Trebisacce-03/04/2021: Riflessioni sulla Via Crucis di Papa Francesco

Ieri sera Venerdi Santo 2021, abbiamo assistito a una bellissima e commovente Via Crucis, presieduta da Papa Francesco, ma soprattutto,come novità, guidata dagli interventi dei bambini, i quali hanno preparato le preghiere e i commenti. Mai come quest’anno, i protagonisti non potevano essere che delle creature così sincere, autentiche e , se vogliamo, severi osservatori di noi adulti, come i fanciulli; dalle mini-“confessioni” sulle loro esperienze a scuola o in famiglia, abbiamo tratto lezione, specialmente per questi due anni di covid-19 , a causa del quale anche loro hanno sofferto tanto, di solitudine e della perdita di qualche caro loro nonno. Autenticità equivale a verità,e in questi tempi di globalizzazione,di indifferenza e di non ascolto dei problemi altrui, essa ci manca in particolar modo. Dopo la Via Crucis, a tal proposito, è stato trasmesso un docu-film su Papa Francesco “Un uomo di parola”, diretto e ideato dal bravo  Wim Wenders,  regista  del famoso “Il cielo sopra Berlino”. Il film raccoglie buona parte,la più significativa, degli interventi di Papa Francesco, dei suoi discorsi, sia come Vescovo in Argentina, e Sud America, sia come Papa nel mondo, a es. Negli Stati Uniti e in Africa. Eppure è significativo come il regista si sia voluto soffermare soprattutto sui discorsi pronunciati col cuore, ingenuamente, in maniera vera e sincera,in Sud America, suo Paese nativo e dove ha operato da sacerdote. Infatti, a mio avviso, è chiaro il punto di vista di Wenders sul’uso odierno dei  media, diventati ormai  distruttori primi della verità, quando invece nacquero da divulgatori dell’opinione pubblica. Mi accorgo che la stessa figura del Papa ne viene alquanto deformata, specialmente nei telegiornali, ove è la intenzione propangandista a prevalere, e quella parte dell’opinione che vuole quasi zittire la voce di Francesco, essendo scomodo a tanti.  La vera intenzione comunicativa dei soggetti interpellati va sempre tenuta in conto,se no il messaggio non passa. E molti discorsi del Papa, a mio avviso, sono stati fraintesi, e quindi il comunicato “Vorrei una Chiesa povera per i poveri”, è diventato famoso per l’anticonformismo e la rivoluzione insita al messaggio, e non  come risultato di un pensiero che per la chiesa cattolica dovrebbe essere normale, visto che iniziò con San Francesco d’Assisi, e soprattutto, come disse il Papa nell’intervista, perchè la povertà è centro del Vangelo. In tal modo passerebbe del Papa un’immagine da star, da personaggio pubblico, e non da continuatore di Cristo e della sua Chiesa. Questo in quanto forse ancora oggi scegliamo lo spettacolo, cioè Barabba libero e Cristo crocifisso ? Già Adorno e Horkheimer della Scuola di Francoforte criticavano la nuova industria culturale, i media,che vogliono diffondere la ideologia corrente, la  quale oggi è data dai nuovi populismi, i quali vorrebbero soverchiare lo stato democratico. Se qualcuno diceva che la Chiesa è e è sempre stata corrotta, direi che se Cristo fu ucciso, lo fu per mano dei politici,  come  Pilato e di Caifa,  dei religiosi che vogliono fare i politici corrotti. Un altro esempio in cui è stato strumentalizzato il messaggio del Papa  a fini politici, fu quando Egli disse che il lavoro dà dignità alla vita dell’uomo. Qui sembrava passasse il messaggio dei populismi di destra per i quali chi non lavora non merita nulla. In verità qui il Papa difendeva i diritti dei lavoratori e parlava lamentando lo scarso interesse sociale nella perdita del lavoro o nella difficoltà a trovarne. Il bel lavoro di Wenders dà idea di come a volte, la cornice, la forma può dare luogo a un significato diverso, rispettando l’intenzione comunicativa. La tv, come Facebook o Instagram, a mio avviso, potrebbero decadere, rendersi strumenti folli per fini spregiudicati se una giusta censura non dà ragione di maggior controllo. Non basta dire qualcosa,occorre anche dare attenzione al How, al come, la maniera in cui passa una notizia; e se ancora questo non lo si comprende, le testate giornalistiche  sarebbero a un vero fallimento se non siamo già giunti alla fine dei punti di vista diversi, e a favore di uno unico e dominante, quello di un nuovo Big Brother.

Emanuela Valastro