Trebisacce-28/01/2019: IL DEPURATORE DI TREBISACCE È PERFETTAMENTE FUNZIONANTE

DEPURATORE TREBISACCCE AL MOMENTO DEL SEQUESTRO 
COMUNICATO STAMPA – IMMAGINE DEPURATORE TREBISACCCE AL MOMENTO DEL SEQUESTRO
COMUNICATO STAMPA – IMMAGINE DEPURATORE TREBISACCCE AL MOMENTO DEL SEQUESTRO
DEPURATORE TREBISACCCE AL MOMENTO DEL SEQUESTRO (6)
COMUNICATO STAMPA – IMMAGINE DEPURATORE TREBISACCCE AL MOMENTO DEL SEQUESTRO (12)
RISULTATI ANALISI DEPURATORE – PAG 1
RISULTATI ANALISI DEPURATORE – PAG 2
RISULTATI ANALISI DEPURATORE – PAG 3

COMUNICATO STAMPAIL DEPURATORE DI TREBISACCE È PERFETTAMENTE FUNZIONANTE

In merito al sequestro del Depuratore di Trebisacce, prima di procedere a diffondere qualsiasi informativa, l’Amministrazione Comunale avrebbe preferito attendere la notifica di un provvedimento formale di convalida dell’autorità giudiziaria, al fine di non creare inutili allarmismi ed infondate preoccupazioni.

Tuttavia, considerato che notizia è stata illegittimamente, inopportunamente e strumentalmente diffusa da altri, è doveroso fornire alcune spiegazioni anche al fine di rassicurare, qualora ce ne fosse bisogno, circa la correttezza e legittimità dell’operato amministrativo e gestionale. 

Sebbene sia vero che il giorno 17 gennaio cinque militari della Guardia Costiera hanno disposto il sequestro preventivo del depuratore di Trebisacce è altrettanto vero che, i militari della Guardia Costiera che hanno condotto l’operazione, sono giunti presso l’impianto a seguito di “segnalazione” –  per come dagli stessi dichiarato – e hanno proceduto al sequestro sulla scorta di una mera ispezione (visiva e olfattiva) che ha evidenziato secondo quanto si legge nel verbale:

 

‘La presenza, nello specchio d’acqua antistante la foce del Torrente Pagliara, di una chiazza di acqua torbida, di piccoli accumuli di residui di fango stagnanti lungo lo stesso corso d’acqua, di una “mutazione paesaggistica” a valle dello scarico del depuratore nel torrente, nonché di uno scarico di acqua torbida da parte del sedimentatore’, peraltro non vero, per come contestato al momento dagli amministratori.

In sostanza, a fondare la misura è stata una mera osservazione non corredata da alcun riscontro scientifico sui reflui dello stesso depuratore. Nonostante le reiterate richieste da parte degli amministratori e tecnici presenti sul posto non si è proceduto ad alcun prelievo di campioni, adducendo quale motivazione l’indisponibilità del personale ARPACAL non solo nell’immediatezza della contestazione ma, altresì nei giorni a seguire, nonché la semplice deduzione che l’acqua dello specchio di mare antistante la foce del Pagliara non fosse limpida (dopo le piogge), e facendo riferimento a depositi di piccoli accumuli di fango lungo il percorso dello scarico, tali da dedurre l’insufficiente funzionamento del depuratore.

A nulla sono valse le argomentazioni degli amministratori e tecnici presenti, i quali più volte hanno evidenziato come l’acqua si presentasse limpida e cristallina (come emerge dai rilievi fotografici) e non vi fosse alcun cattivo odore, peraltro mai lamentato dai cittadini.
Una serie di circostanze queste che hanno indotto il Comune di Trebisacce a  conferire mandato ad un avvocato per ottenerne l’annullamento del sequestro nelle sedi giudiziarie.

Il sequestro di un impianto di depurazione, stante la rilevanza degli interessi pubblici coinvolti, non può e non deve avvenire sulla scorta di uno mero sopralluogo ma deve, per contro, fondarsi su riscontri precisi e concreti (si pensi che la Cassazione, ai fini della validità della misura, richiede l’espletamento di plurimi prelievi ed accertamenti sia a monte che a valle dell’impianto) dai quali emerga un’alterazione significativa e misurabile dell’ambiente o del paesaggio.

Nulla che potesse ravvisarsi nell’impianto comunale, perfettamente funzionante (tant’è che nulla in tal senso è stato contestato e né è stata formulata alcuna prescrizione il rilievo tecnico), o nei luoghi ad esso adiacenti ove l’acqua appariva ed appare limpida e cristallina ed il torrente privo di mutamenti superficiali.

L’assenza di qualsivoglia rilevante compromissione dei luoghi o delle acque è peraltro confermata, oltre che dai rilievi fotografici eseguiti dall’amministrazione, dalle risultanze degli esami condotti dal laboratorio analisi CHEMBIOS sui campioni di acqua prelevati in più parti nell’immediatezza dei fatti, prima e dopo lo scarico, dai quali è emersa l’assoluta rispondenza delle acque ai parametri di legge e che si allegano a questo comunicato.

 
Si tratta, peraltro, di prelievi eseguiti periodicamente ed in aggiunta a quelli espletati dall’ARPACAL, dai risultati sempre conformi a legge.

 

Il sindaco di Trebisacce, Franco Mundo, ha dichiarato nel merito: “L’arbitraria diffusione della notizia è stata soltanto un ulteriore e vano tentativo di gettare discredito sull’operato dell’amministrazione comunale che, contrariamente a quanto qualcuno vorrebbe far credere, lavora costantemente all’unico scopo di tutelare la città e i suoi cittadini. Non esiteremo ad agire giudizialmente contro chi ha diffuso notizie non pubbliche fornendo, peraltro, informazioni non certe. Né a me, in qualità di sindaco di Trebisacce, né a nessun altro è stato notificato il provvedimento di convalida del sequestro da parte del GIP e non si comprende, dunque, come questa notizia possa essere a conoscenza di persone totalmente estranee alla vicenda. Ma combattere contro i mulini a vento non è certo nostro interesse. L’unica nostra preoccupazione è rassicurare cittadini, turisti e organi di controllo, ingiustamente e strumentalmente preoccupati e allarmati, continuando a lavorare per il bene del paese, magari senza inutili e pretestuose distrazioni che hanno quale unica conseguenza quella di nuocere all’intera comunità. Il depuratore di Trebisacce è perfettamente funzionante e lo scarico, a parte qualche avaria, per come avvenuto qualche settimana prima, regolarmente comunicata secondo le procedure previste dalla legge, funziona regolarmente. Né la vicenda che lo ha interessato potrà influire sui riconoscimenti avuti da Trebisacce, che continua nel suo lavoro incessante a tutela dell’ambiente e del mare. Siamo fiduciosi della correttezza dell’operato della magistratura”.