Trebisacce-17/02/2017: La Chiesa: una realtà viva e presente (di Pino Cozzo)

Pino Cozzo
don calvosa

La Chiesa: una realtà viva e presente

di Pino Cozzo

 

La Chiesa è una, santa e universale. Tutti i cristiani, nella loro diversità, diventano un solo corpo in Cristo Gesù, in virtù e per opera dello Spirito Santo. Egli parla alla nostra coscienza, spronandola al bene ed avvertendola del male incombente. Alle “orecchie del nostro cuore” giunge la voce di Dio, che risuona nel­l’intimità più profonda del nostro essere e ci fa comprendere qual sia la via da seguire. Queste parole, questi suggerimenti interiori del Signore rientrano in quel particolare dono dello Spirito San­to che è il consiglio. Attraverso questo dono, noi siamo in grado di capire in modo pronto e sicuro, per una sorta di in­tuizione soprannaturale, ciò che va fatto e ciò che va evitato. Naturalmente, l’esercizio della virtù non esclu­de il dono, anzi si può dire che quest’ultimo corrobori e perfe­zioni, per pura predilezione di Dio, quelli che sono i nostri sforzi umani. Da un lato, noi ci impegniamo a comprendere quale sia la volontà di Dio e quali vie dobbiamo seguire; dall’altro lato, Dio stesso interviene a suggerirci, di volta in volta, quale decisione dobbiamo prendere. Il Signore non ci fa mancare la sua luce e la sua sapienza. Se siamo abituati a met­terci in ascolto della sua parola, non sarà affatto difficile com­prendere i suoi comandamenti e a metterli in pratica. La Parola di Dio ascoltata in chiesa, la luce che viene da un avvenimento, la parola umana di chi ci vuol bene, l’intuizione interiore im­provvisa sono alcuni dei modi attraverso cui lo Spirito parla al nostro cuore. Tutta la Chiesa è per sua natura missionaria. E’ inviata, nella sua totalità, ad annunciare, celebrare e testimoniare l’amore di Dio per il Suo popolo; è mandata, cioè, ad evangelizzare le genti, a portare la Parola di Dio a tutti i figli, anche e soprattutto a quelli che sono lontani, gli ultimi, che non sanno di esserlo, perché, in tal modo, tutti abbiano la possibilità di salvare la propria anima. Coloro che vivono la vita consacrata, che è il dono divino che la Chiesa ha ereditato dal suo Signore, sono chiamati più direttamente a vivere quella forma di vita che lo stesso figlio di Dio scelse di attuare, per fare la volontà del Padre, e che poi propose ai Suoi discepoli. Tutti coloro che accettano questa chiamata, che la ascoltano dalla Sua stessa voce, sono invitati a lasciare abitazione, lavoro e famiglia e ad abbracciare quell’ideale di povertà, che riescono a capire solo quelli che sono destinatari del messaggio. Rinunciando ai beni materiali, essi seguono più da vicino il Maestro, possono dedicarsi al servizio apostolico ed adottano uno stile di vita diverso dall’ordinario, evidentemente più vicino a Dio e più apertamente di fede. Il sacerdote è colui che vive lontano da tutti per essere legato a tutti, ma anche i fedeli laici sono chiamati a prendere le distanze dalla realtà e dai beni materiali, se vogliono conformarsi agli insegnamenti del Signore e professarsi cristiani. L’esperienza di fede, come l’esperienza liturgica, passa per la quotidianità degli eventi e dei luoghi. La casa di Dio è il luogo della “familiarità”, luogo di condivisione, è l’espressione più immediata e visibile della comunione ecclesiale. E’ la Chiesa posta in mezzo alle case degli uomini, è aperta a tutti ed è al servizio di tutti, ad essa spetta il compito di essere scuola della dottrina salvifica del Cristo, morto e risorto per l’intera umanità. Come amava dire San Girolamo: “Parietes non faciunt christianos” e cioè “Non sono i muri a fare cristiani”, ma, ora che la Chiesa Parrocchiale Cuore Immacolato della B.V.M. è stata ristrutturata e arredata nuovamente, certamente offre un’immagine più decorosa e più accogliente. Erano, infatti, note a tutti le fatiscenti, tristi condizioni strutturali nelle quali si era venuta a trovare da circa un ventennio. Per cui, lo stato di fatto del sacro edificio, destando serie preoccupazioni, ha richiesto un doveroso, urgente e radicale intervento di consolidamento statico e di restauro, che si è concluso alla fine del mese di novembre dello scorso anno: l’impermeabilizzazione e il risanamento esterno ed interno della struttura, la riparazione delle lesioni e il ripristino murario degli interni, la sostituzione di parte del pavimento, la pitturazione interna, il ripristino delle murature e dei manti del campanile, l’impianto elettrico e l’impianto voce, le telecamere di sicurezza. Di tutto questo, sono contenti i tre parroci, Don Vincenzo Calvosa, Don Nicola Cataldi e Don Claudio Bonavita, che con impegno e alacrità hanno seguito da vicino lo svolgersi delle varie fasi delle lavorazioni, ma ne sono contenti anche i tanti parrocchiani, che hanno visto così realizzarsi un sogno accarezzato da anni. Il Signore della misericordia e della bontà ha guidato la mente e le mani dei lavoratori, ai quali va il plauso e la riconoscenza della comunità.