Trebisacce-26/10/2017: Ospedale: I giudici vogliono chiarezza!

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TREBISACCE Il Consiglio di Stato, Sez. III, esaminando il provvedimento di “ottemperanza” richiesto dal Comune di Trebisacce, ha chiesto al Commissario Scura spiegazioni scritte circa la mancata riapertura del “Chidichimo” come stabilito nella propria Sentenza n. 2171 del 27 aprile 2015. Per la cronaca va ricordato che da allora, pur essendo trascorsi quasi due anni, il Commissario Scura, a distanza di un anno dal pronunciamento dei giudici togati, si è limitato solo ad emettere il Decreto n. 30 dell’aprile 2016 che prevede l’apertura di un “Ospedale di zona disagiata”. Decreto che però è rimasto solo sulla carta perché, per responsabilità ascrivibili alla struttura commissariale ma anche alla politica regionale ed ai vertici dell’Asp Cosentina, non è stato seguito da atti concreti e consequenziali tali da rendere esecutiva la Sentenza del Consiglio di Stato. A questo punto i giudici di palazzo Spada, dopo aver sentito le ragioni del Comune rappresentate nel corso dell’udienza del 19 ottobre scorso dall’avv. Giuseppe Mormandi e dallo stesso sindaco Franco Mundo, hanno ritenuto necessario, prima di provvedere in ordine all’ottemperanza del giudicato, acquisire dallo stesso Commissario Scura una dettagliata relazione che illustri la situazione fattuale, quale ad oggi si è cristallizzata, nonché quali siano gli atti posti in essere dall’amministrazione in esecuzione  della Sentenza… per cui hanno ordinato allo stesso ing. Scura di depositare una relazione scritta e dettagliata fissando l’udienza del  21 dicembre 2017 per la discussione in Camera di Consiglio e proseguire quindi con il giudizio. Questo, in sintesi, è quanto riportato in una nota del sindaco Francesco Mundo secondo cui i Giudici vogliono sapere che cosa è stato fatto per rendere operativo almeno il cosiddetto “Ospedale di zona disagiata” che, come è noto, prevede il Pronto Soccorso, la Divisione di Medicina, il Day-Surgery di Chirurgia ed i servizi di Diagnostica. «Niente di tutto ciò, – ha scritto il primo cittadino, anche se – ha aggiunto – il “giudizio di ottemperanza” del Consiglio di Stato sancisce il ripristino dello “status quo ante”, ossia la riapertura di un Ospedale Generale com’era prima della chiusura del 2010, con annessi, quindi, il Pronto Soccorso, le Divisioni di Chirurgia, Medicina e Cardiologia-Utic, oltre ai laboratori di Radiologia e Analisi con posti di Primariato. Il pronunciamento dei Giudici – ha aggiunto l’avv. Mundo – suona dunque come una severa bocciatura della classe politica e del management dirigenziale che non hanno inteso finora dare corso, né alla Sentenza del Consiglio di Stato, né al proprio Decreto». Dopo aver ringraziato l’avv. Mormandi, patrocinatore della causa per conto del Comune, per la professionalità e la competenza con cui sta incalzando la Suprema Corte, ha inteso «stigmatizzare il comportamento degli organi sanitari regionali e provinciali che, dopo oltre due anni dalla Sentenza, ancora non hanno attivato neanche il Pronto Soccorso, facendo venir meno la fiducia dei cittadini e rendendo peraltro inutile anche  le decisione di “buona politica” di previsione dell’Ospedale di zona disagiata». Ma non è tutto, perché il sindaco Mundo, accusa il management di non essere stato in grado neanche di destinare 4/5 medici a Trebisacce per le attività connesse al CAPT e di procedere con i lavori di adeguamento degli ambienti per aprire la Divisione di Medicina. Altro grave e incomprensibile ritardo, secondo l’avv. Mundo, riguarda il mancato avvio dell’appalto per il ripristino delle Sale Operatorie, sebbene il relativo progetto sia stato già approvato e la Regione abbia già deliberato l’attribuzione dei fondi. «Non siamo disposti a tollerare ulteriori ritardi e perciò, – ha concluso il primo cittadino annunciando che quanto prima ci sarà una Conferenza Stampa con l’avv. Mormandi ed un consiglio comunale aperto sui problemi dell’Ospedale – stante il generale silenzio degli organismi decisionali e dei rappresentanti politici, è necessario più che mai uno scatto di orgoglio da parte dell’intera rappresentanza regionale e nazionale per dare, non solo certezza del diritto, ma per riaffermare, se ci riusciamo, i principi costituzionali di tutela del diritto alla salute al fine di dare credibilità e favorire il riavvicinamento dei cittadini alla politica e la fiducia nella Magistratura».

Pino La Rocca