
Torre di Albidona-11/06/2025: Presentato con successo il libro: ”l’olivo bianco” di Carmine Abate
Torre di Albidona:11/06/2025
Presentato con successo il libro: ”l’olivo bianco” di Carmine Abate
E’ stato presentato,questa sera, il libro di Carmine Abate dal titolo: “l’olivo bianco”, edito da Aboca,nella preziosa sala culturale della Biblioteca ‘Torre di Albidona’. L’incontro con l’autore Carmine Abate è stato organizzato dal “Trust Rinaldo Chidichimo”, dal Club Unesco di Trebisacce e dall’Associazione “L’Albero della Memoria”. Al tavolo dei relatori: Franco Maurella (Giornalista e Presidente del Club Unesco), Avv. Rinaldo Chidichimo, Dott. Ludovico Noia (Storico dell’Arte),Prof. Piero De Vita (Antropologo) e l’autore Carmine Abate. Prima di avviare i lavori, l’Avv. Chidichimo ha inteso dedicare un attimo di silenzio al Sociologo Franco Gatto, recentemente scomparso e attivo collaboratore di questi incontri culturali. Di seguito ha voluto ringraziare Giuseppe Rizzo e Pino Genise per il costante impegno profuso nel far conoscere il territorio con le sue montagne, ‘timpe’, torrenti, masserie, forni antichi rurali,ecc. Ha,infine,sottolineato che il Trust Chidichimo oltre che a moltiplicare l’olivo bianco proseguirà a operare per la conoscenza e il progresso del territorio. Nel ruolo di moderatore il giornalista Franco Maurella ha tratteggiato il profilo dell’autore ricordando, al nutrito pubblico, che Carmine Abate è nato a Cafizzi, è uno scrittore, di etnia arbëreshe, autore di numerosi racconti, romanzi e saggi prevalentemente incentrati sui temi dei migranti e degli incontri tra le culture. Si legge sulla copertina del libro che:” L’olivo bianco”-In una calda notte d’agosto, quando gli incendi divampano nelle campagne di Spillace, tre amici si riuniscono per chiacchierare fino a tardi. È un rito che compiono ogni sera, forse per cercare di spegnere almeno il fuoco che sentono dentro, nell’estate così inquieta in cui, dopo la maturità, devono decidere cosa fare delle loro vite. Mentre Riccardo e Marco meditano di lasciare la Calabria per emigrare in Germania, Antonio non sa decidersi: l’unica certezza in quel momento è il suo amore per Elena…
Ma c’è anche un altro pensiero che affolla la mente di Antonio e riguarda le vicende di Luca, un parente misterioso che solo nonna Sofia aveva conosciuto: a lei, Luca aveva lasciato la sua casa e una striscia di terra aspra e scoscesa, coltivata con fatica e trasformata in un piccolo paradiso fertile, con alberi da frutto e tutte le varietà di olivi della Calabria.
I racconti di nonna Sofia sono appassionanti e sembrano nascondere un segreto: Luca aveva attirato le invidie dei suoi compaesani e, dopo una notte in cui furono uditi degli spari, nessuno seppe più nulla di lui. Tutto ciò che è rimasto è l’Olivo di Luca, quel terreno frequentato abitualmente dalla famiglia di Antonio che va lì ogni anno a trascorrere la Pasquetta.
Ma chi era Luca? Era davvero partito per l’America o era morto? E perché aveva lasciato la sua proprietà a nonna Sofia? Come in un gioco di specchi tra natura e anima, ingaggiato dal padre per rimuovere il rovettaro che negli anni aveva invaso l’oliveto, Antonio cercherà di fare luce su questa storia misteriosa: liberando l’Olivo di Luca dai tralci spinosi, si addentrerà sempre più nel cuore della verità, riuscendo a mettere finalmente in ordine anche i suoi pensieri”.-Per Ludovico Noia il romanzo gira tutto intorno alla famiglia: sacrifici e amore. Il personaggio Luca dona un uliveto in un terreno marginale e le parole in dialetto usate dall’autore lo hanno ricondotto al concetto di calabresità. Il personaggio Antonio pone diverse prospettive in quei contesti di vita rurale.Nonna Sofia viene presentata come “curva come l’olivo” per significare che è una donna forte. L’ulivo dà un senso di umiltà.Tra i diversi passaggi Ludovico Noia individua tre temi: Società calabrese;Famiglia Matriarcale e Condizione materiale.Nel primo tema lo scrittore fa emergere l’attaccamento alla nostra terra dei componenti,nel secondo emerge come la donna mandava avanti la società (contadine, filatrici,ecc), e nel terzo tema anche i volti delle persone acquistano importanza: papà Antonio con occhi socchiusi,alla nonna le rughe che segnalano la vita di sacrifici vissuta.E anche i volti delle Sante realizzati con volti di donne calabresi. Il Santo visto come persona normale che è la caratteristica culturale del libro. Ludovico ha concluso che nella vita dobbiamo mettere alle spalle le storie brutte e guardare avanti con luce nuova. Per Piero De Vita il libro presenta dei pezzetti di memeria e di Paradiso. De Vita ritiene importante recuperare il concetto di Restanza e Tornanza. Chi resta non è un Eroe,è piuttosto soffernte e chi ritorna nella propria terra ha compiuto un viaggio-pellegrinaggio e con gioia per il ritorno. Ha sottolineato ancora che nel libro il rapporto con la natura è alla pari e non esiste sudditanza:Amore,Rispetto,Fratellanza. Ha ancora parlato di Toponimi e di pasti usati durante la tradizionale pasquetta. In chiusura l’autore Carmine Abate ha precisato che nel romanzo le date non esistono:la storia è ambientata con un passato che diventa memoria e un presente.Non è nostalgia del passato,ma è la memoria recuperata che aiuta il presente.Luca era lungimirante.L’olivo di Luca,terreno scosceso e timposo,era un terreno che apparteneva alla famiglia dell’autore.Durante il Fascismo,ha raccontato, che alla famiglia volevano portare via il terreno seppure di poco valore e insignificante. Oggi quella ‘Timpa’ è diventato il mio luogo dell’anima e ci ho costruito una casetta.Per l’autore Restanza significa che una famiglia decide in modo consapevole di rimanere sulla propria terra per difenderla e quindi l’ulivo di Luca.Sono stato indeciso sul titolo del libro: Olivo bianco o olivo di Luca. Il titolo dev’essere una metafora: simbolo di tenacia,di resistenza,di Pace e della diversità che è ricchezza,bellezza.
Franco Lofrano