PREMIO AI VALORI ETICI Quando qualità artistiche e professionali non si disgiungono mai dalle virtù umane ed etiche, si può affermare di trovarsi di fronte a persone speciali e straordinarie. Una delle persone che sono in possesso di entrambe queste caratteristiche è la Dottoressa Valeria Chiaradia, grandissima e nota scrittrice, nonché impegnata quotidianamente in un meritorio lavoro che la tiene…
TREBISACCE Piromane colto in flagranza dalla Polizia Stradale mentre appiccava il fuoco ai margini della S.S. 106 Jonica. L’autore dello scellerato gesto, che poteva dare origine all’ennesimo rogo estivo, è stato identificato e deferito all’autorità giudiziaria per il tentato incendio nonché, essendo stato sottoposto a perquisizione personale, per il porto abusivo di armi improprie in luogo pubblico. Il fatto si…
TREBISACCE Dal comando del “Regional Command West di KFOR in Kossovo” alla guida del Raggruppamento “Calabria” dell’operazione militare “Strade Sicure” con sede di comando a Catanzaro continua l’instancabile impegno professionale di comando del Colonnello dell’Esercito Rocco Mundo figlio dell’Alto Jonio originario di Albidona ma residente a Trebisacce. Nella mattinata di martedì 17 giugno il I° Reggimento Bersaglieri ha infatti ceduto…
Via Neghelli 11 P.T.-Cosenza- tel.0982.971081-339.5006069 Comunicazioni e mail a:cdc.consumatori@libero.it o pec : cdc.consumatori@pec.buffetti.it Comitato Difesa Consumatori: “AVVISO AI SOCI”, annuale indizione Comitato Direzione 2025 Il “Comitato Difesa Consumatori” avvisa i soci che, anche quest’anno, indirà l’ Assemblea Ordinaria nonchè il Comitato di Direzione nei locali di Via Neghelli Cosenza, domenica 29 giugno in prima seduta alle ore 16,00 e lunedì 30 giugno…
Trebisacce-25/05/2019: Incontro con un’opera: il romanzo Mangereta di Adalberto Maria Merli* ( di Salvatore La Moglie)
Salvatore La Moglie
Incontro con un’opera: il romanzo Mangereta di Adalberto Maria Merli*
di Salvatore La Moglie
IL romanzo Mangereta dell’attore-scrittore Adalberto Maria Merli (La nave di Teseo, 2018), colpisce subito il lettore per due grandi qualità. La prima è la scorrevolezza, la fluidità che, come ha scritto una volta Piero Citati, è virtù somma del narratore. Infatti, il romanzo – che è romanzo di formazione – si legge in un paio di giorni.
L’altra grande qualità ci sembra quella consistente in una scrittura che appare già come una sceneggiatura stesa per un film. Perché, in verità, ogni capitolo, ogni macrosequenza, ogni scena del libro è come se fossero delle sequenze e delle scene cinematografiche. Insomma, siamo di fronte a un libro-film: ogni scena scritta, raccontata – con grande realismo – è come se la vedessimo al cinema o alla televisione. Questa particolarità della narrazione è certamente dovuta alla grande arte della recitazione dell’autore, che è, appunto, attore di gran lunga data oltre che di gran vaglia. E le scene che leggiamo-vediamo sono scene di vita di tutti i giorni, di uomini reali, in carne ed ossa, che affrontano le difficoltà quotidiane avendo intorno a loro l’orrore della guerra.
Quanto al registro stilistico e linguistico, esso si può definire medio-alto, anche se si avvale spesso della mimesi dialettale e del parlato popolare, sia friulano che romanesco, che contribuisce alla resa realistica della narrazione.
Dicevamo che si tratta di un romanzo di formazione che ha, autobiograficamente, come protagonista il piccolo Adalberto, che la nonna amava chiamare scherzosamente Mangereta, ovvero come si dice nell’idioma dell’Italia Meridionale, Mangione, cioè uno che mangia sempre e tanto. Ma il piccolo protagonista non è solo affamato di cibo (specialmente durante la Seconda Guerra Mondiale di fame ce n’era tanta…): egli ha anche e soprattutto fame di conoscenza, di esperienza, di curiosità anche a costo di farsi male. E, in verità, durante gli anni duri della Guerra, in mezzo alle distruzioni, all’odore di morte e al fragore di armi sempre più micidiali che l’uomo è riuscito a costruire, il piccolo Berto di esperienze ne fa eccome! Perché il nostro piccolo eroe ha fame di vita, ha sete di conoscenza, vuole imparare dalla vita (che è così varia), dagli uomini e da quello che essi fanno.
Alla fine, il libro si chiude con l’immagine-metafora della formica che si dà da fare per trasportare come può una crosta di pane larga e sottile, previdente provvista, essenziale per la sopravvivenza. Il trasporto è problematico, difficoltoso e anche alquanto ridicolo perché il minuscolo esserino procede goffamente, ondeggiando come una barchetta a vela, pur di portare il pezzettino di pane nel suo rifugio. Berto la guarda attentamente, l’ammira e, forse, la vede simile a lui, una sorta di mangereta che, piena di vita, cocciutamente si attiva e si adopera per soddisfare il bisogno di mangiare, di vivere e di sopravvivere. E, grato, comincia a ridere per lo spettacolo che dà quel pazzo esserino che è riuscito a distrarlo e ad allontanarlo dalla malinconia, facendolo, magari riflettere sul senso della vita, sul fatto che essa, pur se breve, è tanto dura e complicata, costa fatica ma va comunque vissuta fino in fondo, assaporata, mangiata, anche voracemente, anche a costo di farsi male. Nella consapevolezza che in essa c’è il miele e il fiele, che può essere dolce ma anche tanto amara e che il bene e il male – nella vita di tutti i giorni come nella Storia – è fatto dagli uomini e che c’è chi opprime, decide delle vite degli altri e chi è costretto a subire, anche le guerre, ma potrebbe anche ribellarsi. Proprio in nome di quella vita e del diritto a viverla pienamente, a gustarla nella libertà, nella pace, nella dignità e nella giustizia anche se, come la piccola formica, con tanto lavoro e tanta fatica.
Merli ha fatto inoltre parte della commissione per il cinema. Nel 2011, durante l’ottava edizione del Leggio d’oro, ha ricevuto un riconoscimento alla carriera (da Wikipedia).
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