Trebisacce- 18/11/2014: Ignazio Scalzo: lo scultore silenzioso.

Ignazio Scalzo
Ignazio Scalzo

Trebisacce: 18/11/2014

 

Ignazio Scalzo: lo scultore silenzioso.

 

E’ Ignazio Scalzo, del 1947, che attira l’attenzione spontanea dei passanti e senza volerlo, perché sono le sue belle opere in legno ad essere le vere protagoniste. Per chi  ama la musica, e ama suonare, assistere con pazienza al lavoro creativo di Ignazio è un vero piacere, perché costruisce chitarre, violini, mandolini, statue di personaggi, utensili vari e utili. Ignazio Scalzo non ha un vero laboratorio artigianale, lavora e crea sul marciapiede, davanti l’ingresso principale di casa di Via Settembrini,10 con uno sgabello e qualche arnese semplice di cui non può fare a meno. La creatività nella semplicità e nella riservatezza della persona e ciò stimola la curiosità di tanti. E’ originario di Gimigliano (CZ), ma ha vissuto a Oriolo Calabro per 35 anni come dipendente Enel e oggi, dopo 44 anni di servizio, si gode con la famiglia la sua meritata pensione. E’ da cinque anni a Trebisacce dove vive con la moglie Anna e con una delle due figlie gemelle Rita e Lucia. Quella che muove Ignazio è solo un’autentica e innata passione per la musica, per i calcoli matematici e per l’intaglio del legno, senza finalità lucrative. Frequentava ancora le scuole elementari a Gimigliano e già la maestra aveva notato la sua passione per l’arte, al punto che lo invitava a disegnare, per l’intero gruppo classe, alla lavagna. Ignazio non voleva, non amava il protagonismo e doveva lottare e vincere contro la sua timidezza, ma da alunno ubbidiente eseguiva. Non si doveva sforzare molto perché il pezzetto di gesso, guidato da una sapiente mano, eseguiva dei disegni in estemporanea da lasciare a bocca aperta. Che dire: non è un dono? Ma vi è di più: anche con la matematica aveva un ottimo rapporto. Pensate che la maestra non faceva in tempo a dettare la traccia del problema che Ignazio aveva già pronta la soluzione esatta e senza calcolatrice. La vita continua e dopo qualche anno, conseguita con successo la licenza elementare, inizia il suo apprendistato presso l’officina meccanica del suo paesello. Finita la giornata di lavoro, però, Ignazio veniva invaso dal forte richiamo del legno da intagliare. Da sempre autodidatta il nostro Ignazio inizia a scolpire il legno e le sue sculture venivano sempre apprezzate da tutti gli amici e compaesani, anche se non mancavano i coetanei che si mostravano invidiosi del suo naturale talento. Così come non mancava chi lo riteneva grossolano e poco attento alle rifiniture, ma anche la critica ci vuole per far notare i limiti di ognuno. Univa istintivamente la manualità alla ricerca, nel senso che si prefiggeva sempre di ottenere risultati migliori. E inizia a scoprire le varie qualità del legno e si procura il noce, l’ulivo, ecc. e ne confronta i risultati. A 25 anni si trova a Oriolo, sposato con la sua compaesana Anna, come dipendente Enel. A 30 anni consegue da privatista la licenza media a Canna. Lavoro, famiglia, studio, musica riempiono la sua vita che seguiva un percorso sereno e tranquillo. Raggiunge l’età pensionabile e scende a Trebisacce, dove vive ormai da ben 5 anni. Sono trascorsi diversi anni dal suo esordio come scultore, ma la sua passione è viva e vuole ancora creare. Un suo violino, pensate, si trova a Milano ed è di proprietà di una violinista del famoso teatro “La Scala” e pare sia figlia del maestro musicista Abate di Oriolo. Oggi Ignazio Scalzo, usa diverse varietà di legno e ciò dipende dall’impiego a cui è destinato. E così, quasi ogni giorno, davanti casa, sul marciapiede, seduto sul gradino d’ingresso con il suo nuovo pezzo di legno (Ebano, Palissandro), lo scalpello, la sega, la carta vetrata crea, giorno dopo giorno, uno strumento musicale che regalerà gioia ed emozioni a qualcuno, ma tanto le sue mani e la sua mente continueranno a creare artigianalmente qualcosa e a inseguire un sogno, come tanti nella vita.

Franco Lofrano

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