Rocca Imperiale-01/05/2018:1° Maggio 2018 (di Giuseppe Iannarelli)

 
 

1° Maggio 2018

Oggi 1° maggio 2018, festa del lavoro o dei lavoratori, i sindacati in linea congiunta celebrano questa giornata con un tema tanto drammatico quanto lo può essere una guerra “SICUREZZA SUL LAVORO”. 
Ma cos’è oggi il lavoro e chi, o meglio cosa sono oggi i lavoratori.
Stiamo parlando di merce, nel senso più netto della parola, pura merce di scambio che nell’ambito del processo produttivo è classificata come costo aggiuntivo alla realizzazione del prodotto, dunque prestiamo bene attenzione, non costo aggiuntivo al valore del prodotto, ma spesa per realizzarlo. Quando si parla di prodotto ci si riferisce nella fattispecie a tutto ciò che, oggi in una società dove è predominante il capitalismo più spietato associato ad un consumismo sfrenato e senza logica di utilità, rappresenta materia di lucro o speculazione.
Dunque come tutto ciò che si può produrre, anche il lavoro in base a tale principio rientra nella logica di prodotto in quanto materia sulla quale si può lucrare o speculare.
Inutile dire che in una logica simile, cadono tutti quei vincoli che dovrebbero tutelare il lavoratore in quanto questi, non è più considerato come essere vivente ma come mezzo per la produzione di lavoro.
Da un mezzo acquistato per la produzione di un qualsiasi bene, ci si aspetta massima resa al minimo costo, oggi non esiste altro termine o altro principio più appropriato per meglio definire il lavoro ed il lavoratore, appunto inteso come mezzo per la produzione di un bene.
Nel contesto attuale, il lavoratore rappresenta l’elemento chiave utile affinchè la società della quale tutti facciamo parte abbia una logica ed un ciclo definito. Il lavoratore è colui che produce beni e servizi, ma a sua volta è anche colui che consuma beni e servizi, mentre il capitalista non è altro che colui che, usa il lavoratore per produrre beni e servizi che poi venderà al lavoratore stesso ad un costo eccessivamente più alto rispetto all’investimento iniziale.
Una società, per essere ritenuta tale, necessita di diversi elementi, ma soprattutto si deve basare
su regole e leggi che ne determinano una civile convivenza fra i singoli elementi che la costituiscono.
Entra a questo punto in scena lo Stato, che poi altri non sarebbe se non il popolo sovrano che per mezzo dei suoi rappresentanti, i cosi detti politici, promulga leggi e organizza la vita sociale del paese, ultimo ma non ultimo si adopera affinchè ogni singolo cittadino abbia pari diritti, pari opportunità e pari doveri a qualsiasi altro cittadino membro della società.
Inoltre lo Stato gestisce tutti quei beni o risorse che sono proprie del territorio sul quale si erge e del quale è altresì sovrano.
Cosi come nella gestione della vita sociale, anche nel mondo del lavoro, lo stato occupa un ruolo di fondamentale importanza, in quanto, con le sue leggi fa si che il lavoratore possa lavorare in piena sicurezza e con una retribuzione adeguata alle sue prestazioni, al suo grado di preparazione o livello di istruzione, ma soprattutto nel pieno rispetto di tutte quelle regole e leggi che differenziano il lavoratore in quanto essere umano dal lavoratore in quanto macchina da lavoro.
Tutto questo sarebbe verosimilmente realizzabile se lo stato non fosse assoggettato al capitalismo e se gli stessi capitalisti non fossero oggi gli elementi portanti dello stato.
Oggi, 1° maggio 2018, non nel rispetto di tutti noi lavoratori fortunatamente ancora vivi, ma nel rispetto di tutti quei LAVORATORI morti di lavoro, senza andare lontano nel tempo, ma dai soli primi mesi di quest’anno, io chiedo a tutti coloro che si sono riempiti la bocca di belle parole, dai rappresentanti di stato ai rappresentanti di categoria, i cosi detti sindacati. Io chiedo a questa gente 
RISPETTO, perché se non provano vergogna per essere scesi a patti con un capitalismo senza etica e senza morale ed aver svenduto a questi, i lavoratori, attraverso leggi che hanno alienato i più elementari diritti a tutela della salvaguardia del lavoratore e della sua incolumità/sicurezza sul posto di lavoro, dunque ribadisco se non provano vergogna, devono avere almeno RISPETTO PER TUTTI I NOSTRI FRATELLI E SORELLE, PADRI E MADRI DI FAMIGLIA MORTI DI LAVORO.
Questa gente non può oggi parlare di diritti del lavoratore e sicurezza sul lavoro. Dopo essersi resa complice se non promotrice di leggi quali il Jobs Act, abolizione dell’Art. 18, legge Fornero. 
Non può oggi farsi vedere nelle piazze o nei palazzi di governo e riempirsi ancora la bocca di proclami e rivendicazioni che hanno tutta l’amarezza e l’ironia della verità in bocca al bugiardo.
Oggi sindacati è politici parlano dell’urgenza di un governo che si occupi prima di tutto di lavoro e diritti dei lavoratori, ma forse il senso di tutto ciò risiede nel fatto che, senza un governo questa gente non avrebbe più alcuna ragione di essere.
Sarà festa dei lavoratori, quando veramente ogni uno avrà pari diritti e pari opportunità, quando prima di tutto prevarrà la dignità e la tutela del lavoratore sul posto di lavoro, quando il lavoro stesso si baserà su principi che premiano il merito e non la raccomandazione, quando il lavoro stesso sarà considerato un semplice diritto comune a tutti i cittadini e non un privilegio a chi viene concesso.
Quando il LAVORO sarà la piena realizzazione e la più fiera espressione di chi lo esercita.
IL LAVORATORE DEVE ESSERE FIERO ED ORGOGLIOSO DEL PROPRIO LAVORO,
IL LAVORO È DIGNITÁ NON ALIENAZIONE.

Giuseppe Iannarelli