Acri-27/04/2013:Uomini soli (di Anna Maria Algieri) e recensione di Giuseppina Raio Marchesiello

Uomini soli

Solitudine di uomini soli,

avvolti nel grande mistero:

si nasce , si spera, si spegne.

Il silenzio dell’uomo solo

Travaglia l’anima afflitta della vita;

vita di tutti i giorni, vita di sempre,

cammini e cadi nell’ostilità,

nell’orgoglio e nella ipocrisia della

gente, gente di sempre, che come aloni

s’innalzano per il potere, il potere

di sempre, ti corrompe, ti schiaccia.

False ipocrisie di ostinate avventure,

avventure senza futuro, senza avvenire.

Si dileguano i sogni di frutti giocondi

tra cieli azzurri d’infiniti orizzonti.

Segue la pace, la tranquillità,

il silenzio infinito.

 

Anna Maria Algieri

Acri (CS)

 

Anna Maria Algieri, scrittrice  contemporanea, si interroga sulla condizione dell’uomo: la solitudine. Parola molto forte che attanaglia la misera, ma feconda  ‘particella di Dio’ : l’uomo. La consapevolezza e l’accettazione della sua esistenza si accendono  in ogni creatura umana già dal primo vagito, in quanto strappata alla dolcezza del ventre materno: il bimbo si sente solo, ma solo per un attimo, poiché subito sarà rassicurato dall’amore carnale. Fin dal primo attimo di vita si percepisce il significato stesso della vita che viene e verrà fino allo spegnimento.

Il mistero avvolge la figura dell’uomo che seguirà il suo cammino a tappe, pian piano, crescendo  e trasformandosi, ma assaporando e meditando del suo percorso:”chi sono”, “cosa voglio”, “cosa sarà di me”. Si perderà nella quotidianità, negli impegni, in compiti importanti … , ma  quanta avversità lungo il suo cammino! Accanto ai momenti felici troverà momenti di sconforto, di dubbio, di insoddisfazione, di solitudine. Ecco l’uomo si sente solo … , solo nella sua solitudine.

Intraprende la lotta silenziosa dei ‘ veleni ‘ della vita: ipocrisia, cinismo, orgoglio, cattiveria, insensibilità, egoismo: nefande  doti insite nel’animo umano. Il silenzio dell’uomo diventa dolore, sofferenza che non può essere inascoltato ed inatteso, perché proprio ‘ il silenzio ’ ne pone la condizione. Quel silenzio si quantifica perché tocca tangibilmente  il ‘ male ’ che circonda l’uomo.

Potere, danaro, sopraffazione, mondanità attanagliano, macchiano e schiacciano ogni possibile sentimento ed emozione flebile e pura. Ciò che conta è l’apparire ’ e non l’essere ’: più lusso, più spreco, più materialismo … , il tutto verso squallidi paradisi artificiali che non saziano mai.

Anna Maria Algieri nella sua poesia “ Uomini soli “ si sofferma a descrivere la realtà di una nuova immagine  di uomo. L’uomo che vive la sua solitudine è  quello vero, schivo da ogni macchinazione perchè porta in seno la consapevolezza della sua pochezza, fragilità e nudità dinanzi alle meraviglie della natura. Egli ne fa parte in modo perfetto in quanto particella di Dio. E allora la solitudine diventa piena espressione di “ … frutti giocondi che spaziano tra cieli azzurri, perdendosi all’orizzonte, all’infinito”.

La solitudine diventa spazio rassicurante dove potersi specchiare e ritrovare l’animo puro e incontaminato. Diventa musica, poesia, dolcezza e protezione individuale, respiro puro, dolore che fa parte del gioco della vita.

L’artista attraverso il suo slancio poetico paragona la solitudine al meraviglioso e dolce silenzio della natura che porta serenità all’animo.

Giuseppina Raio Marchesiello

Foggia 27/04/ 2013