Rocca Imperiale-15/03/2017: NON RESTIAMO A GUARDARE (di Raffaele Burgo)

                                 

      NON RESTIAMO A GUARDARE

 

Non essere vittima di bullismo in silenzio. Non permettere che facciano di te una vittima. Non accettare la definizione di nessuno sulla tua vita, definisci te stesso” (Harvey Fierstein)

Il nostro vocabolario, da qualche anno, si è arricchito di un’altra parola: cyberbullismo. Di cosa si tratta? Così come il bullismo, anche il cyberbullismo colpisce le persone più indifese, con la differenza che quest’ultimo si espande attraverso internet, i social network, i forum, i messaggi sul cellulare.

Il cyberbullismo, rispetto al bullismo reale, non ha l’intento solo di aggredire o insultare il prossimo, ma diventa un atto persecutorio dato dalla percezione di non avere vie di fuga. Ciò è una delle caratteristiche principali del web e dei social network.

Fino a non molto tempo addietro c’erano i diari segreti, le pagine bianche su cui esternare emozioni, delusioni, tristezze, sofferenze e difficoltà. Era anche, per così dire, “terapeutico” chiudere quel lucchetto e lasciare tutto all’interno, come se si fosse svuotato un sacco pesantissimo da sorreggere da soli. Oggi esiste il web e per molti, soprattutto adolescenti, sembra essere diventato un diario virtuale nel quale raccontare a tutto il mondo le proprie angosce e chiedere agli altri, anche a sconosciuti, condivisione, appoggio e consigli. Tutto questo non sempre è terapeutico, anzi il più delle volte diventa un mezzo indiretto per farsi e per ricevere del male.

Purtroppo, questa bruttissima piaga colpisce più soggetti di quanti si può immaginare, molto spesso con tragiche conseguenze, infatti giovani indifesi, che vengono messi al pubblico ludibrio attraverso pubblicazioni di foto particolari, anche intime, o attraverso la messa in rete di video privati, assaliti da una vergogna che non riescono a gestire, giungono a compiere atti estremi.

L’associazione Culturale “La Fucina delle Idee”, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Rocca Imperiale-Montegiordano-Canna-Nocara ed il Comune di Policoro, all’interno dell’evento internazionale “Settimana del cervello 2017” istituito dalla Società Italiana di Neurologia, ha organizzato un importantissimo Convegno, denominato “ Bulli si diventa”.

Il Progetto ha come scopo precipuo quello di rompere il muro di silenzio che, molto spesso, per timore o per vergogna, si viene a creare e che determina soltanto un aggravarsi di un fenomeno già di per sé estremamente grave.

Il Convegno inizia con il saluto della Dottoressa Tiziana Battafarano, che ringrazia i relatori, i bambini presenti ed il numeroso pubblico, sollecitando tutti ad un razionale uso dei moderni social network e mettendo in guardia, soprattutto i più giovani, a farne uso con oculatezza, proprio perché questi mezzi, seppur utilissimi,se usati scorrettamente possono divenire una vera e propria trappola. Immediatamente dopo ha dato la parola al Dirigente Scolastico, Professor Gianmarco D’Ambrosio, il quale ha ringraziato l’Associazione Culturale “ La Fucina delle Idee” per la splendida iniziativa, lodando l’intero Corpo Docenti che, con competenza e passione ha fatto sì che tutti i bambini presentassero lavori altamente incisivi da un punto di vista emotivo. Il Dirigente ha, altresì, sollecitato famiglie e scuola a collaborare onde evitare spiacevoli episodi di bullismo.

A questo punto è iniziata una meravigliosa carrellata di giochi ed elaborati da parte di tutti i bambini presenti dell’Istituto Comprensivo che, grazie alla solerzia delle loro Insegnanti, hanno permesso di godere di momenti altamente educativi ed illuminanti, apprezzati sia dalle autorità presenti che dal pubblico in sala.

L’intervento della Dottoressa Tiziana Scarpelli, Sostituto Commissario Polizia Postale di Cosenza è stato seguito con grande attenzione, proprio perché la sua enorme esperienza nel settore ha permesso a tutti di comprendere meglio il meccanismo che sottende alla piaga sociale chiamata Cyberbullismo.

La Dottoressa Scarpelli ha detto che “ Il cyberbullismo non è un reato inteso proprio come fattispecie di reato, ma un insieme di reati che vanno dal danneggiamento personale, alla ingiuria, alla minaccia, allo stalking”. Ha messo in guardia i giovani dall’uso, ad esempio di Ask, proprio perché trattasi di social all’interno del quale si è praticamente anonimi, per cui ci si può presentare senza fornire alcuna credenziali ingannando ignari usufruitori dello stesso. Ha, inoltre, affermato che “La Polizia Postale per poter fare, per poter individuare queste persone con l’animo così cattivo e subdolo, ha bisogno della collaborazione della vittima, pertanto quando si cade in questa terribile rete è necessario denunciare, parlare con i propri genitori, con i propri docenti. Anche l’indifferenza significa essere complici, perché se un amico vede che l’altro viene aggredito oppure molestato deve riferirlo a chi di dovere”.

Molto istruttivo il filmato della Dottoressa Scarpelli, attraverso il quale tutti hanno potuto apprezzare il lavoro certosino che la Polizia Postale svolge per contrastare al massimo questo antipatico fenomeno.

Ha definito “orco” chiunque non soltanto aggredisce o minaccia un altro, ma anche chi, con modi viscidi, offende la dignità, lo stato fisico, la razza dell’amico o dell’amica, quindi anche il solo affermare “non servi a niente, sei inutile” può rappresentare un potenziale rischio di isolamento e stress psicofisico.

Un grosso plauso alla Dottoressa Valeria Pozzessere, psicologa e specializzanda in psicoterapia sistemico relazionale ed alla psicologa, Dottoressa Ilenia Vallinoto. Queste due professioniste hanno un grandissimo dono, quello della chiarezza e della sensibilità che, unite ad una enorme dolcezza, riescono ad affrontare tematiche delicatissime e difficili in modo sempre molto “profondo”, offrendo tanti spunti di riflessione.

La Dottoressa Pozzessere ha iniziato il suo intervento ringraziando i bambini, affermando di “ aver imparato da tutti voi nella giornata di oggi”, apprezzando il loro lavoro e quello dei docenti. Ha sottolineato che, molte volte, chi è vittima di bullismo tradizionale diventa poi cyberbullo, proprio per “vendicarsi” di quello che subìsce nel corso della vita. Dopo un’attenta analisi delle varie tipologie di bullismo, ha spiegato che il bullismo è un fenomeno multifattoriale, quindi può dipendere da molte cause: dalle nuove tecnologie al modo in cui la famiglia si comporta con noi( troppo permissivismo, genitori troppo autoritari, troppo iperprotettivi). La stessa scuola, ha proseguito la Dottoressa Pozzessere, non deve favorire soltanto le competenze cognitive ma anche quelle emotivo-relazionali.

Molto suggestivo il filmato che Valeria Pozzessere ha proposto, riguardante una giovane di nome Lizzie Velazquez, che soffre di una gravissima patologia che non le consente di accumulare grasso nel suo corpo, per cui si trova costretta a mangiare anche sessanta volte nel corso della giornata. Un giorno riceve la telefonata di una sua amica , che le dice di controllare il pc, in quanto su youtube hanno pubblicato un video con il suo volto con la dicitura “la donna più brutta del mondo”. Ma lei non si è lasciata andare, anzi ha studiato, si è laureata, ha scritto tre libri e gira il mondo parlando della sua esperienza.

La Dottoressa Vallinoto ha tenuto ad applaudire, anche lei, al meraviglioso lavoro dei bambini presenti, in quanto con il loro impegno hanno dimostrato come si possa iniziare, fin dalla tenera età, a comprendere un problema così grave. Con la solita perizia ha spiegato che le conseguenze del Cyberbullismo a livello psicologico, hanno un impatto sia a breve che a lungo termine: quelli a breve termine possono essere, ad esempio, mal di stomaco, disturbi del sonno, ansia, problemi di concentrazione, calo del rendimento scolastico, scarsa autostima, mentre a lungo termine possono svilupparsi delle vere e proprie psicopatologie, come depressione, fobìe sociali, idee suicidarie, comportamenti autolesivi, isolamento sociale. Questi sintomi possono presentarsi in tenera età e diventare delle vere e proprie patologie in età adolescenziale e adulta. La Dottoressa Vallinoto ha continuato, dicendo che questo problema può essere contrastato prima di tutto con la prevenzione, quindi ogni incontro come quello di oggi può essere un inizio. La scuola ha un ruolo fondamentale, in quanto è il primo luogo dove si instaurano delle relazioni sociali, quindi è necessario insegnare la cultura della diversità e del rispetto. Oltre alla scuola deve intervenire la famiglia, per cui è fondamentale che ci sia comunicazione tra queste due istituzioni. Ovviamente, importantissimo il ruolo delle Forze dell’Ordine, alle quali ci si deve rivolgere in caso di necessità, e degli psicologi, che possono dare un supporto molto importante. Bellissimo il cartone animato dal titolo “L’unione fa la forza” proposto dalla Dottoressa Vallinoto, proprio a far capire come sia necessario non isolarsi ma collaborare tutti insieme nel caso di bisogno.

Graditissimi gli interventi di Angelo Depalo, Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri sezione di Roseto Capo Spulico, il quale ha ricordato che anche quest’anno aiuteranno i bambini affetti da neuroblastoma ricoverati presso il Gaslini di Genova; del Maresciallo dei Carabinieri di Rocca Imperiale, Antonio Fanelli che, con grande dolcezza, ha parlato ai bambini del loro “segreto”, cioè del fatto che i bulli, coloro che infieriscono contro chi considerano “diversi”, un giorno potranno vedere come coloro contro i quali si accanivano saranno migliori di loro e ha portato l’esempio del grande calciatore Lionel Messi, che da bambino veniva osteggiato per il suo fisico gracile e che dopo è diventato un fuoriclasse. Ebbene, un giorno alcuni ragazzi gli chiesero una maglietta autografata e lui disse che li avrebbe accontentati purchè loro non criticassero mai i loro coetanei.

L’Associazione “La Fucina delle Idee”, grazie all’impegno profuso dalla sua Presidente, Dottoressa Tiziana Battafarano, sempre sensibilissima a tutte le iniziative culturali atte a dare quel quid in più per cercare di abbattere muri e creare momenti di aggregazione, unitamente a tutte le valenti socie, è riuscita a far mantenere alta l’attenzione su un problema molto sentito negli ultimi anni ed averlo fatto nell’ambito della scuola è ancora più meritevole, proprio perché fin da piccoli è necessario far capire che il rispetto per gli altri è sacro.

Non esiste più il rispetto nei confronti del cosiddetto “diverso” e non si tiene conto che le diversità non sempre sono da considerare negative, in quanto ognuno di noi ha interessi differenti, colori della pelle diversi, interessi soggettivi. Spessissime volte sentiamo di aggressioni verbali e fisiche  verso ragazzi obesi, omosessuali, di colore, o con problematiche psicofisiche, che vengono presi di mira pubblicamente online, sui social network, in chat varie con foto, video, frasi ingiuriose.

Le responsabilità sono da ricercare nella scuola, nella famiglia e nella società tutta e pensiamo che, oggigiorno, come dice Michele Bruson “ basterebbe che i genitori tornassero a fare gli educatori anziché i fan dei propri figli”.

Al termine di questo ennesimo evento di enorme valenza sociale, la Dottoressa Tiziana Battafarano, sollecitando ancora a fare buon uso dei social network e ricordando l’importanza dello “stare insieme” e del non isolarsi nella “rete”, ha ringraziato i valenti relatori, il Dirigente Scolastico, il Corpo Docenti per l’eccelso lavoro svolto, l’Amministrazione Comunale per la disponibilità della palestra, don Pasquale Zipparri, l’Avvocato Antonella Franco, Vice Presidente dell’Associazione “La Fucina delle Idee” e tutte le meravigliose socie, Pasquale Gallo, Assistente Capo Polizia Postale,  Franco Francesco s.r.l., Alessandra Cortese, l’allegro scribantino per aver donato i palloncini , Samuele Guerra service e la Masciali Service per aver contribuito alla realizzazione dell’evento e per i gadgets offerti,  Spider Man per la collaborazione,   Giusy Arcuri,  Francesco Latronico, Marisa Spagna e tutti ragazzi dell’Arci Servizio Civile di Rocca Imperiale.

Non dimentichiamo mai che il silenzio uccide più di qualunque altra cosa e che l’ignoranza è una delle piaghe più terribili che la nostra società possa sopportare.

RAFFAELE BURGO