Rocca Imperiale-27/05/2016: Il Ciclope ci aspetta nel Museo delle Cere(di Marika Pace)

Il Museo delle Cere, disponibile a noi tutti dal 2003, con tutta la sua vastità, rappresentata dal Museo Scientifico del Mare, dal Museo Mineralogico, da quello Mitologico, Araldico, del Sapone, offre la possibilità a noi cittadini e non solo di ammirare personalmente opere uniche ed elaborate.
Significativo, ad esempio, è il Ciclope.L’opera è situata nella zona del Medioevo del Museo in cui il Maestro Tufaro ha proposto un’arte nuova: materiali naturali coordinati a residui di cera, cioè dove non arriva la natura, al massimo della sua espressione, completa la scultura. Nel ricuocere la cera rarefatta, rimasta dopo la realizzazione delle statue, ritrattata ad alte e basse temperature, si riesce ad ottenere un colorito scuro molto simile alla carne mummificata. Il Ciclope, lungo 8,30 metri, è realizzato con materiali naturali: le garze che avvolgono i piedi e i polsi sono scheletri di piante grasse, le unghie sono conchiglie madreperla molto rare e introvabili con venature livide naturali proprio per dare l’idea di sporco in quanto il Ciclope calza una scarpa aperta. Simili sono le unghie delle mani, ma con delle venature giallognole tipiche delle persone anziani. I peli e i capelli sono rappresentati da fili di cocco. Il gigante rappresenta la natura che sta custodendo gelosamente i suoi semi e si sta ribellando all’uomo. Nel rigenerarsi il terreno arido sotto il Ciclope, realizzato con tre qualità di sughero differenti, diventa fertile con l’acqua infatti tra le scaglie di sughero si intravede un tappeto blu. Il bastone del gigante, lungo 6 metri, rappresenta l’amicizia. Basta pensare che il bastone è un aiuto quando siamo zoppi e che per il ceco è vitale, dunque come un amico.
Questi deve avere alcuni valori che sono identificati con dei chiodi d’acciaio sull’asta. Le scarpe del gigante, alte quasi 1,20 metri, sono chiodate. I chiodi rappresentano il nostro sapere. Al centro della scarpa ci sono tre chiodi d’acciaio che sono paragonabili ai mestieri: ognuno di noi dovrebbe saper fare nella vita almeno tre mestieri; se uno va male ce ne sono altri due di scorta. I chiodi all’interno della scarpa si paragonano alle discipline come l’italiano, la matematica, la fisica, la musica, il latino. Poi ci sono altri chiodi più piccoli che rappresentano le semi-professioni per cercare di farci capire che bisogna saper fare più cose possibili nella nostra vita per non dipendere dagli altri. Altre file di chiodi dorati rappresentano i valori. Al centro, situati tra il tacco e la pianta della scarpa, dove solitamente troviamo la marca e il numero del piede, ci sono tre chiodi neri che identificano le cose che non bisogna fare ovvero uccidere, rubare e calunniare. Tutto è sintetizzato sul tacco: tre chiodi per i mestieri, tre per le semi-professioni e tre per i valori. In conclusione il Ciclope ci fa capire che più camminiamo nella nostra vita e più anche noi somigliamo a dei giganti.
Un’altra zona nuova ed interessante del Museo è la Mitologia. Troviamo, per esempio, la Medusa con 84 000 conchigliette tutte uguali, il Minotauro, una Sirena, un Lupo Mannaro che è come morto nel momento della metamorfosi: non si capisce se stava per diventare lupo o persona. Possiamo osservare anche un Vampiro trafitto e una Piovra con dei tentacoli che ancorano il mondo. La piovra rappresenta il potere legale e illegale che ci fa credere abbia tutte le chiavi per aprirci le strade professionali e ci attanaglia, ci ancora, frena il mondo.
Un’altra opera importante nel Museo, che ha attratto turisti, famiglie e molte parrocchie, è il Cenacolo. L’opera è molto particolare. Ci sono alcuni apostoli in piedi perchè hanno capito che Gesù dovrà fare un atto importante, altri sono seduti non immaginando nulla e poi c’è Giuda che non guarda il pane e il vino ed ha una mano dietro la schiena perchè sta nascondendo un segreto così come noi, nella vita quotidiana, nascondiamo qualche sorpresa ai bambini. Il Cenacolo è stato aggiunto otto anni fa, più precisamente il 15 Agosto. L’autore comprò casualmente il pane che si trova sul tavolo, ma non lo dovette cambiare più in quanto il pane, stranamente, è ancora intatto, dopo otto anni, resistendo agli sbalzi di temperatura che comporta il Monastero del 1500.museo-cere-rocca-300x199
Naturalmente non troviamo solo queste opere. Se ne possono visitare ed osservare molte altre interessanti e particolari con caratteristiche tutte da scoprire!
Marika Pace