Trebisacce-03/09/2021: IL RICORDO DI DUE ANGELI

IL RICORDO DI DUE ANGELI
“Il principe azzurro è estinto. Le donne che devono uscire dalla violenza devono riprendersi la loro
autonomia
” (Roberta Bruzzone)
Non nascondiamo che scrivere questo “pezzo” è per noi motivo di enorme malinconia, oltre che di
grande amarezza, infatti andremo a scrivere di una mamma e del proprio bambino che non ci sono
più da qualche anno, uccisi da chi avrebbe dovuto, al contrario, sempre difenderli.
Parliamo di Federica De Luca e del piccolo Andrea, una mamma ed un figlio straordinari. Due
persone bellissime e dolcissime, che nel 2016 hanno perso il loro sorriso, ricongiungendosi con gli
angeli in Paradiso.
Federica, arbitro di Volley e grandissima sportiva, era una ragazza di 30 anni, solare, buona,
sensibile, che viveva per il piccolo Andrea di 4 anni.
Purtroppo, il femminicidio è una piaga sociale che tarda ad essere estirpata, nonostante negli ultimi
anni una massiccia campagna di sensibilizzazione stia cercando di far comprendere come sia
terribile togliere la vita a persone innocenti.
Il rispetto passa attraverso il riconoscimento della preziosità dell’altro, in questo caso della donna e
libertà non vuol dire permettersi di fare tutto ciò che si vuole, perché è in questo preciso istante che
ognuno sente il diritto di poter dominare la donna, considerata come essere inferiore.
Per contrastare il femminicidio e la violenza in generale, è fondamentale fare una operazione
culturale ed è necessario fare squadra, affinchè si tutelino i diritti di tutte le donne.
Il grande John Lennon, mitico cantante dei Beatles, già nel 1972, scrisse una splendida canzone dal
titolo “
Woman is the nigger of the world
” ( la donna è il nero del mondo): un testo meraviglioso
sotto tutti i livelli, attraverso il quale l’artista faceva una denuncia forte sulla condizione della donna
in una società prevalentemente maschilista.
Da allora è cambiato poco e niente e se pensiamo che, addirittura, fin dal Medioevo e già nella
Bibbia, era palese come la donna veniva vista come un essere succube dell’uomo, allora possiamo
ben comprendere come la situazione si trascini da tempo immemore e come la violenza sulla donna
sia diventata una vera e propria piaga sociale.
L’uomo considera la donna come un suo “
possesso
” e questo lo porta a comprimerne sia lo spazio
psicologico che quello fisico, fino a giungere alla violenza che, il più delle volte, si traduce nella
soppressione fisica della compagna, dell’amica, della moglie, della conoscente, della collega di
lavoro.
La maggior parte delle volte la donna viene uccisa perché l’uomo non sopporta vederla emergere
economicamente, per gelosia, per rabbia repressa, per invidia: tutti motivi futili che non giustificano
reati così gravi.
«
Una società che vuole definirsi civile, avanzata e democratica non può alimentare le cronache con
omicidi e abusi sulle donne. E’ necessario che gli uomini vengano educati fin da bambini al rispetto
nei confronti delle donne. Rispetto che dovrebbe partire dall’uso di un linguaggio non violento o
discriminante
».
Federica e Andrea erano due anime innocenti, che avevano davanti tutta la vita per realizzare i loro
sogni, per gioire di quelle cose semplici che amavano.
Da quel triste giorno, il papà di Federica, Enzo, e la mamma Rita, hanno lottato strenuamente per
sensibilizzare, per mantenere vivo il ricordo dei loro due giovanissimi angeli e tutto ciò ha portato
ad organizzare diverse iniziative, atte anche ad educare ad un comportamento retto e corretto nei
confronti della donna e dei bambini.
Il papà Enzo e la mamma Rita, seppur distrutti ancora da questo immane dolore, con grandissima
dolcezza si impegnano quotidianamente in questo loro compito, in quella che per loro è diventata
una missione, al fine di porre un freno a questa piaga.
La scomparsa di Federica e di Andrea ha lasciato un vuoto incolmabile ed è proprio per questo che
la sedia rossa, che ha il colore del sangue, è diventata il simbolo del “
posto occupato
”: quel posto
dove tante volte si sono sedute un’amica, la mamma, la moglie fatte sparire dalla violenza. Ecco
 
che, allora, anche l’iniziativa della sedia rossa fa sì che la sedia esce di casa trasformandosi in
panchina e posizionandosi in un giardino, davanti ad una scuola oppure in una piazza, mostrando
due occhi spalancati che ti scrutano e ti fanno sentire ancora viva una presenza.
Ricordare la dolcezza di quei due volti felici e sorridenti e sapere di non poter più godere della loro
presenza fisica, ancora oggi lascia sgomenti e fa riaffiorare sul nostro volto una lacrima, che
vorremmo far trasformare in un dolce sorriso per loro, che sono assisi tra gli angeli, perché loro
stessi erano tali sulla terra.
Enzo e Rita sono stati e sono due genitori eccezionali e speciali e Federica aveva in sé le virtù che la
sua splendida le aveva trasmesso.
Amava la vita e meritava, insieme al suo piccolo Andrea, di godere delle bellezze che la vita poteva
loro riservare: entrambi hanno lasciato un enorme vuoto in tutti noi, ma siamo certo che da Lassù
sapranno guidare i passi di quanti li hanno davvero amati.
Il loro sorriso resterà sempre impresso nel ricordo di tutti e sarà il simbolo della bellezza interiore.
Come scriveva la filosofa francese Simone de Beauvoir :“
Nessuno è di fronte alle donne più
arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità
”.
Soltanto quando l’uomo prenderà coscienza che l’essere violento è solo sintomo di debolezza e per
nulla di forza, si potrà debellare quello che ormai sembra essere diventato un cancro sociale: il
femminicidio. E più in generale, sconfiggere la quotidiana violenza contro le donne.
RAFFAELE BURGO