Calabria-19/06/2025: Il regista Attanasio ha presentato il volume edito dalla Cineteca della Calabria  “L’avventura del cinematografo con Corrado Alvaro/Cineromanzi 1936/1950” alla libreria Mondadori di Cosenza

NOTA STAMPA

Il regista Attanasio ha presentato il volume edito dalla Cineteca della Calabria  “L’avventura del
cinematografo con Corrado Alvaro/Cineromanzi 1936/1950″ alla libreria Mondadori di Cosenza

 Pubblico colto e attento nella bella cornice della libreria Mondadori di Cosenza, dove  è stato presentato ad opera del brillante Pino Sassano il volume  “L’avventura del cinematografo con Corrado Alvaro/ Cineromanzi 1936/1950”  alla
presenza di Eugenio Attanasio, Mariarosaria Donato e Domenico Levato della Cineteca della Calabria. La pubblicazione raccoglie una
serie di cineromanzi tratti da film ai quali collaborò lo scrittore di San Luca,
tra il 1936 e il 1950, un suo periodo di grande attività. Lungi dall’essere esaustiva sulla complessa e variegata attività di Alvaro come sceneggiatore, dal primo film L’angelo ferito passando per quelli più celebri Casta Diva, Noi Vivi, Caccia Tragica, Riso Amaro, sono ben ventisette i film scritti da Alvaro che hanno
contribuito alla storia del cinema italiano.
All’interessante  conversazione hanno partecipato il prof. Carlo Fanelli dell’Unical e il giornalista professionista Luigi Stanizzi. Eugenio Attanasio ha evidenziato come questa pubblicazione metta in risalto un profilo poco conosciuto di Corrado Alvaro, quello di sceneggiatore cinematografico attraverso il cineromanzo, quelle riviste realizzate con i
fotogrammi dei film che tanto successo ebbero negli anni  30’, diventando un fenomeno editoriale di enorme popolarità. Ciascun fascicolo era dedicato a un film. Di questo si
presentava il racconto, attraverso un’ampia selezione di fotografie di scena o di fotogrammi della pellicola, a cui si affiancavano le battute degli attori e le didascalie narrative. Il lettore portava a casa il prodotto cinematografico
che, altrimenti avrebbe dovuto lasciare al buio della sala, condividendo l’opera, gli attori, le suggestioni nelle mura domestiche. Pino Sassano ha peraltro ricordando l’impegno editoriale della Cineteca della Calabria, nella
ricerca storica sul cinema girato in Calabria, p partito oltre dodici anni fa con il libro dedicato a Elio Ruffo e continuato con una decina di pubblicazioni.
La matrice letteraria – ha messo in rilievo il regista e presidente della Cineteca della Calabria Eugenio Attanasio – è evidente nell’Alvaro che opera sul versante cinematografico, non solo quando crea personalmente i soggetti e le sceneggiature cinematografiche ma anche quando rielabora in tutto e in parte testi letterari di altri autori che, si badi bene, sono intellettuali di levatura internazionale: Terra di nessuno, sceneggiatura di Alvaro e Stefano Landi è tratto da due distinte novelle di Pirandello, Dove Romolo edificò e Requiem aeternam dona eis domine; Noi vivi e Addio Kira dal romanzo di Ayn Rand; Carmela
per la regia di Flavio Calzavara  dall’omonima novella di Edmondo De Amicis;  Una donna tra due mondi di Goffredo Alessandrini è  ricavato da un romanzo di Ludwig von  Wohl; Resurrezione del 1944 per la regia di Flavio Calzavara è una riduzione cinematografica del
romanzo di Leone Tolstoj, il diario di una donna amata  per regia del tedesco Kosterlitz si richiama a  Maupassant; Storia di una
capinera realizzato Da Gennaro Righelli è strutturato su un soggetto tratto dal noto romanzo di Giovanni Verga; L’albero
di Adamo di Mario Bonnard,  è realizzato da un soggetto tratto dalla commedia il successo di Alfredo Testoni; Una notte dopo l’opera viene chiamato come sceneggiatore assieme all’altro calabrese, Raul Maria De Angelis; in Solitudine, di Livio Pavanelli, lavora in collaborazione. Per  altri film invece la partecipazione di Alvaro è proprio come soggettista originale, e sono
Febbre di Primo Zeglio e  Donne senza
nome  di  Géza von Radványi; Casta Diva di
Carmine Gallone,  invece appartiene al cosiddetto filone operistico e  si richiama alla celebre romanza della Norma  di Vincenzo Bellini e alle vicende sentimentali del  compositore catanese.

Francesco Stanizzi