
Trebisacce-23/05/2025: Il Sahara Occidentale: una storica diatriba diplomatica

Il Sahara Occidentale: una storica diatriba diplomatica
Di Rosamina Russo
L’inviato speciale Frédéric Bobin nell’articolo pubblicato dalla prestigiosa testata giornalistica francese “Le Monde”, annuncia che la linea di demarcazione che ha segnato per quasi cinquant’anni il confine tra il Marocco e il Sahara Occidentale, è stata definitivamente rimossa dalla carta geografica dello Stato nordafricano. La nuova mappa ripubblicata sul sito del ministero degli Affari Esteri francese, riunisce in un unico territorio il Marocco e il Sahara Occidentale, attribuendo de facto la sovranità del Sahara Occidentale al Regno del Marocco.
Ma, il presidente francese Emmanuel Macron ha voluto sottolineare che la nuova decisione politica da parte del governo francese, non vuole essere una manifestazione di ostilità nei confronti della controparte, ossia l’Algeria. L’Algeria insieme al Marocco si sono resi protagonisti della controversia politica più longeva della storia contemporanea. Perché il Sahara Occidentale è un territorio conteso tra due popoli fratelli e ambìto da molte potenze occidentali? Qual è l’origine di questa controversia politica? Dai seguenti quesiti, si cercherà di ricavare alcune risposte.
Alcuni cenni storici sull’origine della controversia
Il Marocco ottenne l’indipendenza dalla Francia nel 1956, la quale aveva stabilito un protettorato nella zona centrale del Paese a partire dal 1912 con il trattato bilaterale di Fèz, firmato dal sultano Moulay ‘Abd al-Hafidh e il ministro francese Eugène Regnault. Analogamente, la fine del protettorato francese sancì anche quella del protettorato spagnolo. Infatti, la Spagna possedeva Ceuta e Melilla, la regione dell’attuale Tarfaya, l’enclave di Ifni, e la Seguia El Hamra y Rio de Oro, ovverosia l’attuale Sahara Occidentale. Quando il Marocco fu riunificato in un unico Stato, rimase irrisolta la questione del Sahara. È doveroso precisare che, il Marocco fu un regno che vide nascere, crescere e terminare varie dinastie arabo-berbere. Tra i regni più importanti si annoveravano quelli degli Idrissidi e degli Alawidi tramite i quali, il regno maghrebino conobbe il suo massimo splendore. Nel 1963 il Marocco si appellò alle Nazioni Unite per chiedere la restituzione del Sahara Occidentale. Ma, è soltanto nel 1976, dopo il successo della Marcia Verde del 1975, che la Spagna del dittatore Francisco Franco decise di procedere con la decolonizzazione totale del territorio sahariano, attribuendo ai suoi abitanti uno status di autonomia interna e riconoscendoli come popolo saharawi e non come popolo marocchino. Secondo l’analisi dello storico Michel Abitbol, le intenzioni del ‘Caudillo’ erano quelle di creare una struttura amministrativa fantoccia, al fine di continuare ad esercitare la propria egemonia su questo territorio, anche dopo la decolonizzazione. Successivamente, l’accordo stipulato in segreto tra Mauritania e Marocco per la spartizione del territorio sahariano, ebbe come conseguenza l’appoggio militare dell’Algeria al Fronte Polisario (movimento politico-militare fondato il 10 maggio 1973, finalizzato all’ottenimento del diritto all’autodeterminazione del popolo sahrawi). Nel 1974 il governo marocchino sollecitò le Nazioni Unite per l’apertura di un’inchiesta sulla vicenda. Da quel momento in poi, l’ONU assunse il ruolo di intermediario internazionale. Le Nazioni Unite si impegnarono, sino ad oggi, ad emanare una serie di risoluzioni che hanno avuto sempre ad oggetto il principio di autodeterminazione del popolo saharawi. Inoltre, fu attivata la missione MINURSO dalla stessa ONU nel Sahara Occidentale, per monitorare le attività militari del Fronte Polisario e della F.A.R, ossia delle forze armate reali marocchine nella linea di confine. Nel 1981 iniziarono i lavori per la costruzione di un muro difensivo, che negli anni fu potenziato dalle forze armate francesi e statunitensi. Infine, fu richiesto dal defunto re Hassan II del Marocco un parere della Corte internazionale di giustizia, in merito ai diritti storici del Regno marocchino sul territorio sahariano. Secondo l’articolo della professoressa Barbara de Poli il Maghreb Al-Aqsa, nome attribuito al territorio nordafricano comprensivo dell’attuale Marocco, non era concepito sul modello dello Stato nazionale, il quale caratterizzò in nuovo assetto geopolitico europeo dopo la Pace di Vestfalia del 1648. Il sultano del Maghreb era considerato Amir al–mu’minin, ossia ‘comandante dei fedeli’, il cui ruolo era sia politico sia religioso. La funzione assunta dal sultano garantiva il riconoscimento ufficiale del suo potere sul popolo governato, tramite la stipula di una ba’ya, ovverosia di un contratto di natura coranica. Tale contratto si fondava su un giuramento di fedeltà assoluta al sultano. La sottoscrizione di questo contratto, veniva attestata dal pagamento di alcune tasse da parte degli ulema, ovvero dei rappresentanti delle varie comunità presenti nel vasto regno. In cambio, il sultano garantiva a costoro pace e sicurezza delle stesse comunità. Per cui, l’identità nazionale non comprendeva la delimitazione dei confini territoriali come avveniva in Europa.
Queste considerazioni storiche valgono a giustificare la sentenza della Corte internazionale di giustizia, che nel 1975 riconobbe l’esistenza di un sistema giuridico islamico anche nel territorio del Sahara Occidentale.
Lo scenario politico internazionale attuale
Recentemente, gli Stati Uniti d’America, la Russia, la Cina, la Spagna e la Francia hanno deciso di aderire al conferimento della sovranità del territorio sahariano al Regno del Marocco. Tuttavia, prima del 28 ottobre 2024 la Francia di Macron ha mostrato una posizione alquanto ambigua. Secondo le notizie riportate dal giornalista Alexandre Aublanc per “Le Monde”, il governo francese non era intenzionato a cambiare la sua opinione in seno al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, in quanto poco propensa a deteriorare i suoi rapporti diplomatici con l’Algeria. Ciononostante, tutti i Paesi appena citati hanno il privilegio di essere destinatari di importanti accordi commerciali, ivi compresa la Francia che ha avviato una serie di progetti per la dissalazione dell’acqua marina e per la costruzione di infrastrutture nel settore turistico-alberghiero. Il Sahara Occidentale è un territorio ricco di fosfato, uranio, pietre preziose e minerali vari. Il Regno marocchino controlla l’80% del territorio ed è il secondo produttore di fosfato al mondo, dopo la Cina. Il fosfato svolge un ruolo primario nella produzione di fertilizzanti, mentre l’uranio è la risorsa chiave per la fissione nucleare, la cui estrazione avviene anche per mezzo delle rocce fosfatiche.
Bibliografia
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ABITBOL M., Histoire du Maroc, Perrin, Paris, 2014.
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BOBIN F., La France réaffirme la souveraineté marocaine sur le Sahara occidental mais l’imbroglio juridique reste intact, «Le Monde», Paris, 30 ottobre 2024.
DE POLI B., Dal sultanato alla monarchia: fondamenti ideologici e simbolici del Marocco post–coloniale, «Diacronie», rivista n° 16, 4, documento 2, Online, 2013.
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Sitografia
https://www.lemonde.fr/afrique/article/2024/10/30/la-france-reaffirme-la- souverainete-marocaine-sur-le-sahara-occidental-mais-l-imbroglio-juridique-reste- intact_6366771_3212.html
https://www.pandorarivista.it/articoli/geopolitica-marocco/
https://journals.openedition.org/diacronie/828#article-828
https://information.tv5monde.com/afrique/sahara-occidental-par-qui-est-reconnue-la- souverainete-du-maroc-2658803
https://www.lemonde.fr/afrique/article/2024/04/05/la-france-se-dit-prete-a-investir- directement-au-sahara-occidental-au-cote-du-maroc_6226184_3212.html