Amendolara-02/09/2025: “Voli radenti” tra cielo e terra. Versi che esplorano la realtà e colorano i pensieri

“Voli radenti” tra cielo e terra.

Versi che esplorano la realtà e colorano i pensieri

 

E’ un viaggio tra luci ed ombre dell’esistenza dove il poeta si espone levandosi la maschera e mettendo a nudo ciò che in realtà brama, l’opera “Voli radenti” di Andrea Morici, pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore. Un volo sospeso tra malinconia e meraviglia, cielo e terra, che esplora – con versi intensi e immagini evocative – il tempo, la memoria, la solitudine e il desiderio di infinito. «Il titolo – spiega l’autore, nato a Foligno ma che vive a Perugia – è tratto da una mia poesia, in cui ho vissuto realmente un incontro ravvicinato con una civetta, una notte di luna piena, quando con profonda meraviglia e sorpresa mi sono sentito parte integrante come essere vivente nella natura stessa». Attraverso la parola scritta, il poeta conduce il lettore in una sorta di percorso sensoriale che oscilla tra realtà e fantasia, in cui l’uomo si interroga e cerca la libertà, prima di conoscersi a fondo, senza arrivare mai ad una meta. «La vita è un’opera d’arte incompiuta, non si finisce mai di capire sé stessi nel suo mistero intrinseco fino al raggiungimento della morte, dove il divino viene interpellato dall’anima che si manifesta».  Come una civetta che sfiora la terra nel silenzio della notte, le liriche – scritte con un linguaggio d’amore, ermetico, evocativo, spirituale, visionario e minimalista – si muovono leggere ma profonde, svelando frammenti di vita, riflessioni intime e ricordi che riaffiorano con la forza di un’onda.

«La civetta – rappresentata anche in copertina – è simbolo di saggezza e mistero, spesso associata ad Atena, dea greca della saggezza. In questo contesto – racconta l’autore – il suo verso può essere interpretato come un richiamo all’intuizione e alla capacità di vedere oltre le apparenze. Ma nelle credenze popolari il suo canto si pensa non fosse di buon auspicio, bensì cattivo presagio associato alla sfortuna o alla morte, secondo il contesto e il luogo». Nelle poesie di Andrea, fantasia e realtà si compenetrano vicendevolmente; le parole colorano i pensieri e diventano testimonianza del suo vissuto. «Il poeta – scrive, nella Prefazione, il professor Hafez Haidar, pluricandidato al Premio Nobel per la Letteratura, arabista e scrittore noto per la traduzione del best seller “Le mille e una notte” – consegna ai lettori una raccolta poetica che testimonia le tappe del suo cammino in un fitto bosco costellato di pensieri, fantasie, realtà e ricordi e costeggiato dalla natura che offre spettacoli diversi a seconda delle stagioni che si susseguono».

La scrittura, per Andrea Morici, consente di razionalizzare anche le sofferenze più intime, diventando catartica, poiché liberatoria nell’imprimere nero su bianco queste emozioni condividendole con gli altri. Ed è proprio questo il messaggio che il poeta vuole trasmettere al lettore: «Non smettere mai di sognare, sperare in un nuovo giorno da incontrare, per un disegno migliore, e augurarsi di cogliere la felicità nell’immortalità del pensiero che ci accompagna ricordandoci dove siamo arrivati nel percorso di crescita spirituale».

Vincenzo La Camera