Rocca Imperiale-28/08/2015: Incontro con Mogol. Premiato il giornalista Franco Maurella.

Pedrini-Aletti-Mogol
Pedrini-Aletti-Mogol
Targa a Franco Maurella
Targa a Franco Maurella

Rocca Imperiale:28/08/2015
Incontro con Mogol. Premiato il giornalista Franco Maurella.

A grande richiesta, il 27 agosto, l’incontro con Mogol, dopo lo straordinario successo della passata edizione, ritorna al Festival Il Federiciano, il più importante autore di testi della storia della musica italiana. L’editore Giuseppe Aletti, fondatore e ideatore del Festival della Poesia Il Federiciano, con interventi ritmati e mirati ha incentivato Mogol a ripercorrere la sua storia, a raccontarsi e tutto ciò dinanzi a una platea enorme, nella piazza D’Armi del Castello Svevo. E tante le storie, le curiosità emerse, gli aneddoti sulla sua produzione testuale e sulle collaborazioni con i più rappresentativi cantanti italiani. Ospite d’eccezione Omar Pedrini. All’inizio della serata, Giuseppe Aletti annuncia che quest’anno ha inteso premiare con una targa “Custode del Paese della Poesia”, chi nel tempo ha creduto nel Festival e supportato, in vari modi, tale evento. La prima targa, consegnata dal Sindaco Giuseppe Ranù e da Giuseppe Aletti, è andata al bravissimo giornalista del “il quotidiano del Sud”, Franco Maurella che tanto ha scritto e continuerà a raccontare sul Festival e sui suoi prestigiosi ospiti. “Ho stima di Gianni Bella (cantante e chitarrista) che ritengo un genio: scrive delle opere e non conosce la musica”, “ Ho stima di Omar Pedrini (paroliere e chitarrista) perché ha competenza e la competenza è indispensabile!”, esordisce Mogol. Giulio Rapetti Mogol, anno 1936, paroliere, scrittore e produttore discografico italiano inizia il racconto della sua vita ricca di avvenimenti, di incontri importanti, ma non mancano gli episodi tristi da dimenticare. Mogol, è quasi sempre ricordato per il lungo e fortunato sodalizio artistico con Lucio Battisti. A riguardo di Lucio Battisti ha affermato che aveva una cultura Pop incredibile. Nel  1965 ci fu l’incontro chiave di Mogol con l’allora poco conosciuto Lucio Battisti, chitarrista del complesso “I Campioni”. Mogol contribuì coi suoi testi ai primi clamorosi successi di Battisti come autore, per brani come 29 settembre, affidata nel 1967 alla Equipe 84 e lo stimolò anche ad impegnarsi come produttore, come per la canzone Sognando California ,versione italiana (tradotta da Mogol) di  California Dreamin”degli americani The Mamas & the Papas, e con “Senza luce” versione italiana di  A Whiter Shade of Pale, entrambe portate dai Dik Dik ad un enorme successo di vendite. Mogol, insieme a Gioni Barbera e Massimo Satta, cura la produzione artistica del cd Le Canzoni di Mogol –Battisti in versione rock New Era (uscito il 18 novembre 2014) che rivisita in chiave rock i maggiori successi nati dal sodalizio artistico con Battisti. E’ una novità rock che si sposa con gli archi, ha spiegato Mogol. Di Mango ha raccontato che non ha preso nulla a nessun americano, perché Mango era lui, un fuori quota. Quando è morto, racconta Mogol, Mango si trovava in Africa per un concerto di beneficenza e quando sul palco avvertì la fitta chiese scusa al pubblico e le sue mani si posero sull’accordo di chiusura. Questo era Mango e io ho scritto 15 canzoni con lui e per lui. E mentre il grande paroliere si racconta, la regia pensa a far ascoltare la musica e le canzoni citate sul momento da Mogol. L’armonia creata dalla sinergia Pedrini, Mogol e Aletti si viveva nell’aria di Piazza d’armi e la musica invadeva la mente dei presenti nutrendola. E così continua il suo racconto Mogol con la collaborazione con il ‘molleggiato’ Celentano e altri musicisti. Prima di procedere, sono le 23,35, Giuseppe Aletti chiede un applauso per la cugina Amalia Aletti, di 33, anni scomparsa qualche giorno fa a causa di un tragico incidente in terra d’Africa. Interviene Omar Pedrini che su di Mango dice che non scriveva, ma dipingeva. Leggere un suo testo equivaleva a guardare un quadro impressionista. Ricorda che Hermann Hesse non era mai stato in India eppure l’ha descritta meglio di qualsiasi altro. Ormai è tardi, la serata ha superato le ore 24, e ci si avvia alla chiusura e Aletti invita il sindaco Ranù al tavolo. Ranù saluta tutti e si complimenta con Aletti per la serata e per l’intero programma del Festival che di anno in anno diventa sempre più interessante. A Mogol riconosce la presenza importante e siccome è ospite gradito per la seconda volta ha voluto consegnargli simbolicamente le chiavi della città. Visibilmente soddisfatti i numerosi intervenuti conquistano man mano l’uscita dal Castello e mentre si scendono i gradini si nota un disabile su di una sedia a rotelle scendere, per fortuna viene aiutato dai giovani volontari dell’associazione Minerva e tutto procede bene. Ma qualcuno faceva osservare: “Non si potrebbe intervenire per consentire meno disagi ai diversamente abili? E ancora non si potrebbero aumentare i parcheggi auto? E’ una vera impresa per le persone in difficoltà raggiungere il Castello!”.

Franco Lofrano