Trebisacce-30/09/2022: CdConsumatori:Creare una veranda sul balcone senza permessi, da ora è possibile

Vitelli

Creare una veranda sul balcone senza permessi, da ora è possibile

Un emendamento del decreto Aiuti bis consente da oggi il via libera per la chiusura delle verande, ma non in tutti i casi. Vediamo quali

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Creare una veranda sul balcone senza permessi, da ora è possibile

Grazie a un emendamento alla legge di conversione del decreto Aiuti bis, da oggi ci saranno meno vincoli per quanti vogliano chiudere un balcone o un terrazzo dotandoli ad esempio di una veranda.

Infatti, non sarà più necessario dovere chiedere autorizzazione. La novità però non riguarda tutti. Il “via libera” non è infatti automatico per tutte le tipologie di intervento. Al momento possono essere installate senza chiedere prima l’autorizzazione le Vepa, acronimo che sta per vetrate panoramiche amovibili. Per queste strutture finora ci si era mossi in ordine sparso, ogni territorio seguiva un proprio indirizzo. Adesso invece c’è un’indicazione valida per tutti.  Vediamo cosa prevede la legge.

Cosa sono le “Vepa”

In base alla definizione data da Assvepa (Associazione italiana vetrate a risparmio energetico), per Vepa si intende “un sistema di chiusure trasparenti per la riduzione delle dispersioni termiche e il risparmio energetico, per la protezione, messa in sicurezza e fruizione di verande e balconi inutilizzati”. Sono totalmente trasparenti e, come dice il nome possono essere rimosse. 

Rispondono a esigenze di “schermatura, ombreggiatura, di parziale coibentazione termica, miglioramento delle prestazioni energetiche o di parziale impermeabilizzazione” ma non devono diventare “spazi stabilmente chiusi con conseguente creazione di volumi e/o di superfici, come definiti dal Regolamento Edilizio Tipo, che possano comportare il mutamento della destinazione d’uso dell’immobile anche da superficie accessoria a superficie utile”. 
 
Oltre alle vetrate panoramiche amovibili – che possono essere scorrevoli, a libro o fisarmonica – appartengono alla categoria Vepa anche i cosiddetti “giardini d’inverno” e i sistemi ideati per la riduzione delle dispersioni termiche e il risparmio energetico. 

Quando l’autorizzazione non serve

Per le vetrate di questo tipo finora non c’era una regola univoca. Ogni Comune decideva in modo autonomo. Secondo alcune interpretazioni si potevano installare senza problemi, altre le vietavano perché si dava per implicita la creazione di nuovi volumi.

Con questo emendamento invece c’è un via libera generale, restando il vincolo dei volumi. Non devono diventare “spazi stabilmente chiusi con conseguente creazione di volumi e/o di superfici”, non devono esserci modifiche tali da “comportare il mutamento della destinazione d’uso dell’immobile anche da superficie accessoria a superficie utile”.  

 

 

 

Balconi e terrazzi, ora si possono chiudere senza permessi comunali. Ecco come

 

Grazie al decreto Aiuti bis, non è più necessario chiedere le autorizzazioni comunali per installare vetrate che chiudano balconi e verande, purché le vetrate siano rimovibili (Vepa). Restano invece tutti gli altri vincoli, da quelli paesaggistici a quelli di sicurezza fino a quelli contrattuali e condominiali. Ecco come funzionano questi tipi di vetrate e quando vale la pena installarle.

22 settembre 2022

 

Chi di noi non ha mai desiderato poter chiudere con una vetrata il proprio balcone in modo da poterlo utilizzare anche d’inverno? L’idea però di affrontare il calvario burocratico per richiedere le dovute autorizzazioni al Comune, con il rischio di veder respinta la richiesta, ha sempre scoraggiato la gran parte dei proprietari di casa. Oggi pero, grazie un emendamento alla legge di conversione del decreto Aiuti bis (approvato in maniera definitiva), non c’è più necessità di chiedere autorizzazioni agli enti locali per chiudere un terrazzo, una veranda o un balcone con alcune particolari vetrate amovibili (dette Vepa).

L’articolo 33-quater, infatti, modifica il Testo Unico Edilizio, facendo rientrare l’installazione di queste “vetrate temporanee” nel ventaglio degli interventi di edilizia libera, ovvero tra quei lavori che possono essere realizzati senza titoli abilitativi di alcun tipo, per intenderci niente DIA, CILA o SCIA. Ma cosa sono queste vetrate rimovibili? Di che materiale sono fatte? Quanto costa installarle? E quali sono le controindicazioni?

Cosa sono le Vepa? 

Vepa è l’acronimo di “vetrate panoramiche amovibili”; proprio la parola “amovibile” è la condizione fondamentale per poterle far ricadere nell’edilizia libera. Si tratta in soldoni di lastre di vetro che chiudono la parte frontale del balcone, dal piano fino alla soletta del piano superiore, ma che essendo fatte a pannello, possono scorrere l’una sopra l’altra per poter essere impacchettate e quindi rimosse facilmente.

Possono avere spessori diversi e soprattutto essere dotati di tecnologie che permettono o meno la filtrazione della luce, ad esempio per evitare di abbagliare una persona che sta leggendo o che lavora al computer. Queste strutture, poi, devono favorire una naturale micro-aerazione che consenta la circolazione di un costante flusso d’aria per garantirne il ricambio all’interno. 

Insomma, non devono configurare uno spazio stabilmente chiuso, cosa che porterebbe a una variazione della volumetria dell’appartamento o al mutamento della destinazione d’uso dell’immobile. Per intenderci la vetratura non è fissata a un telaio ma il vetro può scorrere o essere impacchettato per poter aprire o chiudere l’intero sistema in qualsiasi momento.

Quando sono utili queste vetrate

Chiudere una veranda o un balcone attraverso un sistema amovibile può essere utile soprattutto nei momenti dell’anno di freddo mite ma soleggiato (ad esempio quelli di fine inverno): se il balcone è sufficientemente grande si può sostare nella zona chiusa ad esempio per pranzare, leggero un libro o prendere un caffè. Se invece il balcone è piccolo, chiudendolo, si può godere comunque di una zona di fatto “preriscaldata” che impatterà positivamente sul risparmio energetico della casa. Un risparmio che dipende comunque da molti fattori (come la cubatura della casa o il modo in cui è costruita), e che si stima non vada oltre il 5-10% considerando il panorama dell’edilizia tradizionale italiana.

Quando non servono o non vanno usate

Come sappiamo l’utilità di queste soluzioni è sfruttare l’apporto gratuito dei raggi solari, questo implica però che nella maggior parte dei casi questi sistemi non possono essere usati appena arriva la bella stagione: si avrebbe in questo caso un rischio di surriscaldamento e di effetto serra in queste zone. Di contro a fine autunno, inizio inverno, le giornate sono spesso uggiose e senza sole: il rischio che queste aree possano essere fredde e umide è particolarmente elevato. In questo periodo, meglio anche valutare di non tenere in queste zone arredamento o oggetti che potrebbero soffrire l’umidità, come divani in stoffa o libri.

Quanto costano e come si installano 

Il costo di una vetrata di questo tipo dipende da molti fattori ed è difficile quantificare quanto potrebbe costare l‘installazione. Bisogna comunque tener presente che si tratta di un lavoro che difficilmente si riuscirebbe a fare da sé, ed è quindi necessario rivolgersi a un installatore specializzato, che nel prezzo “chiavi in mano” metterà sia i costi dei materiali sia quelli della manodopera. 

Per quanto riguarda proprio i costi dei materiali, il prezzo varia dal tipo di vetro, dai sistemi di scorrimento e chiusura, dalle finiture e dai profili che si sceglie di mettere. Al netto di tutti questi aspetti, si può ipotizzare un prezzo di partenza di circa 300 euro al metroquadro. Il nostro consiglio comunque è quello di richiedere più di un preventivo (possibilmente con un sopralluogo) e verificare attentamente i materiali inseriti nell’offerta. 

Sono sempre più frequenti eventi metereologici estremi, venti con raffiche che raggiungono anche i 100 km/h, grandinate, bombe d’acqua; per questo tipo di strutture è quindi fondamentale scegliere materiali resistenti e installatori professionali. In caso di danni, infatti, causati dal distaccamento di una parte di queste vetrate, a rispondere è il padrone di casa, che però si potrà rivalere sull’installatore. 

Si possono detrarre questi lavori? 

Proprio per la natura di queste vetrate, i lavori non rientrano in nessuna detrazione. Stando alla normativa devono rimanere vetrate rimovibili, quindi, non fanno parte della struttura fissa dell’immobile e, anche per questo non possono configurarsi come infissi. Rimane dubbia la questione del presunto risparmio energetico, che andrebbe in ogni caso certificato, ma anche in questo caso essendo modifiche non strutturali non rientrano nella possibilità di detrazione.

Niente autorizzazione, ma restano gli altri vincoli

Partiamo da un presupposto: il solo fatto di non dover più chiedere autorizzazione al Comune perché il tutto rientra nell’edilizia libera, non vuol dire che si può fare quello che si vuole. Il decreto rimanda chiaramente al Testo Unico Edilizio, il quale prescrive comunque il rispetto degli strumenti urbanistici comunali e delle norme edilizie settoriali anche per le attività non soggette ad autorizzazione o comunicazione.

Dunque, prima di iniziare i lavori sarà necessario prendere visione delle norme di sicurezza, antincendio, igienico-sanitarie, di quelle relative all’efficienza energetica, di tutela dal rischio idrogeologico, e delle disposizioni contenute nel codice dei beni culturali e del paesaggio. Nel nostro paese molti edifici sono tutelati a livello paesaggistico o ambientale, in tal caso bisogna rivolgersi alla Sovrintendenza che dovrà esprimere un parere tecnico.

Occhio a cosa dice il condominio

Ci sono poi le regole condominiali che vanno ugualmente rispettate. Le vetrate incidono sulla facciata e devono tener conto dell’estetica dell’edificio, devono cioè rispettare il “decoro condominiale” . Il regolamento condominiale fornisce indicazioni in questo senso, determinando ad esempio dimensioni, colori e materiali, e alle quali i condomini devono adeguarsi.

Importante, in fine, verificare che non vi siano specifiche disposizioni provenienti da un regolamento di tipo contrattuale (disposto dal costruttore o approvato dai singoli condomini al momento dell’acquisto). Un divieto proveniente da un tal regolamento ha valore imperativo al punto che l’amministratore di condominio può ottenere la rimozione delle vetrate montate in contrasto con il regolamento contrattuale. 

L’amministratore non può vietarlo

Al netto di tutte le verifiche urbanistiche, contrattualistiche e condominiali, l’autorizzazione per questi lavori non deve passare obbligatoriamente da una delibera dell’assemblea di condominio. Se non ci sono vincoli di altro tipo, una volta informati per correttezza, amministratore e assemblea non possono vietare l’installazione delle vetrate montate nel rispetto delle regole condominiali.