TREBISACCE-05/03/2017: Dalla direzione sanitaria dell’Asp di Cosenza, dopo mesi e mesi di richieste, arrivano finalmente due nuovi ecografi ma, a distanza di lungo tempo, le attrezzature vengono tenute sotto chiave.

TREBISACCE Dalla direzione sanitaria dell’Asp di Cosenza, dopo mesi e mesi di richieste, arrivano finalmente due nuovi ecografi ma, a distanza di lungo tempo, le attrezzature vengono tenute sotto chiave. Queste le gravi contraddizioni della sanità pubblica dell’Alto Jonio: mentre non accennano a diminuire le liste d’attesa che per taluni esami prevedono tempi biblici e mentre la gente per accelerare i tempi è costretta e ricorrere ai privati, o a rivolgersi alle strutture sanitarie della Basilicata anche per esami banali, presso il CAPT di Trebisacce, dopo tante e tante richieste da parte della dirigenza, dall’Asp di Cosenza arrivano finalmente due apparecchi ecografi di nuova generazione e invece di essere messi subito in funzione per soddisfare tutti gli esami finora inevasi, vengono chiusi in un armadio e tenuti sotto chiave. Eppure si tratta di apparecchiature ormai indispensabili per indagare, senza l’emissione di pericolose radiazioni ionizzanti, su quasi tutte le parti del corpo umano e quindi utili sia nella medicina ospedaliera che in quella territoriale. Difatti i due ecografi, da quanto si è saputo, erano indirizzati, uno al Distretto Sanitario “Jonio Nord” della sede di Trebisacce, per essere utilizzato dagli specialisti del Poliambulatorio e l’altro era destinato al presidio sanitario di Trebisacce per essere anche lì utilizzato dai medici specialisti in Ecografia che prestano servizio presso l’ex ospedale “Chidichimo”. Bene, dalla data di consegna dei due ecografi, è passato oltre un mese ma l’attrezzatura, costata diverse migliaia di euro di soldi pubblici, viene tenuta gelosamente custodita sotto chiave in un armadio in attesa forse che qualcuno dei vertici aziendali venga da Cosenza a dirimere la questione che riguarda i destinatari dei due ecografi. Come si può dunque, ci si chiede, battere i piedi e indignarsi per la mancata riapertura dell’ospedale “Chidichimo” se non si riesce neanche a gestire due semplici ecografi?

Pino La Rocca