Trebisacce-19/11/2016:La Conversione del Cuore ( di Pino Cozzo)

Pino Cozzo
Pino Cozzo

La Conversione del Cuore

di Pino Cozzo

 

La chiave del rinnovamento è la conversione, il desiderio e la decisione di cambiare, di iniziare quell’esodo del cuore che può portarci a rinnovare e a rivivere il nostro “antico amore”. Gesù avverte che solo lo sforzo per uscire da una compiacente mediocrità, solo il desiderio della conversione ci garantiranno di guadagnare l’ingresso nel regno. La natura vera della vita eterna richiede la conversione: “Convertitevi, perché il regno di Dio è vicino”. La nostra compiacenza è il nostro nemico più pericoloso, poiché “se diciamo di non essere peccatori, inganniamo noi stessi” e così “quella colpa rimane”. Per mezzo del vangelo, le parole più dure furono per il clero del Suo tempo, il Suo più grande dispiacere era la mancanza di fede dei Suoi apostoli. Ci sarebbero delle differenze, se Lui ritornasse oggi? Sarebbe Lui costretto ad accusarci di essere diventati delle “guide cieche”, che “mi onorano con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me”?. O il Suo solo rimpianto sarebbe quello di vederci “lontani dal nostro antico amore”, che saremmo migliori di quello che siamo, se solo smettessimo di essere mediocri e chiedessimo a Lui di cambiarci, che Lui, che non avrebbe potuto amare ciascuno di noi di più, si aspetta di più da ciascuno di noi. Ciascuno di noi deve dire che Gesù è venuto a chiamarmi alla conversione. Il nostro rinnovamento, la nostra conversione sarà sempre solo una risposta alla “conversione” di Dio, il Suo “voltarsi” verso ciascuno di noi con amore, una conversione che ha vinto il nostro primo “rinnovamento” nel Suo sangue. Possa la nostra conversione essere completa come la Sua. Il primo passo nel nostro rinnovamento, che sarebbe anche il più importante, è una rivitalizzazione della fede. Non possiamo essere soddisfatti di una fede scritta, una fede disincarnata, qualcosa che non sia un vero contatto con il vero Dio. La fede ci pone alla presenza di Dio, è un incontrare, un toccare Dio. Un puro consenso intellettivo è inferiore ad una vita di fede, così come leggere la descrizione di una persona lo sarebbe all’aver incontrato quella persona. Una fede superficiale non può mai diventare un canale per la potenza di Gesù, come il contatto superficiale delle folle che strattonava Gesù non produceva alcun effetto, nessuna cura. Solo la Samaritana che toccò ciò che gli altri toccavano, ma lo fece con profonda fede, avvertì la “forza che proveniva da Lui”. La fede è l’interiorizzazione  del vangelo e delle sue realtà, un contatto con la forza rinnovatrice di Gesù. “Questa è la forza che vince il mondo: la vostra fede”. La radicalità, che è il comun denominatore  delle richieste del regno, trova espressione soprattutto nella purezza dei cuori, un unico amore che rifiuta di servire due padroni, una pienezza di cuore che non incontra ostacoli, né falsi dei tra sé stessa e l’amore trasformatore di Cristo. La purezza di cuore è “quella porta stretta” che conduce alla vera liberazione interiore, alla libertà di amare totalmente come Dio ci ha amato.  Forse, la virtù più facilmente perduta per noi è quella dell’umiltà, una genuina coscienza che siamo solo “servi inutili” che dipendono non dal talento o dalla posizione, ma solo da Lui. Il regno si apre solo agli umili. La semplicità è la porta del regno, perciò non prendiamo alla leggera l’ammonimento del Signore che solo chi si comporta come bambini entrerà. La “sola cosa necessaria” per il processo di conversione e rinnovamento è il desiderio di Dio, alla cosciente ricerca di Lui in tutto ciò che facciamo, “con tutto il cuore e tutta la mente”. Troveremo solo nella misura in cui cercheremo Lui, saremo sazi solo se avremo sete di Lui. Solo se cercheremo attivamente di rendere Lui il centro della nostra vita, il centro dei momenti del nostro risveglio, Lui ci riempirà. La ricerca di Dio non deve essere associata solo al momento di uscire di casa per rispondere alla chiamata di Dio. Se noi consideriamo quella ricerca come la fine, allora lo è davvero, e questo è il pericolo nell’ignorare qualcosa che sembri così ovvia, anche se facilmente perduta. Nel momento in cui cessiamo di cercare, cessiamo anche di trovare. Ma noi abbiamo bisogno solo di ricominciare quella ricerca per fare esperienza della gioia di ritrovare, sapendo che il nostro desiderio di Lui non sarà mai infruttuoso.