Trebisacce-09/05/2021: Un segno della grandezza di Dio – la mamma di Pino Cozzo

Cozzo Pino

Un segno della grandezza di Dio – la mamma

di Pino Cozzo

 

Quando si vivono determinate esperienze, è importante che le persone che ci circondano siano “come le vogliamo noi”, perché le sentiamo più vicine, ci danno calore e sostegno, ci amano e ci curano.  Se poi queste persone sono le mamme, allora tutto è più bello. In ogni cosa, c’è bisogno di amore e passione, per dare il giusto condimento ai gesti della vita, per poter poi riassaporare il gusto delle nostre azioni e vederle dolcemente adagiarsi, come un velo soave, su coloro che ne beneficiano. Un gesto di vicinanza, spesso, non costa nulla, ma rende gioia a chi lo compie e dà felicità a chi ne beneficia. Non si ha bisogno di extraterrestri o esseri metafisici, che assumano le sembianze umane per gestire l’ordinario e il quotidiano; abbiamo bisogno, quello sì, di persone che ci stiano vicino, che agiscano con passione, prima, e intelligenza, poi; se a questo aggiungiamo un pizzico di attenzione, la ricetta è servita. E perché allora non far assurgere tutto a lustrini, perché non dare fondo a pensieri ed emozioni, se non per un impulso altruistico, che spinge all’azione e mostra tutto il ruolo assegnato da una divina visione e da un progetto di vita superiore: quello di donarsi e spendersi per i propri figli, come fanno le mamme. A volte, sembra che si viva nel proprio guscio, nella propria mente, nel proprio “ego”, anestetizzati, immuni alle forze emotive e spirituali che tengono unito l’individuo, che lo rendono unico nell’universo, che lo identificano come essere pensante ed operativo, ma che lo spingono ad interagire con gli altri. Ci si interessa degli schemi, degli apparati e delle apparenze, ci si sente razionalisti e pensatori, si vivono dimensioni assolute, si pensa di essere delle piccole divinità inattaccabili, posti su un piedistallo di marmo, aspettando che tutti si prostrino e ci adorino. Ognuno di noi ha tanti tesori, anche se non fatti di pietre preziose, gioielli o monete d’oro, anche se troppo spesso non ce ne rendiamo conto, ma senz’altro di più valore: il coniuge, i figli, i familiari, gli amici, i colleghi di lavoro, ma, soprattutto, la mamma. Se la nostra vita, a volte, sembra un dramma, ricordiamoci che, accanto a noi, c’è sempre quella creatura, bella e missionaria, che sa darci conforto e porgerci una spalla su cui piangere, ridere o consolarci, ci sa insegnare a lottare e magari vincere, ma sempre con la gioia nel cuore. Ed anche quando non ci fosse più, resterebbero sempre i suoi insegnamenti e i suoi esempi, che non hanno tempo e non hanno fine. E quando si parla di Mamma, non si può non pensare a Maria, che non deve essere considerata un’icona o un mito. Ella è stata, al contrario, una donna come tutte le altre, una donna vera, con una storia sua personale, che ha saputo pronunciare quel “Sia” senza esitazioni e si è affidata al suo Signore totalmente e con mansuetudine, senza nemmeno essere troppo cosciente di diventare poi la corredentrice dell’umanità. Con il Suo “Avvenga di me secondo la volontà di Dio”, Ella è presente in tutti i momenti decisivi della storia della salvezza: nel Natale, nella Pasqua, nella Pentecoste, che segnano l’inizio, il compimento e l’annuncio della salvezza dell’uomo. Non si può parlare di Chiesa, se non si parla di Maria come presenza dello spirito, bellezza interiore, profumo di santità, fede verginale, amore materno, fedeltà sponsale e gloria celeste, ma, soprattutto, come Madre di Gesù e della Chiesa. In Lei sono rappresentati tutti i doni divini dell’amore e del perdono. Il suo non è stato un ruolo passivo; è stata chiamata, e Lei ha risposto, si è donata senza porre quesiti. La Sua grandezza consiste, sì, nell’aver portato in grembo il figlio dell’eterno Padre, ma, soprattutto, nell’aver creduto alla parola del Signore, nell’aver manifestato un’immensa fede, e nell’essere stata il principio di un progetto universale, dipinta di splendore e di bellezza spirituale, in cui l’amore per il Signore e per il Suo Santo Figlio si spoglia di ogni furore e di ogni inquietudine. Noi siamo sempre soliti porre la nostra fiducia in una persona amata, di cui pensiamo possiamo fidarci, alla quale sappiamo rapportarci, a cui ci lega un sentimento positivo di unione, e, in cima a questo quadro, non può non esserci la mamma. Allora, se al cuore non si comanda, oggi, raccogliamo un fiore, rechiamolo ad ogni mamma, in vita o in morte, facciamo loro un sorriso, diamo loro un bacio sulle guance o su un’immagine, e diciamo loro che siamo contenti di averle avute, che siamo felici che abbiano ascoltato Signore, che sono per noi la più bella ricchezza che esista al mondo, che le ameremo per tutta la vita, e che saranno per sempre insostituibili. Auguri, mamme, auguri, in questo giorno dedicato a voi in modo particolare, ma la vostra festa sia tutti i giorni, perché voi, tutti i giorni, soffrite per i vostri figli, siete loro vicine, con il pensiero e la presenza, li assistete e li incoraggiate, offrite loro un sorriso e un abbraccio, pregate il Signore che li tuteli e li abbia nella sua preziosa grazia e li accompagni per tutti i giorni della loro vita. Noi assicuriamo a tutte voi le nostre invocazioni e le nostre preghiere, perché possiate vivere a lungo una vita terrena e per sempre nell’eternità.