Trebisacce-14/05/2023: Dante e il canto XXX del Purgatorio: il cuore delle mamme (di Pino Cozzo)

Dante e il canto XXX del Purgatorio: il cuore delle mamme

di Pino Cozzo

 

 

È il Canto in cui appare Beatrice, in un’aura di fiori, e la sua dolce luce è simile al sole, quando, nascendo ad oriente, è tutto color rosa. La sua testa è cinta da una ghirlanda d’ulivo, e il suo volto è coperto da un candido velo, e indossa colorati vestiti. I colori ricordano le Virtù teologali: il bianco della Fede, il rosso della Carità, il verde della Speranza. Dante, dapprima stenta a riconoscere la donna, “la tanto gentile”, poi ne avverte la presenza e si sente così emozionato da cercare Virgilio, che però non trova, e allora, i suoi occhi si velano di lacrime. Il Poeta le si fa più prossimo, quasi a cercare conforto e rassicurazione. È la scena del passaggio del testimone: il Vate ha ormai esaurito il suo compito, la ragione umana non ha più senso che esista, essa deve cedere il passo alla scienza del Divino. Nello scuotere Dante, Beatrice lo sprona a non piangere, perché, gli ricorda, dovrà versare lacrime ben più amare, e questo fa dei due protagonisti persone vive e reali, legate da aspetti intellettivi ed affettivi molto personali e stretti, che rappresentano altresì realtà metafisiche e trascendenti. La storia di un amore terreno, fatto di materia e sostanza, viene posto sul piano di un insegnamento universale e sovrannaturale.  La missione naturale e divina delle mamme ci dice che l’amore di Dio, per il loro tramite, si riversa sui bambini, ed è corroborato dall’azione redentrice di Gesù, per consentire ai genitori di attuare la loro missione nella società e nella Chiesa. Tutte le madri sono specialmente consacrate e tutta la loro vita è pervasa di amore e dedizione, tendono alla perfezione e rendono lode e gloria a Dio Padre per il dono della maternità, che le assimila a Maria. Ci sono vicine nei momenti felici, per gioire con noi, ma, soprattutto, nelle difficoltà, per aiutarci ed incoraggiarci, sostenerci e consigliarci. Auguri a tutte le mamme, nel giorno a loro dedicato, con l’auspicio che la festa, però, si riverberi a tutti i giorni dell’anno, nei secoli in eterno, affinché siano luce al cammino delle genti e siano educatrici delle generazioni dell’amore di Gesù, quello stesso da Lui manifestato alla Sua Santa Madre. E dedichiamo un pensiero ed una preghiera soprattutto alle mamme che non ci sono più,  a loro che intercedono per noi presso il Padre Celeste con la forza del carattere robusto e incrollabile, che non si sono arrese di fronte a nessuno e a niente, che hanno combattuto contro gli stenti e il male, che hanno guidato le loro famiglie con l’onore e la dignità, che sono state esempi da imitare e da trasmettere ai figli e ai nipoti, che sono state immagini della Madre di tutte le mamme.