Trebisacce-26/12/2021: Ben vengano le Case della Salute,ma il Chidichimo è nella rete ospedaliera

TREBISACCE Ospedale Chidichimo: eppur si muove! Agli inizi del nuovo anno alla Lungodegenza sarà aperto e affiancato il Reparto di Medicina Generale che, secondo quanto riferiscono gli addetti ai lavori, dovrebbe essere il primo passo per la riapertura dell’Ospedale, nel rispetto di quanto da tempo sentenziato dai Giudici e di quanto disposto dal Decreto Commissariale. Nei giorni scorsi, infatti, agli Uffici Amministrativi preposti presso l’Asp di Cosenza è stato assegnato il compito di procedere all’ acquisto dei letti, degli armadietti, delle sedie e di quant’altro necessario per poter aprire il Reparto. Reparto che, come previsto nel suddetto Decreto, sarà diretto dall’attuale Primario di Lungodegenza Dr. Domenico Filomia che, da quanto risulta, si è molto adoperato perché tutto questo andasse in porto. Ben vengano dunque le ben 91 Case della Salute e Case di Comunità previste nel nuovo Piano Sanitario redatto dal Presidente Occhiuto d’intesa con gli amministratori locali da realizzarsi con i fondi del Pnrr e che dovranno ridisegnare la Medicina Territoriale in Calabria, ma l’Ospedale Chidichimo, come ha ricordato qualcuno che vuole mantenere l’anonimato ma che di sanità in Calabria se n’è occupato da anni, fa parte di fatto e di diritto della rete ospedaliera regionale come Ospedale per acuti “di zona disagiata”. Il “Chidichimo”, sempre secondo l’autorevole fonte informativa, rientra tra i 16 Ospedali da ri-aprire in Calabria e citati nel Piano diffuso dal Presidente Occhiuto nei giorni scorsi di cui 6 nella provincia di Cosenza, tra cui Trebisacce e Praia a Mare, anche se Trebisacce sarebbe in una fase più avanzata in forza di due Sentenze del Consiglio di Stato e della nomina del Commissario ad Acta nella persona del Dr. Andrea Urbani. Non sarà certamente un Policlinico, come l’Ospedale Nuovo che si sta realizzando nella Piana di Sibari, che sta andando avanti e per il quale è già stato speso il 15% delle risorse per tutti i sottoservizi, ma di un “Ospedale di frontiera”, capace di garantire al meglio l’emergenza-urgenza e che, secondo quanto previsto nel Piano Sanitario Regionale, oltre alla PET del 118 che dovrà essere efficientata con il personale mancante ed a n. 20 posti-letto di Medicina Generale e 12 di Lungodegenza, dovrà avere un Pronto Soccorso con n. 6 posti-letto di OBI (osservazione breve intensiva), un Servizio di Chirurgia in “day Surgery e in day ospital”, il Servizio di Dialisi, i vari ambulatori attualmente in essere e tutti i servizi diagnostici di Radiologia e di Analisi a supporto dei servizi ospedalieri. Di tutto questo si spera sia a conoscenza il Presidente Occhiuto ora anche Commissaria alla Sanità ma, qualora non lo fosse, farebbero bene i Sindaci dell’Alto Jonio a riprendere, lavorando di squadra e con una prospettiva che vada oltre il proprio municipio, il discorso del “Chidichimo” come ospedale “di zona”, capace quindi di offrire alle popolazioni dell’Alto Jonio lo stesso servizio che ha svolto prima della sua immotivata e funesta chiusura avvenuta nel lontano 2010.   

Pino La Rocca