Rocca Imperiale-26/06/2016:Il dott. Mario Rucireta non c’è più.

Il dott. Mario Rucireta non c’è più.

Personaggio di controtendenza per essersi radicato nel territorio di origine e che si è sempre rifiutato di fare le valige e trasferirsi all’estero, unendosi a quella schiera di giovani che per dimostrare il loro valore e le loro capacità hanno dovuto espatriare. Assertore convinto che anche nell’ambito dei propri confini patri, con dura lotta si può emergere e dimostrare la propria valentia.

La sua perdita è avvenuta circa due mesi fa, andandosene in silenzio, quel silenzio che per tutta la vita aveva coltivato perché lo aiutasse a difendere il proprio ruolo di scienziato e di libero pensatore.

Laureato in chimica organica presso l’Università di Firenze, dopo la maturità classica conseguita presso i Salesiani di Caserta, già da studente universitario aveva trovato lavoro, iniziando dal gradino più basso nei laboratori di fabbrica, si fece notare dal dirigente per le sue spiccate tendenze verso la chimica. I suoi turni, in una fabbrica a ciclo caldo come uno zuccherificio, erano di 12 ore al giorno senza riposo settimanale. La sua vita era votata alla fabbrica. Man mano che le sue prestazioni aumentavano di livello, il suo impegno diventava sempre più pressante.

Lo zucchero è una sostanza molto dolce ma se si sapesse quant’è amaro produrlo!

Ma lui riusciva, nonostante lo sfinimento inferto da quegli impianti a ciclo caldo, a continuare le sue ricerche, a brevettare scoperte e intuizioni scientifiche. Ma il tutto sempre alla chetichella, senza suoni e frastuoni di quel mondo che aveva chiuso fuori.

Uomo di scienza, autore di pubblicazioni; personaggio di grande munificenza. Quanti ragazzi di Rocca, invece di riscaldare i muretti bussavano alla sua porta per poter lavorare almeno una stagione in quella fabbrica.

Lui aiutava tutti, soprattutto i Rocchesi. Non faceva nessuna distinzione di parentela o di fazione politica.

Prima che la cara e amata Europa ci tagliasse le gambe a causa delle quote zucchero e facesse chiudere gran parte degli zuccherifici, a metà percorso della sua vita lui era già, un capitano d’industria, il Top Manager dello zuccherificio di Policoro. Contemporaneamente dava consulenze alle case zucchero, le più svariate di quelle meridionali.

Il dottor. Rucireta era persona di straordinaria cultura. In primis amava l’arte fiorentina, storico dell’arte in genere, appassionato di Archeologia. Sebbene non avesse titoli accademici, come outsider già da alcuni decenni aveva scoperto il castro arroccato di Presinace e il sito di Murge Santa Caterina.

Pittore di altissima sensibilità che non seppe, né volle lucrare su questa sua peculiarità positiva.

Persona schiva dalla politica e dalla socializzazione in genere. Bastava solo fargli una domanda sul rinascimento fiorentino o su di un sito archeologico in genere e lui partiva in quinta.

Era difficile fermarlo!

I suoi discenti, studenti universitari, restavano estasiati da tanta capacità comunicativa, insospettata nel suo carattere schivo da ogni forma di magnificenza e di fasti.

Enologo di straordinaria competenza elargiva consulenze gratis a qualunque contadino si dirigesse a lui con il fiaschetto di vino da analizzare.

Mario Rucireta fu una grande mente, conosciuto per la sua completezza scientifica per ogni dove, ma sconosciuto a tanti compaesani. Un figlio di Rocca abbarbicato alla sua terra dalla quale nessuno avrebbe mai potuto estirpare. Era straordinariamente convinto che abbassare la guardia significasse, prima o poi, gettare la spugna.

Chi aveva ben conosciuto Mario Rucireta sapeva che lui aveva due cuori: uno batteva per la propria famiglia, mentre l’altro per la sua terra, la sua gente che mai volle abbandonare!

Non fu premiato, nella vita, per la sua fortuna ma per il suo valore!

Il dott. Rucireta fu un personaggio dalle infinite sfaccettature, un personaggio, duttile ed eclettico.

Anche su di lui scenderà l’oblio.

Non resta che sperare in qualche studioso che leggendo queste poche righe, metta in luce, specialmente ai non addetti, il…”multiforme ingegno” di questo figlio di Rocca Imperiale sconosciuto soprattutto ai più giovani.

 

Pino Affuso