Trebisacce-23/12/2017: Il Natale: la magia di una grande festa ( di Pino Cozzo)

Pino Cozzo

Il Natale: la magia di una grande festa

di Pino Cozzo

 

Già dai tempi delle prime comunità dei credenti, animate dallo Spirito Santo e guidate dagli apostoli e dai discepoli di Gesù, si cerca di penetrare progressivamente nella profondità del Mistero del Signore, e di comprendere che tutta l’esistenza è rivelazione di Dio, causa della nostra salvezza e motivo di gioia e di speranza. Questo perché anche tutti gli episodi più rilevanti di un tale evento,  che ha mutato il corso della storia dell’uomo e che ha segnato tutte le tappe dell’umanità, lasciano già intravedere e presagire ciò che poi si compirà pienamente nella Pasqua di risurrezione, e cioè, che Iddio viene in mezzo a noi per salvarci e riportarci alla comunione con Lui. Si narrano avvenimenti e ricordi, fedelmente e gelosamente custoditi, e trasmessi nell’ambito della famiglia e delle comunità cristiane, che ora vengono compresi nel loro pieno significato. Nella nascita del Messia, piccolo e povero tra i poveri, viene anticipata la suprema e magnifica povertà del Crocefisso, e così comincia a risplendere la Gloria di Dio, intesa come atto straordinario di amore e di donazione. Nel suo lavoro quotidiano e di normali contatti con i suoi concittadini, Gesù ci dimostra come Lui sia una persona normale, fatta di passioni e di sentimenti, di ansie e di preoccupazioni. Poi, la fede genera un movimento incessante di ricerca, di mistero e di fratellanza. Professare il proprio credo in Lui significa accogliere la pienezza del Suo mistero, così come è stato rivelato e come ci è stato trasmesso e insegnato. Vanno, dunque, superate tutte le visioni riduttive, fuorvianti o ideologiche: solo la consapevole e totale fede nel Signore, nato per salvate l’intera umanità, ci consente di poter testimoniare con forza e consapevolezza la vera identità del cristiano e di aprirci al dialogo con gli altri confessori di diverse religioni e, soprattutto, con i non credenti. Con l’incarnazione, il Figlio stesso di Dio si è unito a noi, ha operato con mani d’uomo, ha pensato con una mente d’uomo, ha agito con la volontà di un uomo, ha amato con un cuore d’uomo, ma senz’altro di più. Nascendo dalla Vergine Maria, una normale ragazza, si è fatto uno di noi, simile in tutto, fuorché nel peccato. La fede non è una scelta, è invece un dono dello Spirito Santo, che la anima, la sostiene, l’alimenta, rendendo accettabile ogni avvenimento della nostra vita, ed essendo un dono, dobbiamo metterci nella disposizione d’animo di poterlo accogliere. In tal modo, ogni persona, in un disegno preordinato da secoli, acquista un valore unico ed assoluto, è parte di un progetto eccelso ed imperscrutabile, è chiamata alla eterna comunione con Dio nell’eternità, in una dimensione di spirito, corpo, cultura, famiglia e società. E la fede opera per mezzo della carità, quella stessa dimostrata dal viaggio dei magi e dal loro negare la collaborazione ad Erode, nell’anelito di ogni cristiano verso la definitiva perfezione che va oltre la storia e si perde nell’eternità, che sperimenta già nella vita terrena, si sente risanato, assapora la beltà del vivere, anche nel lavoro e nella sofferenza, che lo assimilano al Cristo. Chiunque segue Gesù, che è uomo perfetto, come i magi, i pastori, gli umili del tempo, diventa anche lui perfetto, scopre con piacere e soddisfazione di essere infinitamente amato e di poter egli stesso amare in modo illimitato. Cerchiamo di essere allora degli specchi, che assorbono questa grande gioia e la irradiano verso gli altri, i malati, gli emarginati, gli afflitti, i sofferenti, che vedano in noi dei segni vivi, che vedano sul nostro volto e nei nostri gesti la figura del Bambinello di Betlemme, che da quella umile culla ci trasmette forza e vitalità per affrontare le dure sfide della vita.  Condividiamo questo messaggio con la comunità, professiamolo insieme, con un solo linguaggio, e chiediamo il santo aiuto di Maria, fragile e forte ragazza che si è affidata pienamente a Dio, con la sua infinita fede, perché si adempisse il progetto di salvezza dell’umanità, e fosse corredentrice insieme col suo figlioletto, che è via da seguire, verità da proclamare e vita da generare.