Trebisacce-05/12/2015:le vittime della vecchia SS 106.(di Sante Camo)

Sante Camo
Sante Camo

Le Vittime

Da più di due anni ormai, da quando venne annunciata la costruzione del nuovo megalotto della SE 106, non si fa altro che di parlare di vittime, le vittime della vecchia SS 106. Appaiono incidenti stradali in prima pagina dei giornali locali; libri con l’immagine del mazzo di fiori sulla guard rail che intimano alla assenza dello Stato. Specialmente ora che il progetto sembra fermo nei cassetti burocratici del Governo, si fa ancor più caciara intorno alla questione del “lavoro” che manca. Tutto questo, come se mettendo uno stradone a mezzo chilometro in salita dalla  SS 106 nuova esistente risolverebbe il problema delle “vittime”, e del lavoro. Falsità? Demagogia? Opportunismo? Alienazione dai nostri interessi e quelli del futuro del territorio? Tutto questo ed ancor di più. Diamo per scontato che il territorio dell’Alto Ionio Cosentino è un corridoio in cui l’Europa richiede lo sviluppo di infrastrutture viarie per collegare le regioni adriatiche con quelle tirreniche del sud Italia. Premesso anche che i nostri cittadini siano disposti a collaborare con tale proposito; allora, cosa dovrebbe succedere? Si sviluppano alternative, si calcolano i costi, si coinvolgono i cittadini del luogo, e si sceglie una alternativa che soddisfa i cittadini. E quello che succede in tutta l’Europa del Nord e del Nord America. In Italia è diverso. Qui si incomincia con lo strofinamento delle mani degli appaltologhi, come dopo un disastro sismico. Susseguono telefonate tra politici ed amici nel campo della cementificazione. E si avviano le “istituzioni” a progettare per il massimo profitto degli amici. E’ quello che successe con la progettazione delle gallerie del Megalotto, nell’era di Berlusconi. Ma oggi ci sono altri pretendenti che di gallerie non se ne intendono. È inconcepibile in qualsiasi paese moderno che il vincitore della gara di appalto che prevedeva gallerie, proponga un progetto diverso, e che poi dia mance per assuefare i comuni senza che nessuno sappi quanto è il finanziamento e dove vadano a finire tutti i soldi. Non si è visto in nessun giornale. Il ruolo della ANAS è anche sospetto di complicità nel malaffare in generale e nello specifico, visti gli arresti avvenuti recentemente di dirigenti ANAS per appalti truccati. Qualsiasi ingegnere civile che viaggi per l’Europa si accorge che i ponti in Italia sono diversi. Sono fatti ad appoggio semplice con giunture sulla strada che creano rumore e riducono la longevità sia delle sospensioni che delle gomme. È ovvio che la ANAS non rende un servizio pubblico perché non calcola i costi sostenuti dall’utente, per tutta la presunta vita della infrastruttura. Questo argomento vale anche per il consumo della benzina e dei freni per andare ad accedere od uscire da una autostrada, più in alto e più lontano, dal centro abitato. Questi sono calcoli standard in tutti i paesi avanzati. Ma nessuno in questo territorio li ha visti. E ci sono molte altre considerazioni che escludono costi o danni al cittadino del territorio che non vengono messe in conto, oltre a considerazioni intangibili come quelle paesaggistiche, ambientali e turistiche. Riproponiamo la domanda. Cosa dovrebbe succedere per ridurre le vittime? Beh, chi vuole andare da Trebisacce a Villapiana non andrebbe a prendere la Nuova SE 106 progettata. E anche vero che gli autocarri che viaggiano sulla autostrada dovranno infine inserirsi nei paesi per le loro consegne e viaggiare le vecchia SS 106. E quindi necessario allargare quei tratti di quella strada che sono stretti specialmente dove esistono ponti che risalgono agli anni 30 del secolo passato, e che sono in pessime condizioni. Lavoro di riabilitazione sulla SS 106 si dovrebbe fare anche da Sibari a Crosia dove esistono troppi passaggi a livello e dove quasi tutti violano il codice della strada, con conseguenze disastrose. Per tutto questo, soldi non sono previsti. È dunque ipocrisia piangere i morti per fregare i vivi. Per quanto riguarda il lavoro, ce ne è tanto da fare. Ma dicono che non ci sono i soldi, mentre fanno regali alle banche degli amici o dei genitori quasi ogni giorno ormai. Tutti pretendono che il governo dia il lavoro, in un sistema dove il capitale è privato, e non investito nel territorio di provenienza. Quindi è, o no, ipocrisia piangere per le molliche che il governo sparge verso chi per primo si inginocchia, quando denaro ce ne è in abbondanza? Ma se la si finisse con il magna-magna al tavolo governativo, si potrebbe fare un allargamento della SS 106 (nuova) esistente,con i soldi già stanziati. E con i risparmi effettuare altre riabilitazioni nella vecchia SS 106. Facciamo questa scommessa? Ma non lasciamo all’ANAS la gestione dei contratti. Provvediamo ad un consorzio di gente locale che è competente. Senza contributo alcuno e senza vittime.

Sante Camo