Trebisacce-14/03/2020: Uno spettro s’aggira per il mondo (di Salvatore La Moglie)

Salvatore La Moglie

Uno spettro s’aggira per il mondo

di Salvatore La Moglie

 

 

Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro…

No, mio caro lettore, non spaventarti: non è lo spettro del comunismo che si aggira per l’Europa e anzi per il mondo. Ormai il comunismo è morto e stia tranquillo chi ne temeva persino la parola. Quello che si aggira da più di due mesi per l’Europa e per il mondo è ben altro e ben più minaccioso e pericoloso spettro: è il famigerato covid-19 o, come dicon tutti, il coronavirus, parola meno scientifica e più popolare.

Altro che comunismo! Questo coronavirus, venuto alla luce nella Cina non più propriamente comunista ma piuttosto capitalista, dovrebbe far più paura del comunismo: questo, si diceva una volta, mangiava i preti e i bambini, ma quell’altro, se ci va male, ci divora tutti, ci manda tutti al cimitero.

Da semplice epidemica influenza o poco più e non sempre letale si è poi trasformata in vera e propria pandemica e contagiosa malattia che può portarti via. In Italia ormai i casi son tanti, ad oggi più di ventimila, con un totale di quasi millecinquecento morti e altrettanti in terapia intensiva.

Da più di un mese siamo in guerra con un nemico microscopico, praticamente invisibile e sembra incredibile come un esserino così piccino piccino riesca a dar fastidio e a spaventare a morte miliardi di persone che stentavano e tuttora stentano a credere che possa far tanto male ed esser così letale. Contro di lui impotenti sono eserciti, navi, aerei, carri armati e cannoni: le uniche armi che possano sconfiggerlo sono la scienza e la ragione. Per giorni si sono visti comportamenti irrazionali e superficiali, come correre a far tonnellate si spesa ai supermercati o andare in luoghi affollati come bar, movide e ristoranti per mostrare che noi non abbiamo paura, noi ce ne freghiamo, noi non ci crediamo… Poi, però, con l’incalzare del microscopico e superpotente esserino si è capito che impari era la sfida e la guerra da combattere. Miliardi di esseri umani muniti di potenti eserciti anche nucleari non sanno cosa fare per affrontare l’esercito di invisibili virus armati soltanto della loro carica di sostanza micidiale e guai a chi ha la sfortuna di esserne colpito. Perché si sa che non tutti moriamo, non tutti sono morti di peste nel 1300, non tutti sono morti di peste nel 1600 e nessuno è morto di spagnola nel 1918-20. Sfortunato colui a cui tocca! E se ci tocca, be’, dovremmo avere la fortuna di uscirne vivi e non morti…

Adesso, dopo la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna tutta l’Italia è zona rossa, tutta l’Italia è stata chiusa e ognuno deve stare a casa perché se uno esce e ha contatti con altri c’è la probabilità che possa contagiarsi e il virus, insomma, si diffonde e non se ne esce più. La Cina, con misure restrittive eccezionali, ne è praticamente uscita. Ora i cavoli son nostri e di tutti gli altri paesi che, fino a pochi giorni fa, sono stati alquanto superficiali…

Tutto, comunque, appare irreale. Si sta a casa, non si esce, ecc. ma si va a letto con la paura e ci si sveglia il giorno dopo come se si fosse uscito da un brutto sogno, da un incubo. Insomma, la paura è sempre con noi. Ci conviviamo. Non che prima la paura o le paure non ci fossero, anzi. C’era la paura di perdere il lavoro, del denaro che manca, la paura dell’altro, del diverso, dello straniero e anche dell’autovelox più o meno truffaldino messo lì per fare cassa… Ma adesso questa super-paura non ci voleva proprio: è una paura che supera tutte le paure, che devasta le nostre vite e le nostre psicologie già così smarrite e indebolite… È la paura delle paure! Quella che ti fa sempre compagnia, dalla mattina alla notte e se non vuoi star sempre male e ogni giorno morire devi far finta di non pensarci, cercare di fare qualcosa, vederti un bel film o un interessante documentario alla TV, stare attivo con le mente, leggere o scrivere qualcosa (come sto facendo adesso io), tenersi in qualche modo impegnato…

Si sa che dobbiamo morire e che, come dicevano i saggi latini, ogni giorno può essere l’ultimo che viviamo, ma sapere che in ogni momento si può essere aggrediti è qualcosa che non ti dà pace, ti tiene sveglio, non ti fa dormire, ti toglie il sonno e la fantasia… E, poi, aggrediti da un invisibile esserino!… Fa un po’ rabbia, no?…

Insomma, la conclusione amara è che la civiltà è indebolimento. Tanto progresso, tanta scienza e tanta tecnologia e poi si presenta sulla scena un invisibile esserino e ti uccide… E ti domandi se la colpa di questa debolezza, di questo indebolimento non sia colpa dell’uomo e della sua sciagurata attività su questa Terra, che una volta era così bella… Il mondo e la società attuali sono inquinati alle radici, direbbe oggi con più forza Italo Svevo, e ogni possibilità di restituire loro la salute è impossibile. E allora cosa fare per restituire salute e salvezza al mondo e alle società in cui viviamo: aspettare che l’uomo occhialuto di Svevo costruisca l’ordigno più micidiale che sia mai stato realizzato per poi portarlo sul punto più centrale della Terra e farlo deflagrare affinchè si ritorni al punto di partenza e si rifaccia il mondo daccapo? Oppure l’uomo dovrebbe essere così intelligente da rivedere tutta una visione del mondo che non sia più basata sul denaro, il profitto e il potere per rifarlo del tutto nuovo e fondato su ben altri valori, primi tra i quali la salute, il benessere, la felicità degli essere umani e, insieme, l’amore, la solidarietà, l’uguaglianza, la libertà, la giustizia e la verità?

Nella speranza che il nemico invisibile non ci faccia tutti fuori, sarebbe gradita una collettiva riflessione. Anche perché dopo dovremmo uscirne diversi e migliori, altrimenti forse è meglio che il coronavirus ci faccia tutti fuori.