Trebisacce-28/08/2017: ASL ancora senza diabetologo

Pazienti in inutile attesa (Rep.)
Poliamb. di Trebis.

TREBISACCE Fra pochi giorni (I° settembre 2016) sarà trascorso esattamente un anno dal pensionamento, per raggiunti limiti di età, dello Specialista Diabetologo (dottor Antonino Staglianò) che prestava servizio presso il Poliambulatorio di Trebisacce e, nonostante i reiterati solleciti della Direzione del Distretto Sanitario e, di recente da parte dell’assessore comunale alla Sanità Giuseppe Campanella, i pazienti di una delle patologie più diffuse e pericolose sono costretti a peregrinare da un capo all’altro della Provincia in cerca di uno specialista convenzionato, oppure a rivolgersi agli studi privati. Altro che parlare della riapertura dell’Ospedale se non si riesce ad assicurare neanche servizi essenziali di medicina preventiva. Cresce pertanto, da parte degli utenti di tutto l’Alto Jonio, la rabbia e la protesta che sfocia inevitabilmente sul web ma che, a giudicare dai risultati, finora ha trovato orecchie sorde da parte dei vertici aziendali. «I giorni passano, le stagioni si alternano ma – ha scritto una signora di Alessandria del Carretto evidentemente alle prese, in modo diretto o indiretto, con questo problema – nella periferia la sanità è sempre la stessa, immutabile nelle sue contraddizioni. Con amarezza – ha aggiunto – riscontro infatti che da oltre un anno il Distretto Sanitario di Trebisacce è privo dello Specialista Diabetologo. Eppure i professionisti non mancano. Abbiamo, sia in casa che in giro per l’Italia molti laureati in Medicina specializzati in Endocrinologia che hanno fatto domanda per occupare quel posto… ma non hanno mai ricevuto un riscontro, neanche di segno negativo. Completamente ignorati! Ma come si fa – conclude amaramente questa signora – a lasciare un vasto territorio come l’Alto Jonio senza queste figure basilari per l’assistenza sanitaria? La politica locale e quella regionale cosa sta facendo per risolvere questo problema?». Interrogativi legittimi, questi, che più che risposte verbali meriterebbero risconti concreti.

Pino La Rocca