Trebisacce-29/05/2018: Ripartirà finalmente il Crotone-Milano

Staz.-di-Sibari
Stazione di Rossano

TREBISACCE Ci vorranno ancora tre anni di lavori, ma sta finalmente per essere riesumato e rimesso in circolazione l’indimenticabile Milano-Crotone, il treno a lunga percorrenza che per oltre 50 anni, a partire dal dopoguerra, ha unito la Calabria Jonica al resto d’Italia. Salendo infatti sulle due carrozze dedicate, in partenza prima da Crotone e successivamente da Catanzaro-Lido, anche il calabrese della fascia jonica poteva arrivare a destinazione senza dover scendere, armi e bagagli, e salire su un altro treno per arrivare a Bologna, a Milano e a Torino. Il prossimo 10 giugno partiranno infatti i lavori di elettrificazione della Linea Ferroviaria Jonica sul lungo tratto Sibari–Crotone–Catanzaro Lido, la qual cosa comporterà l’inevitabile interruzione della circolazione ferroviaria e l’attivazione dei pulman sostitutivi sul tratto Sibari-Rossano (nel tratto Rossano-Cz-Lido i lavori saranno eseguiti di notte), ma l’elettrificazione dei binari renderà compatibile il ripristino del Milano-Crotone che, da quanto sostengono gli addetti ai lavori, è stato soppresso e non più riattivato per motivi tecnici, e precisamente perché i locomotori a gasolio non dispongono del congegno di apertura sincronizzata delle porte dei vagoni che viene comandato dal macchinista del treno. Cosa resa obbligatoria dalle nuove norme sulla sicurezza. Per la verità sono trascorsi quasi quaranta anni da quando si è cominciato a parlare di elettrificare la Ferrovia Jonica, la cui importanza era ed è tuttora strategica per il trasporto su rotaia non solo per la Calabria, ma anche per la Basilicata, la Puglia e la Sicilia. Nel 1991 sono anche partiti i lavori, tanto che i binari sono stati elettrificati sul tratto Sibari-Metaponto e successivamente sul tratto Sibari-Cosenza, ma non verso Crotone-Catanzaro-Lido-Reggio Calabria, per cui tutti i treni a lunga percorrenza sono stati dirottati sulla Tirrenica, mentre i treni sulla Jonica sono rimasti sempre a trazione diesel, salvo a scomparire del tutto sul tratto Sibari-Metaponto, dove gran parte dei treni sono stati sostituiti dagli autobus. Secondo le informazioni di RFI e della regione Calabria il crono-programma prevede il completamento del 50% dei lavori di elettrificazione entro dicembre 2018 e l’altra metà entro giugno 2019 allorquando inizieranno gli interventi di rinnovo dei binari, degli scambi e della graduale eliminazione dei passaggi a livello. Per l’estate del 2020 tutto il tratto sarà elettrificato e sarà così completato l’intero corridoio ferroviario jonico che si potrà percorrere con indiscutibili benefici per l’economia, per la mobilità e per gli scambi socio-culturali attraverso questa storica opera destinata a cambiare il volto di mezza regione Calabria. Ad iniziare dal ripristino dei treni a lunga percorrenza, tra cui, oltre all’Inter-City Notte Catanzaro Lido-Crotone-Milano, una Frecciargento Crotone-Catanzaro-Lido-Roma-Termini sulla direttiva Sibari-Metaponto-Salerno-Napoli-Roma. Ma oltre ai treni a lunga percorrenza, dell’ammodernamento e dell’elettrificazione della Linea, sulla quale sarà possibile finalmente raggiungere i 150 km. l’ora, si avvantaggerà anche il trasporto sul breve raggio, con il risultato che una buona fetta di utenza si sposterà dalla strada alla rotaia riducendo così l’incidentalità della famigerata S.S. 106. Per tutto questo, oltre alle battaglie civili condotte dall’associazione “Ferrovie in Calabria”, che non ha mai smesso di incalzare RFI e le istituzioni preposte ed alle pittoresche ma efficaci battaglie condotte dal rossanese Euristeo Ceraolo Delegato-Ciufer e promotore del Movimento “Ridateci il treno perduto”, va dato merito all’attuale esecutivo della regione Calabria ed in particolare all’assessore Roberto Musmanno che, dopo decenni di totale disinteresse, ha contribuito a riprendere il progetto dell’elettrificazione della Jonica che si era arenato da oltre 25 anni. «Oggi, finalmente – ha scritto Roberto Galati portavoce di “Ferrovie in Calabria” – la nostra Regione, grazie all’ingente mole di investimenti derivanti dalla “Cura del Ferro”, si avvia a diventare un esempio virtuoso per tutta l’Italia, destinato a cambiare in positivo il volto della nostra terra: dove, infatti, – ha ammonito Roberto Galati – c’è una ferrovia moderna, c’è sviluppo, ci sono scambi economici e sociali e c’è maggiore evoluzione dei popoli da essa connessi, come del resto dimostrano i paesi più avanzati del mondo, e come ci ha da sempre insegnato la storia».

Pino La Rocca