commerciali che portano i prodotti dell’agricoltura del Sud sui mercati generali del centro-nord? «Non certamente all’Assopec – ha replicato il presidente Zangaro alludendo forse all’esistente Consorzio dei Giardini ma forse anche agli stessi proprietari che non sanno fare rete – ma è compito di altri soggetti deputati a svolgere questo incarico. Noi – ha concluso Zangaro – rivendichiamo il merito di aver aperto un focus su un prodotto ormai dimenticato, ma spetta ad altri occuparsi della filiera dalla coltivazione e della conquista del mercato».

Pino La Rocca