Roseto Capo Spulico-08/11/2016:L’A.C. pensa allo Sprar per la gestione immigrati

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ROSETO CAPO SPULICO Accoglienza immigrati: l’amministrazione comunale pensa di istituire uno SPRAR per intestarsi la gestione degli immigrati e non doverla subire dall’alto, ma in paese scoppia la polemica che, oltre a dividere la gente tra favorevoli e contrari, rischia di approfondire il fossato tra Maggioranza e Minoranza. I fatti: l’esecutivo comunale, invitato più volte e in modo pressante dalla Prefettura a trovare strutture disponibili all’accoglienza e tenuto conto che quella degli immigrati sta diventando una vera emergenza, dopo aver interpellato la Maggioranza, dichiaratasi favorevole, e la Minoranza, dichiaratasi “attendista”, ha deciso di attivare la clausola di salvaguardia attraverso l’istituzione di uno SPRAR e, per avere il “via libera” della cittadinanza, ha convocato un’assemblea popolare. Un’assemblea seria e attenta, secondo il sindaco Mazzia dichiaratasi orgogliosa dei Rosetani, «che ha ascoltato con interesse – ha scritto il primo cittadino – la relazione introduttiva, pregna di informazioni, senza partigianerie, senza traduzioni politiche… che è quello di cui i cittadini hanno bisogno e così anche negli interventi di quanti non sono affini alla mia amministrazione è stata unanime la condivisione del progetto….».  Unanime il parere dei presenti ma non della Minoranza, il capo-gruppo Pino Lufrano e la consigliera di Minoranza Lucia Trebisacce i quali, sui social, hanno esternato la loro netta contrarietà dettata, a loro dire, non certo da ragioni razziste. La prima, dichiaratasi “stizzita” per essere stata interpellata a decisione già assunta, ha rimarcato la propria contrarietà «non perché meno cristiana, – ha scritto – ma è inutile fare i buonisti se non siamo tutelati da nessuno e non abbiamo nè i mezzi e nè le strutture per gestire al meglio le difficoltà che si presenteranno…». «Non si tratta di sbattere la porta in faccia a nessuno e neanche di persone cattive che respingono e di persone buone che accolgono in modo indiscriminato e obbedendo magari alla propria scuderia politica – ha incalzato a sua volta Lufrano dichiarandosi contrario all’accoglienza come business ed evidenziando i pericoli per un paese a forte vocazione turistica – e senza avere strutture attrezzate e servizi idonei all’integrazione e all’inclusione sociale…). C’è anche chi, come Giuseppe Trebisacce, ha provato a mediare tra le parti invocando, in momenti come questi, «collaborazione e serenità di giudizio per aderire allo Sprar-nuova-versione, che consente ai Comuni di “gestire” in proprio l’accoglienza attraverso la clausola di salvaguardia…», ma è davvero arduo in questo momento mettere d’accordo tutti e trovare condivisione su un tema così divisivo.

Pino La Rocca