Trebisacce-18/11/2017: IL RISPETTO DELLA LEGGE E IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI

IL RISPETTO DELLA LEGGE E IL RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI

Ho avuto l’opportunità e il piacere di partecipare all’assemblea dei sindaci ,organizzato dall’ANCI e dal Presidente della Camera a Montecitorio, tenutasi  giorno 13 novembre a Montecitorio per discutere e parlare delle città del futuro

Ho avuto l’opportunità e il piacere di partecipare all’assemblea dei sindaci ,organizzato dall’ANCI in accordo con il Presidente della Camera dei Deputati, tenutasi  giorno 13 novembre a Montecitorio per discutere e parlare delle città del futuro.

L’appuntamento, che si è svolto proprio a ridosso della discussione sulla legge di Bilancio, ha mirato a sottolineare lo sforzo quotidiano di sindaci e amministratori locali per raccogliere le sfide dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, sociale, finanziaria

Gli interventi sono stati concentrati proprio sulle migliori pratiche messe in atto nei Comuni italiani per trovare soluzioni alle sfide del futuro, per una più efficiente amministrazione e per la salute ed il benessere dei cittadini.

Tanti sono stati gli interventi,ma nessuno ha parlato della salute  dei cittadini e del loro diritto costituzionalmente sancito,per una prospettiva futura per migliorare la qualità della vita.

Ho chiesto di intervenire,ma era già tardi ,bisognava prenotarsi molti giorni prima.

Avrei voluto parlare di quanto previsto dall’art. 3   cost. e della buona pratica amministrativa posta in essere dal comune di Trebisacce, per veder riconosciuto il diritto alla salute,prima attraverso una pronuncia giudiziaria (cfr. Cons, di Stato 1551/2015) e poi con il decreto del commissario ad acta per il piano di rientro n° 30/2016,ma soprattutto della certezza del diritto e dell’applicazione della legge e degli atti amministrativi.

Infatti, per parlare di futuro,bisogna prima guardare al presente e in ogni caso collegare idealmente la predisposizione e previsione dei servizi essenziali e poi progettare nuove pratiche,attività e iniziative.

Altrimenti è come se si iniziasse a costruire una casa dal primo o secondo piano,anziché dalle fondamenta.

Allora,poichè riteniamo ribadire con forza ,non solo la necessità della riapertura dell’ospedale di Trebisacce ,ma attuare buone pratiche amministrative ,peraltro indipendenti dalla nostra volontà,e in presenza di atti giudiziari e amministrativi già regolarmente adottati,abbiamo convocato il consiglio comunale aperto per sabato 18 novembre al quale abbiamo invitato parlamentari, consiglieri regionali,rappresentanti istituzionali e sindaci per denunciare con forza un ingiustificabile ritardo della politica e degli organi amministrativi preposti.

In tale contesto, in un Paese democratico e serio, non dovremmo essere qua a riflettere sulle cause e responsabilità di un diritto ad oggi negato,giudiziari mante riconosciuto e confermato da atti amministrativi di organi della stato,come il Commissario ad acta per il rientro del debito sanitario nominato proprio dal governo.

E’ naturale che una volta adottato l’atto,lo stesso deve essere applicato.

Questo vale sia per la sentenza del consiglio di Stato ,che per il decreto commissariale  che prevede l’istituzione dell’ospedale di zona disagiata ,che non è l’Ospedale preesistente .

Allora non è concepibile che ancora una volta bisogna ricorrere alla giustizia amministrativa per dare esecuzione alla sentenza,dopo che peraltro alla pubblica amministrazione competente(Commissario ad acta piano di rientro sanitario e ASP provinciale)l,era stata già ordinata  dare esecuzione alla sentenza.

Non è più concepibile il “palleggiamento” delle responsabilità e la  dilatoria motivazione della mancanza di personale,soprattutto dirigenti medici anestesisti,oppure dell’assenza di risorse per ristrutturare le sale operatorie,quando è stato già approvato il relativo progetto proprio a seguito di incarico da parte dell’ASP.

La legge prevede che nel momento in cui si approvano i progetti,bisogna avere anche la relativa copertura finanziaria.

Non penso che ciò sia una buona pratica amministrativa,ma sicuramente il necessario e presupposto atto ordinario della pubblica amministrazione,per non incorrere nel rischio di generare illegittimità o ancora più grave illegalità.

In tale contesto,abbiamo ritenuto utile ed opportuno dopo due anni dalla pronuncia giudiziaria,convocare  il consiglio comunale allargato alle forze sociali,sindacali ,terzo settore e organi amministrativi periferici e statali,non solo per far conoscere ai cittadini dell’alto Ionio e della sibaritide la realtà dello “stato dell’arte”, ma soprattutto far conoscere responsabilità e i ritardi e per l’effetto decidere sul percorso da avviare per il riconoscimento del giusto diritto alla salute dei cittadini.

La nostra non vuole,e essere una rincorsa dietro altre legittime rivendicazioni di altri territori,ma semplicemente capire perché a Trebisacce ancora non sono state avviate le attività ospedaliere.

Nessuno ci venga a dire che la commissione per l’accreditamento ospedaliero ha prescritto l’adeguamento di qualche bagno nell’attuale divisione di lungodegenza, peraltro tipica ospedaliera, di recente costruzione, da trasformare in divisione di medicina,cosi come previsto già nel DCA.

Nessuno ci venga a dire che mancano gli anestesisti,i medici o che le sale operatorie sono inutilizzabili,altrimenti tutti diremmo perché allora abbiamo adeguato e ristrutturato il Pronto Soccorso;perché abbiamo redatto e approvato il progetto di ristrutturazione delle sale operatorie e della dialisi; perché abbiamo inserito Trebisacce nella rete ospedaliera e previsto la spesa anche nel nuovo bilancio di previsione dell’ASP approvato proprio il 31.10.2017.

Nei nostri ragionamenti e rivendicazioni razionali e politiche,abbiamo anteposto sempre l’osservanza e il rispetto della legge.Però, di fronte a molteplici contraddizioni e inadempienze ,sentiamo il dovere per quello che rappresentiamo,di iniziare ad alzare la voce e gridare il forte disagio e dissenso, di fronte a continue e palesi ingiustizie che la città di Trebisacce e l’Alto Ionio non possono più accettare.

Così, come non vogliamo credere che ci sono  “forze oscure” che impediscono l’apertura dell’ospedale, per chi sa quali reconditi interessi o gelosie verso l’amministrazione comunale o ancora di più verso il sindaco.Non ultimo non possiamo pensare che ancora non ci sia la volontà politica.

Al di là di ciò, crediamo e sosteniamo la battaglia del presidente della regione on. Mario Oliverio, diretta  a consentire ai calabresi la gestione e la programmazione della sanità nella regione,senza Commissario ,ma soprattutto limitare e ridurre la migrazione sanitaria passiva e migliorare i LEA(i più bassi d’Italia),attivando anche gli ospedali di frontiera con il compito proprio di drenare l’emigrazione sanitaria.

Proprio in questi giorni il Presidente della Regione ha diffuso dati spaventosi sulla migrazione sanitaria aumentata del 50% rispetto al 2010 , quando erano 200 milioni  per passare ad oltre 300 ,segno evidente della necessità dei Calabresi di emigrare per farsi curare,anziché rimanere in Calabria,dove spesso non si trova neanche un posto letto per  ricoveri urgenti.

Certo, la riduzione di questo enorme deficit, non può avvenire attraverso l’apertura di piccoli ospedali,ma siamo consapevoli che bisogna migliorare la qualità dei servizi ospedalieri con primari e medici competenti.Ciò sarebbe un’importante di inversione di tendenza , che ha caratterizzato sino ad ora la voragine del debito sanitario

In tale contesto riteniamo appunto fare chiarezza, comprendere realmente quali sono i fatti e atti che impediscono la riapertura dell’ospedale di Trebisacce. Non comprendiamo perché ,sebbene il consiglio di Stato,abbia statuito l’annullamento del decreto 18/2010 ordinando alla pubblica amministrazione competente(ASP-Commissario ad acta per la sanità) la riapertura dell’ospedale di Trebisacce ,ancora dobbiamo ricorrere alla giustizia per l’attuazione della sentenza, spendendo altre risorse del bilancio comunale e sprecando ulteriore tempo..

Soprattutto oggi,sarebbe importante per la politica Calabrese mandare un grande segnale di speranza ai cittadini di questo lembo periferico della Calabria nord,facendo intravedere realmente la tutela degli interessi dei cittadini, a scapito di alchimie di partito e di schieramento.

Sarebbe un segnale importante che servirebbe a cambiare un pensiero comune diffuso:riavvicinare i cittadini alla politica e dare credibilità alle istituzioni.

Il ritardo non è più tollerabile,così come non sono tollerabili i bizantinismi e le scuse le mistificazioni di coloro che dovrebbero alimentare almeno speranze e invece cancellano i diritti e alimentano rabbia e delusione.

Noi ancora ci crediamo perché vogliamo essere interpreti ed espressione della buona e sana politica, della serietà.,della passione e dell’impegno e, per questo,ancora abbiamo forza per lottare insieme ai nostri concittadini per riaffermare e chiedere con forza il riconoscimento dei diritti  e il rispetto della legge e degli uomini.

Lo dobbiamo fare per coloro che soffrono, per i tanti feriti che che trovano cure immediate per mancanza di ospedale e spesso muoiono,ma soprattutto per Lucrezia,l’ultima giovane vittima di Trebisacce , che ha trovato la morte,proprio ieri nell’ennesimo incidente sulla SS 106 bis.

,soprattutto per coloro che soffrono .

Avv. Francesco Mundo

Sindaco di Trebisacce