TREBISACCE «In attesa che venga realizzato il nuovo ospedale della Sibaritide, si riapra al più presto il “Chidichimo” e si ponga seriamente rimedio al deserto sanitario che i responsabili della sanità, con il pretesto del Piano di Rientro, hanno determinato nella vasta area che va da Rocca Imperiale fino a Cariati». A lanciare questo appello, riprendendo quello analogo lanciato ieri da Corigliano dall’associazione “Fidelitas”, è Francesco Sapia, consigliere comunale di Corigliano, referente zonale del Movimento 5Stelle che, per motivi strettamente personali, ha frequentato per un certo periodo l‘ospedale di Trebisacce riscontrando una lodevole e apprezzata professionalità da parte del personale sanitario, ma vistosissime e gravi lacune nella dotazione di servizi essenziali che, a suo dire, lede fortemente il diritto a un’assistenza sanitaria decorosa e degna di un Paese civile. Nella condizione in cui è ridotto, secondo Sapia è anche un rischio tenere aperta la Dialisi perché non ci sarebbe, a suo dire, la possibilità di far fronte ad eventuali emergenze che dovessero insorgere durante il lungo e tormentato calvario in cui il dializzato resta legato alla macchina. «All’ospedale di Trebisacce – ha dichiarato Francesco Sapia ricordando che trattasi di un ospedale di confine che andrebbe invece potenziato anche per ridurre la massiccia migrazione sanitaria verso la Basilicata – c’è rimasto solo l’insegna di ospedale ma non c’è niente. E’ inutile – ha aggiunto Sapia alludendo alla politica locale ma anche a quella regionale – illudere e prendere in giro la gente e parlare di prossima apertura senza passare attraverso i concorsi per l’assunzione del personale e di Pronto Soccorso esistente se mancano le figure essenziali, tra cui l’anestesista-rianimatore, per far fronte alle emergenze sanitarie». Ma il referente del Movimento di Grillo, essendo di Corigliano e conoscendo bene la situazione dello Spoke-Corigliano-Rossano, ha allargato il discorso ai suddetti ospedali ricordando in particolare le condizioni di affollamento in cui versa il Pronto Soccorso dei due nosocomi che, chiusi gli ospedali di Trebisacce e Cariati, sono costretti a sopportare la domanda sanitaria di oltre 200mila abitanti di tutta la fascia jonica. L’ultima “chicca” a cui ha fatto riferimento Sapia dimostrando di essere aggiornato sui tagli che si continuano a perpetrare con l’alibi del dissesto, è la chiusura del Centro dei Trapiantati di Rossano che costringe i poveri pazienti a raggiungere Cosenza. «E chi non ha i soldi? – ha concluso Francesco Sapia – E’ costretto ad arrendersi…».
Pino La Rocca