Trebisacce-18/12/2020:    RICORDO DI UN EROE

                                                          

 

 

 

 

 

       RICORDO DI UN EROE

Gli angeli dei nostri tempi sono tutti coloro che si interessano agli altri prima di interessarsi a se stessi”. (Wim Wenders)

Quando il mio compare, Marco Cervellera, persona dotata di una sensibilità davvero unica, mi parlò della idea di ricordare un comune amico che, grazie alla sua bontà d’animo, compì un gesto eroico a difesa del nostro Ospedale di Trebisacce, non ci pensammo nemmeno un secondo, anche perché abbiamo vissuto in prima persona quelle straordinarie emozioni.

Un umile ragazzo di provincia, della nostra sana provincia, nato e cresciuto tra i vicoli del Centro Storico, tra i “profumi” veri dei valori profondi della vita, quel 14 Luglio del 2013 decise di dimostrare come le radici con il proprio passato, fatto di princìpi tradizionali, di rispetto, di amore verso la propria Terra, non possono mai essere recise, nemmeno se, per motivi di lavoro, emigrò al Nord, precisamente a Torino, tantissimi anni addietro.

Ed ecco che, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica per sollecitare la riapertura del “Chidichimo” di Trebisacce, con la collaborazione di altri cittadini, animati dagli stessi valori e dallo stesso desiderio di difendere il diritto alla salute di tutti, si cimentò in una impresa ardua e pericolosa: quella di attraversare a nuoto lo Stretto di Messina.

Tra la derisione di molti e lo scettiscismo di tanti, non si lasciò influenzare, ma portò avanti il suo progetto, iniziando ad allenarsi duramente anche in piscina a Torino, non per compiere una impresa sportiva ed abbattere record, ma semplicemente per compiere un atto di forza che potesse dare visibilità al problema che assillava migliaia e migliaia di cittadini, a causa della decisione di chiudere il nostro Ospedale.

Quel ragazzo si chiama Gaetano Napoli, al quale quando gli venne chiesto il motivo che lo spingeva a tentare quella impresa, candidamente e con commozione rispose:” Quando hai ricevuto in regalo la vita, che i medici ti hanno ridato, allora devi dedicarti agli altri”.

Sì, perché Gaetano era stato colpito da una meningite fulminante, aggravata da una encefalite, che lo costrinse a dieci giorni di coma farmacologico e ad una paralisi di sei mesi.

Ma, nonostante tutto ciò, la sua forza di volontà e la bravura dei medici che lo hanno curato, gli hanno permesso di riprendersi alla grande.

Il suo smisurato amore per Trebisacce, dove vive tutta la sua famiglia d’origine, lo ha sempre animato senza disanimarsi mai.

Il gesto di Gaetano che, non abbiamo alcuna remora, a definire eroico, fu sposato dai Sindaci del comprensorio, guidati dal Vice Sindaco di Trebisacce,  Andrea Petta, dalla Pro Loco di Trebisacce e dall’allora Presidente Marco Verri, dall’amico Giandomenico Amodeo, da Valentino Pace e dalla Misericordia, che ebbe un ruolo fondamentale per la buona riuscita dell’impresa, dal Gruppo Ciclistico del compianto Avvocato Paolo Accoti, la cui sensibilità era nota a tutti, da Carmine Torsitano, da Rossella Ciacci, che ha portato il caso dell’Ospedale di Trebisacce a Bruxelles ed a tutti gli amici che si sono prodigati al massimo delle loro possibilità.

Il grande Bob Marley diceva: “Vivi per te stesso e vivrai invano; vivi per gli altri, e ritornerai a vivere”.

Gaetano Napoli, con la sua umiltà, il suo amore disinteressato verso un problema gravissimo che, purtroppo, ancora oggi sussiste, ha sempre desiderato vivere per gli altri, mettendo a disposizione la sua persona per cercare di aiutare, nel suo piccolo, chi si trova in difficoltà.

Supportata a Messina dalla Dottoressa Antonella Burgo, che vive e lavora da anni nella città dello Stretto, Gaetano è stato ricevuto presso il Comune dall’allora Sindaco Renato Accorinti, il quale dimostrando enorme sensibilità umana, si complimentò con lui per la splendida e commovente idea di compiere questo nobile gesto.

Ricordiamo con commozione la partenza da Torre Faro, dove il suo vecchio Insegnante, Giulio Burgo che, nonostante gli acciacchi, non volle mancare quel giorno, lo incitò a restare concentrato, ringraziandolo per quanto stava facendo, considerando anche che proprio qualche attimo prima, al centro di Messina, mentre si trovava in macchina con Antonella, furono tamponati addirittura da una autoambulanza e Gaetano subì un trauma alla schiena.

Ma, nonostante ciò, il “fuoco sacro” che lo spinse a questa impresa, gli permise in un’ora e quattro minuti, a giungere a Cannitello, accolto da una folla festante giunta appositamente da Trebisacce, orgogliosa di questo suo umile “figlio” che, per amore del suo popolo, portò a termine qualcosa di straordinario.

 Un gesto di solidarietà è spesso una goccia nel mare. Ma a forza di versare gocce, il mare si può anche riempire.

Insieme a Marco Cervellera, si è deciso di omaggiare questo nostro splendido cittadino trebisaccese, soprattutto in un periodo storico nel quale pare che in molti vogliano arrogarsi il merito di un qualcosa, dimenticando il passato, dimenticando le gesta dettate da amore incondizionato e portate avanti senza nulla chiedere, ma soltanto per il piacere di “donare” qualcosa di sé agli altri.

Gaetano Napoli ha voluto dimostrare che i sogni non sono appassiti, che non si cammina in una foresta oscura, ma che c’è la luce, c’è un messaggio di speranza, di futuro.

In un mondo dove c’è un decadimento di valori umani, la Traversata di Gaetano ci conforta e riempie il vuoto delle idee e i sentimenti si impadroniscono di noi.

C’è qualcosa in te che nessuno ti può toccare né togliere, se tu non vuoi. Si chiama speranza!

RAFFAELE BURGO