Trebisacce-23/05/2015: Al Filangieri i giovani discutono di Antonio Guarasci

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Trebisacce:23/05/2015

 Al Filangieri i giovani discutono di Antonio Guarasci 

“Antonio Guarasci e i giovani”, è il tema su cui si è tenuto l’interessante incontro storico-culturale nell’aula Magna “Silvana Palopoli” dell’ITS “G. Filangieri”, diretto dalla Dirigente Scolastica Domenica Franca Staffa. Nell’occasione dei quaranta anni dalla scomparsa del primo presidente della regione Calabria Antonio Guarasci, l’attuale Presidente della Fondazione “Antonio Guarasci”, della quale è fondatrice Geltrude Guarasci, il Professore Giuseppe Trebisacce, ha promosso, a tema, una serie di incontri nelle varie scuole calabresi per ricordare una figura prestigiosa e autorevole che tanto ha contribuito, anche come passionale meridionalista, a togliere dal ruolo di emarginazione la nostra terra di Calabria. Dopo il saluto istituzionale della dirigente Staffa che ha tracciato un profilo esaustivo sulla figura versatile di Antonio Guarasci mettendo in evidenza le sue capacità di storico, di politico, di educatore, di giornalista, la parola è passata al relatore Prof. Giuseppe Trebisacce che, dopo la sua brillante ‘Lectio Magistralis’, ha simpaticamente invitato gli studenti a promuovere un dialogo interattivo e il risultato in termini di partecipazione attiva registrato è stato molto positivo e di grande successo. Tutti gli studenti si sono con correttezza e a turno alzati e posto delle domande specifiche al relatore dimostrando capacità di ascolto e di riflessione eccellenti. Lo stesso moderatore, Franco Lofrano, ha dovuto impegnarsi per evitare sovrapposizioni a causa della prenotazione dei numerosi interventi e tutti pertinenti dei giovani. Il Chiarissimo Professore dell’Unical Giuseppe Trebisacce, infatti, alla fine dei lavori ha voluto ringraziare i giovani per l’attiva e responsabile partecipazione. In super sintesi è emerso in termini di informazione e di messaggio educativo che Antonio Guarasci e stato il primo Presidente della Giunta Regionale della Calabria e continua ad essere punto di riferimento di straordinaria attualità per la permanente validità delle sue intuizioni politiche e per le scelte compiute, in un contesto politico, istituzionale e sociale tutt’altro che disponibile al cambiamento, se non addirittura ostile. La sua azione si sviluppò con entusiasmo e autentica passione civile, avendo come obiettivo costante il superamento delle condizioni di marginalità della Calabria.  La morte improvvisa, avvenuta il 2 ottobre 1974, all’età di circa 56 anni, in un incidente stradale sull’autostrada SA-RC, nei pressi di Polla (SA), mentre si recava a Roma per difendere i posti di lavoro dei tessili in Calabria, tronca bruscamente tutta la passione e l’entusiasmo appassionato del politico, dell’uomo di cultura, dell’educatore, che ha comunicato a tante generazioni di giovani l’amore per la democrazia e la libertà, la necessità di lottare per il riscatto dei più deboli e diseredati, l’attaccamento profondo alle proprie radici non in forma sentimentale e nostalgica ma combattiva e razionale. E ancora  è stato sottolineato che prima di tutto, era uno di noi. Calabrese nel sangue, nasce a Rogliano il 7 maggio 1918.  Ribelle, vivace intellettualmente, e impegnato fin dai primissimi anni di vita. I genitori  consentono al giovane Antonio di proseguire gli studi e di iscriversi al Liceo Classico a Cosenza. E’ proprio negli anni degli studi superiori che Antonio Guarasci dimostra dedizione e passione nell’apprendimento, oltre che uno spiccato senso della giustizia, che lo porterà a ingaggiare battaglie di ogni tipo coi suoi coetanei e non solo, per far valere la propria ragione e le sue precoci ma brillantissime idee. Conseguita nel ‘40 la maturità, si arruolò, e venne mandato a combattere nella celebre battaglia di El Alamein, in Africa, durante la quale fu imprigionato e deportato in un campo di concentramento a Seattle, negli USA. La prigionia segnò la sua vita, ma in maniera positiva. Esule in terra americana, infatti, conobbe numerosi antifascisti italiani, coi quali si confrontò a lungo, sviluppando un’avversione profonda nei confronti di qualsiasi forma di totalitarismo e maturando, al contrario, uno spirito tollerante oltre che un eccezionale senso democratico. Da giornalista fondò il giornale “Impegno”, rientrò in Italia e, nel ’46, conseguì la laurea in Filosofia presso l’Università di Roma. Erano anni duri, il Paese si trovava in pieno clima referendario, le speranze e le paure si fondevano come i colori del cielo al tramonto. In questa situazione caotica, Guarasci seppe ritagliarsi il suo spazio, e prendere una posizione ben definita. Infatti Antonio, mosso dai suoi ideali antifascisti, dalla sua radicata cristianità e dalle tendenze popolari e antiborghesi, aderì alla Democrazia Cristiana, fra le fila della quale cominciò ad impegnarsi politicamente, sviluppando una parallela attività di storico. Fu proprio, tra l’altro, il suo impegno come storico a renderlo grande ed ammirevole ai giorni nostri soprattutto fra noi suoi conterranei. Guarasci infatti, amava la sua, la nostra terra, e indagò con attenzione e partecipazione i problemi del meridione e li tradusse in ardente impegno politico con lo scopo di offrire il suo prezioso contributo per migliorare le cose. Ricoprì la carica di Presidente della Provincia di Cosenza e, successivamente, divenne il primo Presidente della Giunta Regionale, tenendo sempre a mente quello che era il suo obiettivo principale: tirar fuori la Calabria dal suo stato di isolamento, e innalzare alta e impetuosa, con orgoglio e passione, la bandiera della propria terra. Una terra che amava all’inverosimile e alla quale dedicò una vita intera, vissuta a lottare contro tutto e tutti per ciò che gli stava a cuore, dal primo all’ultimo istante. “Dobbiamo ritenerci orgogliosi di studiare al Filangieri che oggi vi ha fatto incontrare delle persone di cultura e il tema ci porta a discutere di Guarasci, di  un uomo dotato di eccezionale personalità nel mondo della cultura e della politica, brillante esempio di vita e di attaccamento alla terra, di amore verso la libertà e la democrazia, verso i giovani e i bisognosi. Piuttosto che andar via, come fanno in molti, Guarasci ha scelto di rimanere qui in Calabria, e di tradurre il fervore per la terra che gli ha dato i natali non in futili sentimentalismi, bensì in una voglia lucida e determinata di cambiare le cose, di cercare e trovare il riscatto per un territorio troppo spesso trascurato”, ha sottolineato con passione la dirigente Staffa. “Un uomo concreto nel pensiero e nell’azione, e un meridionalista impegnato.” Così lo definiva il grande Giacomo Mancini. In conclusione, e in modo corale, è stato sottolineato che in quanto calabresi abbiamo il dovere di non dimenticare la sua figura e l’enorme contributo  dato alla Calabria ma, soprattutto, dobbiamo dimostrare la responsabilità e il carattere di assumere Guarasci come un modello da seguire a tutti livelli, se la nostra intenzione è quella di costruire un futuro migliore, per noi stessi e per la nostra terra.

Franco Lofrano