La siccità nel Sud Italia Di Rosamina Russo La minaccia della siccità nel Sud Italia è una realtà ormai consolidata. La “Fondazione Utilitatis” ha analizzato e riportato testualmente nel “Blue Book” i dati dell’ultimo decennio sul servizio idrico in Italia, studiandone la sua disponibilità e la sua qualità. Da questo studio si evince che, il cambiamento climatico ha comportato degli…
Coldiretti Vibo Valentia esprime solidarietà all’avvocato Salvatore Talarico per il danneggiamento alla sua azienda agricola Vibo Valentia, 8 giugno 2025 – Il presidente di Coldiretti Vibo Valentia Giuseppe Porcelli, esprime piena solidarietà all’Avv. Salvatore Talarico, già presidente dell’organizzazione provinciale, per il grave episodio intimidatorio che ha colpito la sua azienda agricola, lungo la Strada…
L’ARTE NEL CUORE Scrivere di Antonio Sidibè vuol dire omaggiare un Artista meraviglioso, capace di trasmettere emozioni forti a chiunque osserva i suoi splendidi lavori. Elencare i suoi innumerevoli riconoscimenti nazionali ed internazionali sarebbe…
Roma, Città del Vaticano – L’Istituto Nazionale Azzurro si prepara a celebrare la chiusura dell’anno istituzionale con una Santa Messa che avrà luogo nella storica cornice della Città del Vaticano. L’evento, sarà presieduto da Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale Emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano, Arciprete Emerito della Basilica di San Pietro e…
TREBISACCE Chi nasce al Nord ci resta, chi nasce al Sud, nonostante le qualità professionali e il radicamento alla propria terra, lo lascia in cerca di lavoro e di dignità. In realtà ci sono molti giovani del Sud Italia che emergono e che eccellano in settori diversi, ma si stima che negli ultimi 10 anni 500mila giovani abbiano lasciato il…
Rocca Imperiale-25/01/2022: Da Rocca Imperiale “Poesie belle e maledette”. Il bene e il male in versi
Giuseppe Iannarelli
Da Rocca Imperiale “Poesie belle e maledette”. Il bene e il male in versi
E’ un flusso di pensieri che vagano nel tempo, tra l’incertezza e le parole, sui fogli di carta che diventano amori, addii e stati d’animo, l’opera “Poesie belle e maledette”, di Giuseppe Iannarelli, edita da Aletti, per la collana “I Diamanti”. Quarantacinque liriche e tre prose in cui si alternano stili e contenuti senza rinunciare al fine ultimo dei versi: la ricerca di libertà e creatività. Lo scrittore, nato il giorno di Natale del 1973 a Colobraro (Matera), da padre italiano e madre tedesca, ma residente a Rocca Imperiale (Cosenza), dopo la maturità è costretto ad intraprendere un’attività lavorativa, ma ciò non frena il suo interesse per la letteratura e la scrittura.
«Non ho mai patito la fame – racconta l’autore – ma ho avvertito in maniera disumana gli stessi dolori causati da un errato nutrimento del sapere. Posseggo una formazione di tipo tecnico, ho conseguito la maturità in un Istituto professionale e ho sempre lavorato come tecnico di industria anche se per un lungo periodo della mia vita ho svolto questo lavoro nella filiera di trasformazione dei prodotti ortofrutticoli quindi a stretto contatto con la dura realtà agricola della nostra terra. Ho visto e vissuto in maniera parallela episodi di vita amara, oltre i limiti delle più tenaci sopportazioni. Ho capito che non avevo alcun mezzo per combattere le ingiustizie e le disuguaglianze ma avevo una possibilità, ed era quella di raccontarle attraverso le prose o “dipingerle” attraverso le poesie». Una raccolta che spazia dalla natura agli stati d’animo e che percorre le stagioni della vita con i suoi aspetti più caratteristici, impetuosi e naturali. «Versi in frammenti – si legge nella Prefazione scritta dal regista e sceneggiatore pugliese, attivo soprattutto nel mondo del teatro, Cosimo Damiano Damiato – svogliati di titolo, sospesi in bozze aspettando che la vita cambi per trovare altre parole ed andare a capo. Poesia come anfetamina, versi mesciuti a limone filtrati da un ago alla ricerca dell’ultima vena di sangue».
Ma perchè queste poesie sono “belle e maledette”? «Nei miei versi – spiega l’autore Iannarelli – sono presenti il bene e il male nei loro molteplici volti e nelle loro diverse misure. I vizi e le virtù che ne derivano, le bellezze e le mostruosità che caratterizzano o modificano l’ambiente che ci circonda e gli stessi equilibri del pianeta che ci ospita, le azioni nobili e i delitti commessi dal genere umano, sono la sostanza delle mie poesie. In esse è racchiusa tutta la bellezza che può scaturire dal bene e la maledizione che si abbatte su tutto ciò che scaturisce dal male, in un’alternanza di cause ed effetti, con angolazioni diverse dei punti di vista. Nel libro – aggiunge – ho voluto riportare l’uomo sul piano umano e materiale, con i suoi vizi e le sue virtù, le sue debolezze e le sue imperfezioni».
L’autore parla, poi, del Sud e di quanta amarezza ci sia in questa terra che troppo spesso fatica a splendere. «Il Sud è una donna bellissima – afferma Iannarelli -. Con seni prosperosi e pieni di latte, ma questo latte non è nutrimento per i suoi figli, perché di notte quando essa giace addormentata, vengono al suo seno per nutrirsi, striscianti e silenziosi serpenti. Il Sud è un contadino ricurvo sul terreno, sulla sua fronte bagnata di sudore riflette la luce di un sole rovente, ai suoi piedi la zolla di terra si frantuma, arsa dal calore, al suo fianco un cesto pieno di frutti maturi e profumati dei quali non si potrà nutrire, perchè qualcun altro glieli porterà via. Il Sud ha figli meravigliosi, istruiti, intelligenti e con tanta voglia di fare».
E allora, solo la poesia, con la sua funzione catartica, libera da questa prigione di pena e insofferenza. «Non devo far altro che uscire di casa – conclude l’autore – e osservare ciò che mi circonda. Una passeggiata a piedi, intrattenendomi in conversazione con la mia ombra mentre intorno a me le persone sono assorte nei loro affanni quotidiani. Chiudo gli occhi, immagino. Ed é già poesia».
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