TREBISACCE-23/05/2025: Rinnovata la devozione alla… Santa della porta accanto

TREBISACCE In un effluvio di rose rosse e di crescente fervore religioso Trebisacce e i paesi vicini hanno rinnovato anche quest’anno la devozione a Santa Rita da Cascia, la Santa “delle rose” sempre più amata e venerata non solo nell’Alto Jonio ma in tutto il mondo. Nelle comunità locali la festa di Santa Rita è comunque una ricorrenza molto sentita, che cresce nel tempo e che contagia sempre più devoti che, con nelle mani la fiaccola della speranza, provenienti dalle tre parrocchie del luogo (Chiesa Madre, Madonna della Pietà e San Vincenzo Ferreri), dalla Confraternita della Misericordia di Trebisacce e dai paesi vicini (Albidona, Amendolara, Montegiordano Marina e Montegiordano Paese…), accolti e coordinati dalla Signora Irma Lauria autentica motivatrice della festa e dal gruppo parrocchiale intitolato alla “Santa dei casi impossibili e disperati”, nella serata della vigilia della festa in cui si ricorda “il transito” di Santa Rita e nel giorno del 22 maggio, si sono ritrovati presso la Chiesa “Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria” di Trebisacce per pregare, per fare festa, per rinnovare tutti insieme la devozione a Santa Rita da Cascia e per portare a casa la sua rosa benedetta. “La Santa della porta accanto”. Così l’ha definita don Pasquale Zipparri nella catechesi tenuta nel corso della Santa Messa concelebrata con il parroco “in solidum” don Nicola Cataldi e il Diacono Mario Sassone in una Chiesa trabocchevole di devoti di Santa Rita, perché, nonostante la sua santità, Santa Rita viene sempre più percepita come una figura umana segnata anche lei da lutti e sofferenze, con la quale ci si può identificare perchè vicina ai problemi e alle difficoltà della vita quotidiana. “La sua vita, – ha sottolineato don Pasquale ricordando i gravi drammi personali vissuti dalla Santa nata e cresciuta nel villaggio di Rocca Porena in Umbria – la rendono particolarmente sensibile alle sofferenze altrui, e questo la fa considerare come una Santa “di prossimità”, una Santa vicina di casa, che si occupa e preoccupa dei bisogni e delle difficoltà degli altri”. Poi il parroco ha ricordato i passaggi salienti della sua vita terrena costellata da lutti familiari e dalla sofferenza ma anche dai prodigi che ne caratterizzarono la vita e la compartecipazione diretta, da lei invocata, alle sofferenze di Cristo tanto che, secondo quanto riporta la tradizione popolare, mentre un giorno pregava davanti al Crocifisso, si staccò una spina dalla corona della passione del Signore, che si conficcò nella fronte della Santa provocandole una ferita che non guarì mai. Una ferita mai rimarginata che comunque non le impedì di vivere sempre nella stupefacente “normalità” dell’esistenza quotidiana, da lei vissuta prima come sposa e madre, poi come vedova ed infine come monaca agostiniana. In realtà a Trebisace e nei paesi vicini la festa e la venerazione verso Santa Rita non si esaurisce nel giorno della sua ricorrenza liturgica, ma è preceduta da 15 giovedì di incontro e di preghiera a cui segue la novena devozionale che precede la vigilia e la festa del 22 maggio e si conclude nel mese di giugno con il pellegrinaggio votivo in Umbria che la Signora Irma organizza ogni anno per visitare e per pregare a Rocca Porena e a Cascia che sono i luoghi in cui Santa Rita ha vissuto la sua esistenza terrena.

Pino La Rocca