Alto Jonio-27/02/2016:La chiusura di Uffici ed Enti e la (ir)responsabilità della classe dirigente e dei media e le lacrime di coccodrillo.

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Per geografia giudiziaria si intende quel provvedimento di razionalizzazione degli uffici giudiziari con relativa drastica riduzione. Per quel che qui concerne è quel provvedimento che metterà la parola fine all’attività di circa 600 Uffici del Giudice di Pace; tra questi l’Ufficio del Giudice di Pace di Trebisacce. Al di là della sterile difesa di un presidio territoriale, la chiusura dell’Ufficio del Giudice di Pace, comporterebbe che per una semplice causa di opposizione a sanzione amministrativa, o una causa di valore di un centinaio di euro, il cittadino di Nocara dovrebbe recarsi nel futuro ufficio competente di Castrovillari percorrendo una distanza di circa km100! La razionalizzazione degli Uffici, quindi anche la chiusura dell’Ufficio del Giudice di Pace di Trebisacce, considerato l’ampliamento delle cause civili per valore e per materia, nonché di quelle penali, avrebbe un immediato riscontro negativo per le casse comunali di ogni Comune e, particolare non trascurabile, anche di altri Uffici pubblici. A quale persona che ha frequentato almeno una volta l’ufficio Giudiziario non è capitato di scorgere Vigili Urbani o Carabinieri o rappresentati vari delle Istituzioni? Appare comprensibile a chiunque che lo spostamento della sede comporterà un aggravio notevole di costi per i comuni che dovranno inviare i vigili non più a Trebisacce ma a Castrovillari, distante altri km.45 circa con la corresponsione delle varie indennità, tra le quali l’indennità chilometrica per l’utilizzo di mezzo proprio; stesso discorso per i testimoni, molto spesso appartenenti a Enti Pubblici. Quindi in sostanza oltre al disagio di recarsi presso una sede raggiungibile, per chi non ha mezzo proprio, solo da autobus con orari impossibili, vi è la prospettiva di spese consistenti per gli Enti Pubblici.

La legge n.148/2011, di conversione con modifiche del D.L.138/2011, entrata in vigore il 17/09/2011 alla lettera l) dell’art.2 recita: “prevedere la riduzione degli uffici del giudice di pace dislocati in sede diversa da quella circondariale, da operare tenendo in specifico conto, in coerenza con i criteri di cui alla lettera b), dell’analisi dei costi rispetto ai carichi di lavoro;”.

Lo stesso articolo alla lettera n) recita: “prevedere la pubblicazione nel bollettino ufficiale e nel sito internet del Ministero della giustizia degli elenchi degli uffici del giudice di pace da sopprimere o accorpare; ….”

Ancora alla lettera o) recita: “prevedere che, entro sessanta giorni dalla pubblicazione di cui alla lettera n), gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, possano richiedere e ottenere il mantenimento degli uffici del giudice di pace con competenza sui rispettivi territori, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi …..”

Infine alla lettera p) recita: “ …..  su istanza degli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, il Ministro della giustizia abbia facolta’ di mantenere o istituire con decreto ministeriale uffici del giudice di pace …”

In sintesi:

 i Comuni interessati, consorziandosi tra loro, possono assumersi gli oneri conseguenti al mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace individuato come ufficio da sopprimere ed evitarne la chiusura.

Semplice vero?  I costi del mantenimento degli Uffici, eventualmente con impiego di personale in esubero dei vari Enti, sarebbero minimali per i Comuni interessati e consentirebbero di mantenere la sede giudiziaria con notevole risparmio di costi economici e sociali, ovviamente non potrebbe non accorparsi l’Ufficio del Giudice di Pace di Oriolo a quello di Trebisacce.

Tanto semplice, che non mi giunge alle orecchie nessuna iniziativa dei nostri rappresentanti politici, nessuna presa di posizione giornalistica da parte dei media del territorio. Già, dimenticavo, questi si svegliano solo quando si è già provveduto a chiudere dando loro la possibilità di fare passerelle politiche ed esprimersi in accorati discorsi di sdegno: ospedale docet!

I Comuni interessati potrebbero essere; Albidona, Alessandria, Amendolara, Canna, Castroregio, Montegiordano, Nocara, Oriolo, Plataci, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico, Trebisacce, Villapiana, con l’aggiunta eventuale di Cerchiara di Calabria, Francavilla Marittima, San Lorenzo Bellizzi.

Un’indagine curiosa: quanti avvocati vi sono in questi Enti?

Amendolara: avv. Salvatore  Antonio Ciminelli (Sindaco); Avv. Domenico Falsetti (Assessore).

Canna: Avv. Paolo Stigliano (Vicesindaco).

Montegiordano: avv. Caterina Natalia Pistocchi (Assessore), avv. Carlo Salvo (Consigliere).

Oriolo: avv. Francesco Colotta (Sindaco).

Rocca Imperiale: avv. Gabriella Di Leo (Assessore), avv. Giuseppe Ranù (Consigliere).

Roseto Capo Spulico: avv. Rosanna Mazzia (Assessore), avv. Nicola Berardino Franco (Consigliere), avv. Anna Napoli (Consigliere).

Trebisacce: avv. Davide Cavallo (Assessore),

Villapiana: avv. Saverio De Luca (Consigliere)

Inoltre ci sono due consiglieri provinciali esercenti ed aventi il titolo di avvocati:

avv. Giuseppe Ranù – avv. Franco Mundo

Quindi una nutrita schiera tra consiglieri provinciali, sindaci, assessori e consiglieri comunali. A fronte di questo esercito nessuna iniziativa per la salvaguardia del presidio giudiziario. Non vi sembra di avere già visto questo film quando si trattava dell’Ospedale di Trebisacce? Bene per l’ennesima volta scorreranno le lacrime di coccodrillo dei nostri rappresentanti ed il Franchino di turno proporrà magari il blocco della s.s. 106 nel corso delle sue sfilate in passerella. Ed i media? Accodati ed asserviti ai baronetti del territorio, a pubblicare articoletti su richiesta dell’intervistato di turno. Inchieste? Macché! Molto più semplice riportare, molto più semplice spettegolare, molto più semplice fare cronaca successiva che battaglie civili, molto più semplice e connaturale alle nostre tradizioni lamentarsi sempre e comunque.

 Siamo l’Alto Ionio signori, siamo l’Alto Ionio! Tanto basta

Avv. Giovanni Franco (Rocca Imperiale)