Trebisacce-02/10/2017: Trema la terra..investiamo in tecnologia (di Walter Astorino)

Walter Astorino

Trema la terra, da qualche giorno, e sta continuando a tremare: epicentri ad Alessandria del Carretto (2.2) e in mezzo al Golfo di Taranto (2.4). Sono scosse leggere, e a Trebisacce il mio elementarissimo sensore è restato buono. Speriamo che continui a starsene così. L’ultima volta che andò in allarme fu nel luglio del 2015, in piena notte, per una scossa 3.3 nel triangolo fra Trebisacce, Amendolara e Albidona. Quella notte constatai che anche per gli eventi sismici, l’alto jonio è un fanalino di coda. In tempo reale potevo accedere a informazioni sugli eventi sismici di luoghi lontanissimi, o di altre località italiane, mentre su Trebisacce nulla, nulla… la notizia di quel terremoto arrivò da fuori… solo il giorno dopo. Tremarono gli infissi, i lampadari, mi si mosse l’anta di un armadio, ci fu qualche lieve fessurazione negli intonaci, ma il tutto alle 3.07 di notte, cogliendo la popolazione nel pieno del sonno, e se non avessi avuto il sensore che mi allertò alcuni secondi prima della scossa più forte, io stesso probabilmente non me ne sarei accorto. Siamo molto lontani da un concetto efficiente di prevenzione. Ho vissuto pochi anni fa un terremoto in Giappone, e lì la cosa  fu ben diversa; le sirene pubbliche suonarono, e immediatamente i mezzi di comunicazione, radio e TV, si misero a trasmettere informazioni di servizio per cercare di limitare i danni. La popolazione venne invitata a portarsi con calma all’aperto in zone sicure e a chiudere possibilmente i rubinetti centrali del gas, indicarono l’intensità, la possibilità di altre scosse, i centri di raccolta più vicini, l’eventualità di tsunami ecc. Andò tutto bene. Certo, se la scossa è violentissima e vicinissima, c’è poco da fare, ma per scosse mediamente forti e con epicentro non proprio sotto ai nostri piedi, si può far tanto, sia con l’allerta in tempo reale, sia con la rapidità e l’organizzazione dei soccorsi. La cosa più importante, però, è che si costruisca con criteri adeguati alla sismicità del territorio, anche se, personalmente, penso che ci sia ancora tanto da capire affinché le nostre tecnologie siano realmente efficaci, e non si rivelino invece dei boomerang, come purtroppo è talvolta avvenuto, quando costruzioni storiche sopravvissute a secoli di scosse, sono crollate dopo aver subito adeguamenti antisismici, evidentemente inadeguati. Intanto auguriamoci che la terra si fermi, ma che non si fermi lo sviluppo di una coscienza civile riguardo a questo problema, in una regione fortemente sismica come la nostra.

 
Walter Astorino