Trebisacce-02/10/2018: Si sgonfia e sfocia nelle aule giudiziarie il caso del Liceo

Liceo Galilei Trebis.

TREBISACCE Sul “caso” del Liceo “G. Galilei” Trebisacce, che sta facendo molto discutere in questi giorni, registriamo la replica del prof. Brandi Cordasco Salmena di San Quirico legale di fiducia della dirigente scolastica Maria Rosaria D’Alfonso. In realtà è dura la presa di posizione del prof. avv. Giovanni Brandi Cordasco Salmena nei confronti degli articoli apparsi sulla stampa sul “caso” dell’Istituto, a suo dire fomentato dalla lettera di alcuni studenti inizialmente rivolta alla precedente dirigente scolastica Laura Gioia e successivamente alla dirigente scolastica attuale e, secondo l’Avvocato della D’Alfonso non si capisce a che titolo, anche al sindaco della città che, a dire del prof. Cordasco, secondo una certa opinione ne starebbe facendo una bandiera elettorale. Ecco allora che, in seguito all’ennesimo articolo pubblicato sulla stampa, il legale ha deciso di rompere il silenzio con il quale, a suo dire, ha reagito finora alle ingerenze, endogene ed esogene allo stesso Istituto subite dalla sua assistita e di dire tutta la verità. «Tutto ciò – ha premesso il legale di fiducia della D’Alfonso – con rammarico, essendo comunque una sconfitta collettiva il voler condurre una dialettica scolastica in un contesto improprio quali sono la politica e le sue strumentalizzazioni, anche giornalistiche». Questo comunque, alla lettera, il resoconto elaborato dall’Avv. Giovanni Brandi Cordasco Salmena: «Il caso muove da una lettera che solo dopo la comunicazione degli scrutini, alcuni studenti (sono solo 6 quelli che hanno chiesto di trasferirsi ad altro Istituto a causa della vicenda) hanno rivolto alla prof. Laura Gioia, allora reggente del Liceo, per via di una certa severità di alcuni docenti, di cui tuttavia confermavano e confermano il rilievo didattico, dei programmi e dell’insegnamento. Studenti peraltro promossi anche all’esito di esperienze prestigiose maturate tra le altre sedi presso la “Dante Alighieri” di Salerno. Né durante l’anno, nei previsti colloqui scuola-famiglia si è mai accennato ad alcun problema. Rispetto a tali richieste, sostenute diseducativamente da qualche docente di non lunga carriera se non di fresca nomina, certo più compatibile con taluni capricci degli studenti, è stata considerata, dall’ex Dirigente Gioia, l’opportunità di spostare alcuni insegnanti ad altre classi, pubblicando, in piena estate, una Determina successivamente annullata. La decisione di sacrificare alcune rinomate risorse rispetto alle pressioni di pochi studenti svogliati, non è stata condivisa dalla D’Alfonso la quale, subentrando nel possesso della sede, ha voluto indagare il caso fino in fondo. Dall’esame dei fatti, interpellati più e più volte gli studenti con i propri genitori, nulla è stato obiettato ai docenti dei quali si lamentano, se non che debbano studiare per raggiungere i voti che rispecchino il loro grado di maturità. La Dirigente D’Alfonso ha constatato, semmai, come dietro il caso muovano dinamiche ancestrali in danno di taluni docenti che in più occasioni hanno dovuto difendere, anche in Tribunale, i propri diritti a causa della loro professionalità (riconosciuta, tra l’altro, con lauree honoris causa e con l’invito di inaugurarne l’anno accademico, rivolto loro da rinomate università, anche straniere); e un mobbing esacerbato da miserrimi agguati di dozzina perpetrati sulla scorta di una ormai logora gestione dell’Istituto da parte di soggetti sempre identici e delle ormai intollerabili raccolte di firme di taluni studenti poco eccellenti. Su questi aspetti si sono già pronunciati i Giudici con sentenze investite dell’autorità del giudicato. Ma vi è di più. Le istanze lamentate dai sottoscrittori non sono aliene ad insopportabili manifestazioni di intolleranza e di prepotenza. Pur di raggiungere uno scopo organizzato nei dettagli, esse non si sottraggono ad atti che potrebbero qualificarsi di bullismo e di razzismo: comunque sia, vero è che i numerosi studenti (connazionali e non italofoni) i quali non hanno voluto aderire all’infamante libello, resistendo ad un pressante incoraggiamento, sono stati sottoposti ad ingiustificati attacchi: ingiurie irripetibili e ripercussioni di vario genere, tutte rassegnate al Liceo stesso con dovizia di prove attenzionate anche in altre sedi. È quindi per la totalità degli studenti che i docenti contestati “devono” rimanere, come in effetti sono rimasti, al loro posto, anzi con nuove responsabilità, fiduciosi che la loro autorevolezza possa resistere a qualsiasi ricatto. In definitiva tutto il caso si riduce ad una legittima Determina di assegnazione dei docenti alle classi che la D’Alfonso ha adottato nei suoi pieni poteri a settembre con l’inizio dell’anno che ne registra la Direzione. Tutto ciò dopo avere correttamente ascoltato tutti gli organismi che vi sono preposti i quali, in lungo e in largo, hanno  espresso il proprio parere. Che tanto basta. Come è noto, il loro apporto in materia si riduce con la cosiddetta buona scuola, ma in realtà anche prima, ad un mero parere consultivo, spettante solo al capo d’Istituto la discrezionalità di decidere i criteri dell’assegnazione. Lasciamo ai contadini la rotazione delle colture dei Gracchi, anche se non portò loro fortuna nel tempo ed ai docenti quella delle culture che ruotano sì, se si pensa a Gioacchino da Fiore, ma attorno ad altri presupposti. Ben sa il sindaco, quale noto Avvocato, che ogni interferenza in questo iter argomentativo non ha sostanza giuridica ma neanche politica, poiché ci si limita ad abbracciare i capricci di pochi facinorosi rispetto alla contraria volontà della totalità degli studenti che fa del liceo di Trebisacce una scuola di eccellenza. Lo status quo ante, a cui egli si riferisce, si riduce ad una Determina estiva di un reggente in via di trasferimento, il quale peraltro, anche formalmente, ha giustamente rimesso al successore la responsabilità di farla propria o di annullarla. Né può sfuggire che con un organico imperfetto, formandosi solo a settembre quello cosiddetto “di fatto”, la reggente Dirigente Gioia non ha potuto considerare le motivazioni di ben dieci docenti, che solo con l’inizio dell’anno scolastico, come sovente avviene, sono stati immessi in ruolo. Hanno fatto male i conti, i sei adolescenti capricciosi, quando hanno pensato, dolo malo, di facilitarsi il percorso scolastico. Di certe fisiologiche ansie scolastiche non è mai morto nessuno! La Dirigente D’Alfonso, dopo lungo colloquio con il consigliere del Ministro della Pubblica Istruzione, nonché con i Provveditorati agli Studi Provinciali e Regionali, si è riservata ogni azione di legge, nonché ha rivolto al prefetto di Cosenza apposita interrogazione onde verificare se certe ingerenze politiche nella gestione di una Scuola siano effettivamente legittime ed opportune».

Trebisacce lì 01.10.2018                                            Prof. Avv. Giovanni Cordasco Salmena di San Quirico