
Rocca Imperiale-07/08/2025: L’Arte-Denuncia di Pino Manzella a Rocca Imperiale
L’Arte-Denuncia di Pino Manzella a Rocca Imperiale
È il centro storico di Rocca Imperiale che ospita il secondo evento della “Festa delle LiberAzioni 2025”. Organizza il circolo dell’Alto Jonio di Rifondazione Comunista, l’Art Room dello storico Palazzo Pucci è il palcoscenico: l’Arte di Pino Manzella è la grande protagonista della serata rocchese.
“Il Filo Rosso della Memoria” va in scena per la sua ennesima replica in tutta Italia. Non fatevi ingannare: nonostante anche la tappa jonica vada letta nell’ambito del lungo percorso di questo affascinante viaggio di Manzella, nulla è scontato, nulla è davvero un replay di messaggi già ascoltati o di denunce già ampiamente archiviate nel bagaglio culturale di chi ha la fortuna di vivere la Poesia del nostro Artista siciliano.
Manzella racconta una storia, appunto, che è pure la sua personale (o della “sua” Sicilia, che però qui veste il ruolo di paradigma di tutto ciò che di buono, cattivo o pessimo è stato il cosmo italiano). Ma è soprattutto la storia di chiunque senta dentro di sé la Voce della Bellezza e della Indignazione. È la Lotta contro le Mafie di Peppino Impastato (con cui l’altro Pino nostro, Manzella, ha condiviso ansie e quotidiano), è la Lotta di Pier Paolo Pasolini contro l’Italia dalle modalità (pure culturali) ancora fasciste dell’ultimo ’900. È la Lotta per un Lessico chiaro e libero da condizionamenti propria di Leonardo Sciascia. È la Lotta contro i cliché (non solo in Arte) di Pablo Picasso. La Personale di Manzella a Rocca è una sfida alle coscienze dei visitatori, alle loro certezze. È un Urlo educato che esige attenzione, ascolto e azione. E chi si è perduto il primo giorno può comunque “recuperare” fino al 30 agosto, sempre visitando lo spettacolare manufatto rappresentato dal Palazzo Pucci.
Il folto e appassionato pubblico accorso all’evento è stato “accompagnato” nelle due ampie sale della mostra da Emilio V. Panio e Angela Di Leo, per Rifondazione Alto Jonio. Presente ovviamente pure lo stesso Manzella che, con il timido garbo di sempre, ha spiegato il senso della sua presenza a Rocca e, più in generale, nel primo cartellone della “Festa delle LiberAzioni” (e.v.p.).