Villapiana-07/05/2024: Arrestato Roberto di 52 anni perché rubava per necessità l’elettricità dalla rete. Vincenzo con una lettera esprime piena solidarietà e vicinanza

Caro Roberto, ho appreso con dispiacere della perdita della tua libertà solo in questi giorni.

Mi è stato riferito che ti hanno affibbiato quattordici mesi di detenzione. Purtroppo a volte si finisce in carcere anche ingiustamente, non sempre è colpa del detenuto se la nostra società non riesce ad integrarci anzi, caro Roberto, non porti troppe domande se hai sbagliato, se poteva andare diversamente, insomma, non entrare nel meccanismo del senso di colpa o del vittimismo, anzi, ti incoraggio a prendere coraggio contro le circostanze e usare al meglio il tuo tempo che, anche se in una condizione di mancata libertà potresti usare per riflettere su come ricostruirti una vita una volta uscito.

Ti ho conosciuto in un periodo in cui eri molto sofferente e solo, non sei l’unico caro Roberto, anche io come te ho provato i medesimi sentimenti: l’abbandono, il consiglio sbagliato, le circostanze che cambiano con un trauma non voluto tutta la nostra psicologia e ti lasciano con l’amaro in bocca e con il cuore infranto. Mi ricordo che ti ho visto l’ultima volta mentre vedevi le foto della tua gioia più grande, la tua dolce bambina che hai generato in un rapporto molto contrastato e che però ti ha riempito di gioia e del senso di paternità che dovrebbe provare ogni uomo se vuole rivedere se stesso nell’altro, provando sentimenti bellissimi quali la felicità, il senso del dono e la speranza che la vita di chi abbiamo generato sia migliore della nostra. A volte c’è chi ha successo in questo caro Roberto, a volte vuoi per ignoranza, vuoi per rivalità, vuoi per le circostanze avverse che ci prendono non riusciamo a goderci questo bene e a trasmettere il nostro amore e ciò che di più bello un padre anche se povero o caduto in disgrazia vorrebbe comunque dare. Volevo riflettere con te anche su un altro aspetto e in generale fare una riflessione sulla nostra società. Sai, io ho rischiato come te il carcere per essermi rifiutato di fare il servizio di leva e prima che cambiasse la legge sulla volontarietà di svolgere il servizio militare ho subito tutta la trafila vergognosa del processo e la condanna solo perché la costituzione impone al cittadino di difendere la patria e i suoi rappresentanti che sono uomini al nostro stesso livello, ma che si trasmettono da generazioni dopo la caduta del regno d’Italia il posto o in senato o in parlamento altro che alternanza politica e leggi giuste, le leggi sono una marea di ingiustizie compressate che schiacciano i deboli e fanno ridere i potenti. So che questa lettera verrà aperta e letta caro Roberto in via preventiva, quindi cercherò di non pressare la mano altrimenti correrei il rischio della censura per incitamento alla ribellione, la mia è solo una riflessione sociologica sul fatto che la nostra società tende a disunire le persone secondo il detto “dividi et impera”, infatti isolandoti dagli altri sia dentro che fuori dal carcere o nella vita ed usando verso di te indifferenza e il bombardamento di informazioni sbagliate si assicurano il potere del loro ruolo che hanno ereditato per un karma positivo trasmesso di generazione in generazione.

Sai, prima che qualcuno si ponesse il problema, un certo Cesare Beccaria, padre spurio di Manzoni colui che ha scritto il romanzo “I promessi sposi”c’era addirittura la pena di morte che, anche se in Italia è stata abolita ed esisteva fino a poco tempo fa solo nelle leggi penali di guerra,( immagina l’ipocrisia lo stato della chiesa è stato uno degli ultimi ad abolirla dalla sua giurisprudenza interna). Non so quale sia il tuo reato caro Roberto, c’è chi mi ha detto che tu abbia rubato la luce all’enel, c’è chi mi ha detto delle cose molto più gravi. Comunque caro Roberto tu sei una persona che ha aperto e lo dico ironicamente un problema, quello dell’autonomia energetica delle famiglie, che fino a poco tempo fa non esisteva in Italia e che ora sta prendendo piede sempre di più visto che prima la situazione era di monopolio pubblico ed era considerato di importanza strategica, sai, anche se può sembrare un errore sotto certi aspetti il tuo comportamento esprime semplicemente la rabbia del perché io debba aprirmi un mutuo con lo stato permanente e non possa essere indipendente dal sistema senza essere controllato sui miei consumi personali di energia domestica e contribuire, pagando la bolletta agli enormi flussi finanziari a danno dell’ambiente, della terra e alla politica delle multinazionali del petrolio che nei paesi africani con l’uso indiscriminato delle tangenti e l’accondiscendenza dei capi locali, depredano le risorse e inquinano con gli scarti della lavorazione del petrolio e incoraggiano la guerra, l’odio etnico e vari genocidi tra popolazioni inermi. Come vedi caro Roberto, solo tu che sei debole e malvisto sei finito in carcere, chi commette crimini ad alto livello ne esce pulito ed incontaminato perché il sistema lo permette.

Quindi caro Roberto, tu con il tuo comportamento hai aperto un problema etico e di libertà, tant’è che oggi moltissime famiglie stanno scegliendo il pannello solare al posto di avere contatti con quella gentaglia che purtroppo ancora li costringe ad attaccarsi comunque alla rete non permettendo di creare case completamente autonome energeticamente.

Riflettevo su un altro aspetto caro Roberto, l’istituzione carceraria esiste da più di 6000 anni quindi dal tempo degli egizi dove le sacre scritture indicano che vi fu imprigionato anche il giusto Giuseppe poi consigliere del faraone d’Egitto in tempi di crisi e ancora non è uscito un filosofo con le palle che metta in discussione il sistema premio/punizione e l’intero sistema carcerario che perdura da millenni, troppi interessi, troppa violenza ci sono ancora nell’uomo di oggi perché ci sia una riforma in senso liberatorio e di estinzione del sistema carcerario con altri sistemi. Purtroppo la nostra società insiste nel chiedere e dare come posti di lavoro poliziotti, carabinieri, finanzieri che a volte vedi con dei villoni enormi o si trovano intestati centinaia di case o abitano in ville che i loro stipendi non si potrebbero permettere, chissà come si procurano quel denaro…!

Purtroppo non si possono cambiare le circostanze attuali perché i tempi non sono maturi caro Roberto, comunque spero che tu condivida i tuoi spazi con chi non ti maltratti e spero non subisca maltrattamenti da parte delle guardie carcerarie o da parte degli altri detenuti perché già soffrivi fuori e anzi spero che tu riacquisti il tuo equilibrio magari approfittandone per smettere di fumare. Cerca di stare calmo altrimenti ti mandano dallo psichiatra e a volte le droghe psichiatriche sono peggiori di quelle degli spacciatori di strada con l’unica differenza che loro sono un secolo che sono autorizzati a distribuirle facendo fare a tantissime persone da cavie, per poi riproporne di altre quando viene assorbito il brevetto e non sono più redditizie.

Quindi come vedi caro Roberto ribaltando le carte non sei tu il pazzo, ma tutta la società si può definire irrazionale e veramente pazza visto i tempi in cui viviamo che ci hanno fatto ritornare ai tempi della seconda guerra mondiale e li vedi in televisione che si vantano dell’aumento del PIL alimentato dallo sforzo bellico e in questo teatro irrazionale che è la nostra vita mentre loro fanno soldi a palate e noi poveri cristi moriamo nei ghetti delle nostre vite a cui a volte non sappiamo dare un significato proprio perché bombardati dalla pubblicità opprimente del conformismo e dell’abitudine ai consumi secondo il paradigma produci/consuma/crepa. Ti invito a riflettere a leggere qualche libro se li c’è una biblioteca e a cercare di uscire prima per buona condotta.

Ti sono vicino caro Roberto e sappi che da una crisi può nascere una opportunità tu che sempre dicevi che c’è crisi. Ti voglio bene e piango per te, ma vedrai ne uscirai più forte che mai e avrai qualcosa in più da raccontare nella tua vita che spero che si concluda come tu mi raccontavi, sperando in vecchiaia.

Ti voglio bene e ti abbraccio

Vincenzo Simone De Paola