Trebisacce-02/02/2018: Omaggio a Michele Lofrano, poeta e uomo d’altri (di Salvatore La Moglie)

Michele Lofrano

Salvatore La Moglie

Omaggio a Michele Lofrano, poeta e uomo d’altri

 tempi che sognava un mondo migliore.

Per ricordare un uomo che continuerà a vivere nei cuori di quanti lo hanno conosciuto e apprezzato, la Redazione de La Palestra propone, per i suoi lettori, la Prefazione che Salvatore La Moglie ha scritto per il volume della sua opera che sarà pubblicato tra qualche mese.

 

 

   Il consistente e gradevole volume del poeta autodidatta Michele Lofrano, nel quale troviamo anche tanti pensieri e tanti ricordi sottoforma di bozzetti e quadretti letterari, piccoli pezzi di vita, aneddoti, ricordi, riflessioni e pensieri vari che trasudano grande umanità e grandezza di pensiero, è un’opera che meritava, senza dubbio alcuno, gli onori della pubblicazione. Da troppo tempo l’Autore lo aveva, quasi con pudore, tenuto nel cassetto ma adesso è giunto finalmente il momento di vedere la luce nella forma che si merita, e cioè quella del libro.

   I testi poetici, come del resto quelli in prosa, presenti in Poesie, prose, ricordi e pensieri sono scritti in maniera semplice ma sempre ricchi di significati e di parole che non possono non emozionare e trasmettere valori alti e nobili a chi li legge.  Essi sono scritti in lingua ufficiale ma anche nel dialetto albidonese e/o trebisaccese e anche in un misto di lingua e di dialetto laddove il testo lo richiede. I temi e i motivi sono tanti: la vita e la morte, l’amore, la pace, la guerra, il tempo che scorre inesorabile, l’attaccamento alla vita, l’amore per la natura e per la sua bellezza, la solitudine, l’illusione della felicità che si vede sempre più inconsistente, l’irripetibilità dell’esistenza di ciascuno di noi e la voglia di vivere la vita nella sua pienezza  (Vi dico a tutti/ vogliamoci bene/ che la vita una sola volta viene./ La nostra vita è/ una ricchezza infinita…).

   Tra le riflessioni che colpiscono ce n’è una sul periodo della Seconda Guerra Mondiale durante il quale il giovane poeta teme che per quelli della sua classe, della sua età possa essere la fine con la morte violenta nell’assurdità della guerra e, così, il diciottenne Lofrano scrive, insieme al suocero, una canzone: Poveri noi del 24, a 18 anni andare a combattere, poveri noi ragazzini, chissà se abbiamo fortuna di ritornare al nostro paesino…

   Tra le tante poesie colpisce, per es., quella in cui il tema è la pace contrapposta all’assurdità e alla stupidità della guerra. Ne La pace nel mondo, infatti, si legge: La pace è tanto bella/ che fa brillare/ la luna, il sole e le stelle./ Fa brillare il mondo intero,/ come è bella da vedere… Come colpisce quella intitolata Il girandolone di Trebisacce in cui si parla dell’inutile ricerca della felicità su questa terra: Ho girato il mondo/ per trovare la felicità/ più profonda:/ in oriente, in occidente/ in tutti i continenti,/ ma ho girato inutilmente… O ancora quella dedicata alla Solitudine: Solitudine amara,/ mi fai solo piangere e sospirare,/ non sai che ferire,/ mi costringi a morire,/ in mezzo a tanta gente… O, infine, quella ispirata al mistero della luna nell’universo (La luna), in cui il poeta dice che la vita è una passione, una grande passione che ci spinge a sognare e a cercare sempre più di scoprire le profondità e il grande mistero della vita e di questo nostro strano mondo in cui, direbbe il filosofo Heidegger, siamo, misteriosamente, gettati: La vita  è una passione./ Sogno di volare sulla luna…/ Vorrei andare ancora più profondo/ per scoprire questo strano strano mondo…

   Insomma, quella di Lofrano è un’opera varia e ricca, ricca soprattutto di insegnamenti e di esempi di rara eticità di cui le giovani generazioni dovrebbero cibarsi per irrobustire la loro vita morale e intellettuale così messa a dura prova dall’insidioso mondo di internet e dei social network. Un’opera, quella dell’ancora attivo ultranovantenne poeta albidonese, da leggere attentamente e su cui attentamente meditare, anche perché vuol essere un lascito altamente umano e altamente etico di una generazione ormai sorpassata dai bei tempi postmoderni in cui viviamo per le generazioni di oggi che appaiono così distanti da certi valori e da certi ideali di un tempo che è stato e che forse non tornerà mai più.

 

Salvatore La Moglie