Trebisacce-09/05/2019: PER UN’EUROPA DEI POPOLI  /  accogliente e solidale          

L’OPINIONE

Pino Larocca
Per un’Europa dei…

 

PER UN’EUROPA DEI POPOLI

          accogliente e solidale                                di Pino La Rocca

Un’Europa democratica e partecipativa, un’Europa del valore umano del lavoro e del lavoro per tutti, un’Europa della promozione della cultura e della pace, un’Europa dello sviluppo sostenibile, un’Europa solidale con i più deboli e non un’Europa degli egoismi nazionali esasperati e con il portafoglio al posto del cuore. E’ questa l’Europa che già nel 1800, insieme alla Giovine Italia, sognava un grande italiano come Giuseppe Mazzini. E questa è, ancora oggi, l’Europa a cui dovrebbero lavorare i nostri politici per dare un futuro di pace e di benessere ai nostri figli. Ma, insieme a questa Europa, Mazzini sognava “un’Italia unita, grande e libera… capace di avere un ruolo determinante nella realizzazione di un’Europa democratica, libera e umana, non gretta e affaristica, ma una guida luminosa per il mondo intero…”. Caro geniale, grande italiano, velleitario e romantico, caro Mazzini, oggi i popoli di questa Europa che è tale solo di nome, hanno il volto dei soldi, della finanza sovranazionale, degli egoismi nazionali esasperati, dei mestieranti della politica, della grettezza affaristica. E l’Italia che tu sognavi oggi è in perenne affanno, senza personalità, senza un ruolo, forse senza un futuro. Domenica 26 maggio si vota ed è questa, a nostro modesto avviso, l’Europa incompiuta a cui dobbiamo ispirarci e che, attraverso il voto dobbiamo contribuire a realizzare. Altro che l’effimero sovranismo nazionale e la chiusura delle frontiere: il 26 maggio deve vincere l’idea di un’Europa dei popoli, certamente diversa e più solidale di quella attuale, tale che riesca a coniugare l’arida logica dei numeri e dei protocolli con la solidarietà tra le nazioni. Non un’Europa dei tecnocrati e delle banche, dunque, ma un’Europa che promuova il benessere dei popoli ma che abbia anche un’anima comune che sappia guardare oltre il portafoglio. Ma per cambiare l’Europa, per fare dell’UE un punto di forza per gli stati-membri, bisogna esserci come cittadini europei che vanno innanzitutto a votare esprimendo un voto consapevole e, come nazione-Italia, ritornare ad essere seri e credibili, rispettare i patti sottoscritti e impegnarsi, semmai, ad avanzare proposte concrete di cambiamento. Altrimenti per l’Italia c’è il rischio di fare la stessa fine della Gran Bretagna, che ha sottovalutato la portata della Brexit ed ora non sa a cosa aggrapparsi per uscire dal guado. La tornata elettorale del prossimo 26 maggio, sotto l’attacco di un nazionalismo egoista ed esasperato che sta scuotendo l’Europa, non deve perciò essere considerato un passaggio banale e da sottovalutare perché può impattare pesantemente sul futuro nostro e soprattutto dei nostri figli. Può infatti provocare il classico salto nel buio e finire con l’escludere l’Itala dai Paesi che contano per confinarla nelle retrovie, insieme a taluni Paesi sovranisti che, arroccati a difesa de loro confini nazionali, pensano all’Europa solo come una vacca da mungere e che, comunque, non hanno alcuna matrice con l’Italia democratica e repubblicana. Quell’Italia sognata da Mazzini, che ha contribuito a far nascere l’UE, che oggi risulta isolata e ridotta in brache di tela e che, comunque, è molto lontana anche oggi dalla narrazione truffaldina offerta quotidianamente da Salvini, autentico profeta del populismo italiano che, spalleggiato dagli ignari alleati di governo e confortato dal consenso che gli assicurano anche gli “odiati” meridionali, si fa vanto ogni giorno di sbattersene di quello che la Commissione Europea ci dice sulla manovra convinto che con le elezioni europee gli odiosi burocrati di Bruxelles saranno presi a calci nel culo dall’imminente ondata populista che da giugno cambierà le coordinate dell’Europa. Per la verità, visti i venti reazionari che soffiano sull’Europa, è possibile che nel prossimo Parlamento il cosiddetto governo del cambiamento possa trovare qualche sponda in più rispetto a oggi, ma per poterlo fare, il monarca Salvini avrà bisogno di smetterla con gli slogan populisti e ad effetto e fare due cose importanti: cambiare la politica economica e cambiare le alleanze a livello europeo ricucendo i rapporti con gli Stati che hanno fatto nascere l’Europa. Del resto, se fosse vera la favola dell’ondata populista pronta a travolgere l’Europa, bisognerebbe fare i conti con una realtà dei fatti che ci dice che i più severi contro la manovra finanziaria italiana fuori dalle regole sono proprio i partiti considerati amici dal nostro Matteo-bis, autentico… sovranista alla vaccinara. Ma per impedire che il novello duce possa continuare a isolare l’Italia ed a fare danni, il 26 maggio c’è a portata di mano l’arma del voto che rimane il sistema democratico per eccellenza, capace di impedire che l’Italia venga ancora di più marginalizzata e ridicolizzata.

Pino La Rocca