
Oriolo-10/09/2024: Rocco Abate: Il Mondo al Contrario

Rocco Abate, musicista, originario di Oriolo, ma vive a Milano. Affianca all’attività artistica, un’infaticabile militanza civile. Le sue composizioni e i suoi scritti, fatalmente permeati da tematiche sociali, sono una chiamata alla difesa dei valori universali, oggi calpestati da un’organizzazione sociale cinica e cannibale, infine autodistruttiva.
IL MONDO AL CONTRARIO
Dei settembrini di maggio
Delle bandiere che “provocano” i patrioti d’Italia
Delle parole tradite
Della sinistra antropologicamente mutante *
(* dalle “purghe” staliniane allo squadrismo della “notte dei cristalli”).
Siamo a “Il Mondo al Contrario”, fortunato libro di un astro nascente della nuova scena politica italiana, che spicca tra altri pendagli che la destra arruola con orgoglio: il generale Vannacci, del quale non ho letto, né leggerei una sola riga. Tuttavia bisogna riconoscergli l’incontrovertibile verità (almeno nel titolo) che fotografa in tanta parte di realtà che ci circonda. Il generale lo lascio là dov’è, con le sue originali “visioni”, con le sue letture di pancia, a sguazzare tra i miasmi di aberrazioni socio/antropologiche, che lungi dallo stigmatizzare, il generale e molta destra di Governo, ma anche tanta sinistra di governicchio, come a Oriolo, promuovono e non esitano a far proprie: “è la propaganda, bellezza!” E in nome della propaganda, ogni nefandezza assume il tintinnio della miglior moneta purché assicuri il potere (per me inimmaginabile fino a due mesi fa, almeno a Oriolo), in spregio a qualsiasi valore superiore, ma anche al buon gusto e al decoro, alla verità delle cose, e soprattutto alla naturale e benigna crescita civile di una comunità, come della società globale. Non importa se il prezzo di tanto degrado sarà salato per tutti.
Non solo di catastrofi ambientali, di pandemie, di crisi geopolitiche patisce l’umanità, ma di qualcosa di più grave che forse è alla base di tutto questo. È “la crisi del pensiero”, contro la quale crisi, urla “SVEGLIAMOCI”, nel suo ultimo libro di due anni fa, l’indomito combattente 103enne, Edgar Morin. La crisi del pensiero, appunto, poggia su due pilastri:
1) Fuga dalle responsabilità individuali da parte dei cittadini, per ignavia, per ignoranza dei fatti, per pigrizia intellettuale, per cinica indifferenza e/o impotenza.
2) Disinformazione, fatta di finte facce feroci verso i “forti” e vittimismo, conditi da slogan e false promesse “pelose” verso il popolo, che tutti i poteri e i potericchi, ciascuno con le proprie modalità e alle varie latitudini, usano da sempre come strumento per confondere, imbavagliare, ricattare promettendo. E la platea di chi ci crede è sempre più vasta, proprio per i motivi esposti al punto 1. Tutto questo è l’ampia autostrada senza pedaggio, per l’imbarbarimento della civiltà. Ci transitano tronfie le sguaiate destre sul pianeta Terra, ma anche i capetti di paese, non importa se di sinistra (!?!?) per sola definizione.
Ma andiamo ai settembrini di maggio. Sì, li coltivo sul davanzale del mio studio. Sono apparentemente delicati, perché fanno trapelare dalle foglie tutto il loro risentimento se si sentono trascurati. Amano essere accuditi giornalmente, solo in tal modo, quando sarà il momento, ripagheranno di ogni sacrificio chi ne avrà avuto cura. Lo faranno con la loro generosa fioritura che non arriva in settembre come da nome, ma in novembre. Ma il perché ne parlo qui ora? è perché siamo, appunto, al “mondo al contrario”: non in settembre e neppure in novembre, ma in maggio, con sei mesi di anticipo, i più arditi si sono presentati al mio cospetto, in tutto il loro splendore. Gli inverni dimenticati, le stagioni sbiadite, l’alterazione delle temperature sul Pianeta Terra, fanno sì che l’orologio biologico, contro l’ostinata ottusità dei negazionisti, segni orari del tutto originali e contro il fluire ordinario del tempo meteo/climatico. Ma tranquilli tutti, nessun problema (almeno da noi a Oriolo). Zelanti operatori “culturali” che – tra un intervento e l’altro degli estivi circenses e realtà virtuali fatte luccicare come vere, con tronfie posture delle autorità tricolorate e telecamere complici nella pubblicità ingannevole, a “beneficio” della plebe beata e beffata – , si adopereranno con politiche e campagne di in/formazione sul corretto ed equilibrato rapporto che ciascun individuo dovrebbe intrattenere con l’ambiente e la natura, sì da invertire la pericolosa china, nota come epoca antropocene, che segna l’inizio della fine per tutti…
E non sono forse al “contrario”, anche gli effetti suscitati dalla bandiera italiana che, anziché inorgoglire le destre dei patrioti “fratelli – in affari – d’Italia”, provoca, invece, lo sdegno e l’orrore del ministro Calderoli (…avrà pur giurato, quel sant’uomo, sulla Costituzione repubblicana?) che arretra come di fronte a Satana in persona, quando Leonardo Donno, deputato del M5s gli si avvicina per cingerlo di quel drappo, simbolo mai rinnegato dell’unità nazionale? (unità, oggi minacciata dalla Spacca Italia dell’Autonomia Differenziata, ormai legge, da lui voluta). Peggio per Donno che fu prontamente trasformato in punching ball, dal branco degli alleati, litigiosi e fratricidi al loro interno, ma che sanno essere un sol uomo e compatti come in una testuggine romana, se si tratta di difendere i loro scranni; fu così che spedirono il malcapitato, di corsa in ospedale, ribadendo ancora una volta il “mondo al contrario” al quale vorrebbero abituarci. Ma anche qui, tranquilli, perché gli operatori “culturali”, almeno a Oriolo, hanno allertato da tempo (con convegni e campagne di sensibilizzazione -???-) le coscienze dei cittadini sul tema, e l’afflusso alle urne del referendum che la boccerà (!) e respingerà il vile attacco alla Costituzione, portato dalle Regioni ricche, avrà cifre mai toccate prima.
Sarà per queste visioni rovesciate che anche la parola democrazia, a seconda delle realtà territoriali e delle circostanze, possa essere declinata nel suo significato di condizione privilegiata per la partecipazione responsabile del cittadino al dibattito democratico, e nel suo contrario, cioè di fastidiosa interferenza, qualora il cittadino stesso avesse l’ardire di esercitarla come dovere (prima di tutto!), oltre che diritto, di esprimere le sue opinioni in una competizione elettorale? Che altro significato allora, vicino al biasimo, avrebbero le parole pronunciate e registrate nei comizi elettorali, della confermata sindaca di Oriolo, Simona Colotta (…la Signora è ancora del Partito Democratico?), quando a cittadini, che liberamente e nel rispetto del confronto civile, hanno espresso i loro pareri sull’amministrazione, ha risposto eludendo/alludendo e ponendo domande fuori argomento, nonché investendo dell’invito a rispondere, anche il pubblico in ascolto?
Ecco le parole, e attenzione, perché siamo all’Accademia della “politica al contrario”:
(Le parole virgolettate, in corsivo, sono della sindaca Colotta)
- Prima lezione di buona politica e di “apertura” alla partecipazione: “…questi (i cittadini sostenitori della lista competitrice, ma estranei alla competizione, n.d.r.), che sono al fianco loro, hanno qualche interesse? (…)”. Interpretazione legittima: “ragazzi, la politica la fate solo se avete qualche interesse (possibilmente privato…magari losco); non si vorrà consentire a chicchessia di aprir bocca, cianciando di visioni ideali o cose del genere, alternative alle nostre, che abbiamo così ben governato? non sia mai! ma dove siamo?”
- Seconda lezione: “Tutto questo slancio, tutto questo voler fare comizi, sono forse candidati? Interpretazione: “belli miei, se volete fare interventi o comizi dovete candidarvi. …cosa? partecipazione? Ma stiamo scherzando? Se sei un cittadino qualsiasi, zitto e mosca; cioè, “fatti i cazzi toi!”: come liquiderebbe la questione, ancora più efficacemente, Cetto Laqualunque, del geniale Antonio Albanes
- Terza lezione: “Ma forse c’è altro che noi non sappiamo…” così, insinuando sospetti e cospirazioni tra l’ignaro uditorio, e chiedendone condivisione preoccupata, contro sinistri intrighi di imprevedibile pericolosità. Interpretazione: “Sì, cari cittadini, la politica è sporca. Lasciatela fare a noi che sappiamo come maneggiarla, in nome del popolo, e nel vostro interesse; fuori gli intrusi che minacciano la nostra comunità, soprattutto se vengono da fuori…”.
Così, a una sinistra mutante, che parla come la destra (volendo tener fuori categorie più inquietanti…), non poteva mancare neppure la macchia del sospetto di una, si spera involontaria, istigazione all’odio (che è la negazione senza appello dei principi universali di cui sono pervase le filosofie marxiane, gramsciane, già in Bakunin, Proudhon tanti altri, e poi Cafiero, Turati, Bobbio, fino a Bergoglio ecc.). Non era mai successo, infatti, almeno a Oriolo, che i vincitori infierissero sui vinti (vittima, la lista più temuta: Patto di Cittadinanza Attiva per Oriolo). Non sono mancati, dopo la loro vittoria, atti di squadrismo da “notte dei cristalli”, con manifesti sulle porte degli avversari sconfitti, affissi con scotch nero simil/svastica, dove si evocano “purghe” (staliniane, o solo olio di ricino?); tagli ai copertoni dell’auto di un candidato non eletto, e neppure un’aggressiva provocazione (relata ai fatti) di un giovane sconosciuto, al sottoscritto. Come interpretare tutto questo? Una devianza antropologica da sottoporre a cure immediate prima che degeneri (anche da parte dei dirigenti regionali del PD) o un trasferimento, armi e bagagli, nel fantastico universo degradato di quel “Mondo al Contrario” di vannacciano conio? E infine, non è ancora Mondo al Contrario vedere la sinistra (nelle persone della sindaca Colotta e del presidente del Consiglio Pucci, com’è tristemente avvenuto in quest’ultima campagna elettorale) usare anche la tecnica dello spargi-fango (ma se si preferisce, rende bene anche la merda nel ventilatore), di berlusconiana genitura, inventandosi circostanze fondate sul nulla, al solo scopo di screditare e diffamare chiunque venga percepito come avversario? E non è mondo al contrario (di quello che dovrebbe essere un civile confronto, la buona educazione e il buongusto?) non rispondere alle reiterate richieste del diffamato, a fornire prove (che non avranno mai perché non esistono) delle loro dichiarazioni? Il risultato finale è che l’integrità morale del diffamato non è neppure scalfita dalle parole in libera uscita di queste due personcine così ammodo, ma come valore aggiunto per la cittadinanza di Oriolo, rimane il vantaggio di aver ricevuto lezioni di “come si fa la buona politica” oltre che la chiarificazione inequivocabile circa la consapevolezza che a governarla, ha dei superficiali, dei bugiardi e dei vigliacchi (*). Ma cosa volete? al Mondo al contrario, tutto questo, ci sta.
(*) Superficiali: perché hanno diffuso dati senza verificarli
Bugiardi: perché hanno dichiarato il falso
Vigliacchi: perché di fronte alla richiesta di fornire quei dati sono fuggiti come conigli
Rocco Abate
Cima Ventosa – 10 settembre 2024 –